Ospite di Lucca Comics & Games 2024, Troy Denning, scrittore e game designer, famoso per aver firmato oltre 40 libri ambientati in alcuni dei più noti universi fantastici (da Star Wars a Halo, da Forgotten Realms a Dark Sun, di cui è anche stato uno dei creatori), ha tenuto un interessantissimo workshop sullo storytelling, in cui non ha solo mostrato ai presenti il suo modo di lavorare, ma ha anche fornito qualche suggerimento sia per gli aspiranti scrittori che per quelli già un po’ più navigati.
Dopo essersi dedicato a una breve presentazione di chi era e di cosa aveva fatto nella sua lunghissima carriera (dimostrando, fin da quel primo momento, una notevole umiltà), ha subito distribuito ai presenti una serie di piccole dispense. Una mezza dozzina di pagine con indicazioni semplici, chiare, da usare a supporto alla sua presentazione; quasi una sorta di versione cartacea delle ideali slide che avrebbe proiettato se ne avesse avuto la possibilità.
Da dove cominciare
Il primo passo per scrivere un libro, secondo Troy Denning, è quello di stabilire a quale genere appartenga. E, nel momento in cui si tratta di un’opera originale, deve per forza essere di un genere che piace a chi scrive, di cui l’autore ha letto decine e decine di libri. Solo in quel modo lo scrittore conoscerà davvero l’argomento che andrà a trattare e, cosa più importante, gli piacerà farlo. Allo stesso modo è necessario avere ben chiaro ciò che si vuole scrivere, tanto che l’argomento dovrebbe poter essere espresso in sole in 2 righe, addirittura in una sola frase. Solo una volta trovata la logline, si può dire di avere la certezza di sapere di cosa parla la storia che si vuole scrivere.
Trovare la giusta direzione
Riguardo, poi, alla annosa questione se un libro deve essere più “character-driven” o “plot-driven”, se, quindi, siano più importanti i personaggi o la trama per lo sviluppo del libro, Denning ha le idee molto chiare: né uno, né l’altro. Prima di tutto, a suo avviso, deve venire il “world building”. Solo conoscendo perfettamente il mondo in cui si muovono i personaggi, in cui si svolge la trama, allora si potranno creare personaggi o trame che funzionano. E, per creare un mondo, bisogna fare ricerca. Non importa che si tratti di mondi immaginari o di una ambientazione reale, la ricerca è fondamentale per dare profondità al world building.
Lo sviluppo
Solo dopo la creazione del mondo, ci si può concentrare sullo sviluppo di una trama o, meglio ancora, di una storia capace di avvincere il lettore e non lasciarlo più andare. Dal suo punto di vista, la trama è, essenzialmente, una domanda. La storia che lo scrittore crea, deve essere in grado di far sorgere al lettore, il prima possibile, una domanda in testa. La storia comincia realmente in quel momento e finisce quando la domanda trova una risposta. A loro volta, i capitoli stessi possono essere guidati da una domanda, più semplice e contingente, che trova risposta quando il capitolo finisce. Da questo punto di vista, Denning suggeriva anche un libro di Robert McKee, Story (disponibile anche in italiano), a suo avviso una lettura imprescindibile per chi vuole scrivere.
Per quanto riguarda, poi, la struttura del libro, Denning si rifà alla struttura in 3 atti di Aristotele. Il primo atto inizia quando viene posta la domanda che ne sarà la guida e termina quando quella domanda ottiene una risposta. Lo stesso per il secondo e il terzo atto. Ciascuna di queste domande ha il compito di approfondire e allargare il conflitto: nel primo atto la posta in gioco dovrebbe essere personale, nel secondo sociale (come la comunità o la città in cui si vive), nel terzo ed ultimo spirituale. A metà del secondo atto, inoltre, dovrebbe posizionarsi un qualche evento che permetta al protagonista di vedere il conflitto da un altro punto di vista, sotto un’altra luce. Questo sarà il necessario cambio di mentalità che permetterà al personaggio di privalere nel finale.
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