1. Scrivere di J.M.Barrie a centocinquant'anni dalla nascita: un'esigenza da appassionati di letteratura fantastica o… ?
Paolo: Credo che mancasse un libro come questo: insieme profilo biografico di James
Matthew Barrie e guida al suo capolavoro, Peter Pan, letto attraverso i simboli e i temi dell’opera. Il libro nasce davvero da un’esigenza di appassionati, dall’amore per questo genere letterario, e dal desiderio di andare sempre più alle radici della Letteratura Fantasy del ‘900 che non può prescindere da Peter Pan.
2. Il libro è ricchissimo di informazioni abbastanza rare. È stato complicato reperire il materiale sia in termini di ricerca che in fase di analisi delle fonti? Qual è stato l'iter della realizzazione del libro?
Paolo: Il reperimento del materiale ha comportato un viaggio in Inghilterra (il che non guasta mai!) e un certo lavoro di indagine bibliografica. Una delle fonti più preziose è stato il volume – pressoché introvabile- di Janet Dunbar “J.M. Barrie The man behind the image”. Fare un libro a quattro mani apparentemente è un’impresa piuttosto complicata; in realtà Chiara e io ci siamo molto divertiti: ci siamo suddivisi i compiti senza problemi e poi siamo arrivati a ricomporre il mosaico, ovviamente a partire da un disegno ben preciso che prevedeva appunto l’analisi delle opere di Barrie, i riferimenti culturali, gli elementi biografici. Speriamo che il risultato sia positivo!
3. Se c'è stato, qual è stato l'aspetto più difficile da analizzare e spiegare riguardo al mondo di Barrie e perché?
Chiara: Personalmente ritengo che l’aspetto più difficile sia comprendere il quid della creazione del personaggio di Peter. Abbiamo analizzato le circostanze esteriori ed interiori della vita di Barrie, i precedenti mitologici e letterari da cui può essere stato ispirato e che sono confluiti nella sua opera, ma in fondo un personaggio come Peter Pan nasce da sé: non può essere semplicemente la somma di una serie di fattori, per questo è così affascinante e vivo. Cosa che d’altronde si può dire di qualsiasi autentico e riuscito protagonista della letteratura.
4. Perché nonostante il valore riconosciutogli dai suoi contemporanei, la figura di questo sensibile scrittore sembra essere caduta nell'oblio, al punto da essere considerato, a oggi, uno scrittore quasi di secondo ordine che, a onor del vero, non compare nemmeno nei testi di letteratura inglese della scuola inferiore?
Paolo: Credo si tratti del ben noto pregiudizio culturale nei confronti della Letteratura dell’Immaginario, i cui capolavori sono immancabilmente relegati a narrativa per ragazzi, a partire dai Viaggi di Gulliver di Swift che era in realtà addirittura un’opera di critica socio-politica, fino all’epica tolkieniana. In Italia poi Barrie è pressoché non tradotto e pubblicato, all’infuori di Peter Pan, nonostante abbia scritto per il teatro opere che non sfigurano accanto- ad esempio- a quelle di Oscar Wilde o G.B. Shaw. Barrie inoltre è cronologicamente post-Vittoriano, un’epoca che è stata dal punto di vista letterario ampiamente celebrata, e forse anche questo non gli ha giovato. Tutto questo comunque non spiega l’oblio ingiusto cui è stato sottoposto.
5. Come avete sottolineato nel saggio, esistono diversi livelli di lettura di Peter Pan. Nonostante questi, secondo lei, si tratta di una fiaba più utile ai ragazzi o agli adulti (e ovviamente, perché)?
Chiara: Ritengo che per certi versi sia più utile agli adulti, ma che questi non siano in grado di apprezzarla se no n l’hanno scoperta e amata da ragazzi. Mi spiego meglio: proprio in quanto vi sono diversi livelli di lettura, un ragazzo rimane affascinato dal gusto per l’avventura e dalla magia, può identificarsi direttamente con i protagonisti e “vivere” con loro nell’Isola che non c’è; un adulto sarebbe maggiormente in grado di cogliere il sottile umorismo
dei dialoghi e soprattutto i significati profondi, archetipici dei personaggi e del racconto, ma rifiuterebbe di farlo considerandolo solo una favola per bambini, se non lo avesse amato prima. Credo che questo valga per le fiabe in generale: chi è cresciuto a “pane e fiabe” probabilmente potrà continuare ad amarle e scoprirne il potere addirittura terapeutico una volta diventato adulto, chi invece si è perso questa fase potrà recuperarla successivamente solo in modo indiretto e solo grazie ad un interesse particolare per l’argomento.
6. Se Barrie fosse vissuto nel nostro secolo, con la sua produzione letteraria, oltre al capolavoro Peter Pan, avrebbe riscosso lo stesso successo?
Paolo: Difficile a dirsi. Certo il ‘900 ha segnato un maggior interesse per il Fantasy: non è un caso che la grande riscoperta di Peter Pan avviene negli anni ’50, quando vennero pubblicati Il Signore degli Anelli e Le Cronache di Narnia, ma certamente anche i romanzi “psicologici” di carattere autobiografico di Barrie, o quelli di ambientazione scozzese, un po’ naif, avrebbero forse suscitato un maggiore interesse.
3 commenti
Aggiungi un commentoGran bella intervista, brava Cris!
Grazie Mari.
Per me è stata un'esperienza altamente formativa, direi quasi catartica
Nel saggio si parla di simboli psicologici?
Potete farmi qualche esempio di simboli presenti in Peter Pan e che cosa rappresentano? (Sempre seguendo questo saggio, naturalmente...)
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