A cosa si riferisce il titolo 436? Lo potrete capire durante la storia, se ci metterete un po' d'impegno. Ma se proprio non ce la farete, vi sarà spiegato alla fine.
Redlie è mezza inglese (o meglio, scozzese) e mezza italiana, solo che il padre non sembra aver mai voluto sapere niente di lei, mentre Alessandra, la madre, vive un'esistenza caotica e sregolata, al punto da dimenticarsi talvolta di avere una figlia e sparire di casa per giorni interi. Alla morte della nonna, che tra innumerevoli gatti aveva trovato un po' di tempo per prendersi cura della giovanissima Redlie, la ragazza decide di cominciare a cavarsela da sola e così, tra lavoretti saltuari, anfibi e tatuaggi riesce a barcamenarsi e pure ad andare bene a scuola.
Questa esistenza caotica viene completamente stravolta quando Daisy, la zia inglese, arriva da Londra a portar via Redlie, proposito cui Alessandra finisce per acconsentire. Con la gioia di una turista in un viaggio particolarmente desiderato, Redlie si installa nella capitale britannica e comincia a esplorarla in tutti i suoi anfratti, mentre fa la conoscenza di questa strana zia, che conduce un negozio di erboristeria dove vende anche molte strane cianfrusaglie, e di un certo numero di ragazzi allegri e piacevoli che le tengono compagnia.
Non manca l'adozione di Copernico, un grazioso gattino, e l'incontro con un misterioso ragazzo, Sean, che sembra notarla per caso e che le suscita un'impressione profonda. Poiché lo incontra nuovamente, presto è evidente che di caso non si può più parlare, tuttavia, anche se Redlie spesso sente che cadrebbe volentieri ai piedi di questo bel tenebroso, i loro rapporti sono in realtà un po' più complicati e tempestosi.
I rapporti con il padre invece non ci sono proprio. Sembra che non sia cambiato nulla, il genitore non vuol vedere e conoscere Redlie. Ma in realtà non è del tutto così, la ragazza scopre che di nascosto lui si sta tenendo informato. Attorno alla ragazza c'è un'atmosfera di aspettativa e lei non può non accorgersene. E anche gli amici di Daisy non sono così normali, la stessa zia sembra avere qualche piccolo segreto. Quando anche a Redlie cominceranno a manifestarsi strane visioni e sensazioni, sarà evidente che è entrata a far parte di un mondo nuovo, che dovrà scoprire. Un mondo in cui scoprirà tante cose su sé stessa, ma troverà anche del pericolo.
Senza rivelare altro della trama, siamo di fronte a un classico supernatural romance, che rivela a poco a poco un mistero dai connotati anche abbastanza forti e oscuri, ma lo fa con leggerezza, fra risate e chiacchierate tra amici, inviti a pranzo nei risotranti e odissee nelle vie dello shopping, qualche piccola gelosia e un amore che ovviamente dovrà sbocciare. A parte le frequenti frasi in inglese anche nei dialoghi, particolare questo che metterà in difficoltà le lettrici e i lettori linguisticamente sprovveduti, la prosa dell'autrice, Anna Giraldo, è sciolta e agile, efficace nell'evocare atmosfere da Swinging London che il viaggiatore tanto vorrebbe respirare nella capitale inglese e che in effetti sopravvivono qua e là come pallida eco ancora oggi, in una delle metropoli più grandi in tutti i sensi.
Meno brava l'autrice, purtroppo, a tenere a bada le sdolcinature da romanzo rosa, tuttavia il romanzo ha un discreto equilibrio e, se è da considerarsi decisamente puntato al pubblico di riferimento del genere (giovane e femminile), ha senz'altro l'ambiezione di farsi leggere da tutti. La storia inoltre è ben strutturata e raccontata, senza prolissità, con le varie tessere del mistero che vanno al loro posto piano piano. Si tratta della prova d'esordio di Anna Giraldo, ma va detto che non si tratta di un'autrice improvvisata: la professionalità è evidente e solida.
Il sovrannaturale qui si compone di empati, veggenti, fattucchiere, streghe e stregoni, in generale persone con dei poteri, anche negativi. Non manca qualche difficoltà con la società delle persone normali e qualche riferimento scherzoso ai grandi successi della Rowling. Se va mossa qualche critica, la farei nei confronti del cattivo principale, smunto e insignificante, viscido e con un'immagine che non evoca nessuna pericolosità e forza: insomma andrebbe meglio come messaggero strisciante di qualche vero signore del male, e la minaccia, molto reale, che riesce a generare contrasta in maniera spiazzante con l'immagine decisamente modesta.
Il libro è a copertina morbida, la sovracopertina sfoggia delle gradevoli illustrazioni su entrambi i lati (autrice: Ana Correal), e ogni volume ha un codice per accedere a dei contenuti extra sulla rete. 436 è un romanzo autoconclusivo ma è già previsto un seguito.
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