Dopo aver portato a compimento l'edizione italiana della pentalogia Percy Jackson e gli déi dell'Olimpo, Mondadori propone ai suoi lettori un nuovo lavoro di Rick Riordan, The Kane Chronicles, di cui è recentemente stato pubblicato il primo volume, La piramide rossa, che avevamo segnalato qui. Al romanzo, uscito nel 2010 in America con il titolo The Red Pyramid, fanno seguito due opere ulteriori, The Throne of Fire e The Serpent's Shadow, per i quali al momento non è prevista una data di pubblicazione italiana. L'universo delle Kane Chronicles si arricchisce inoltre del volume Survival Guide, una "guida alla sopravvivenza" che approfondisce alcune tematiche e conoscenze di egittologia che nella saga vengono solo accennate. Survival Guide è stato pubblicato in America a marzo.
Prima di addentrarci nel romanzo La piramide rossa, vorrei rispondere alla domanda "naturale" che si affaccia alla mente di un lettore che ha conosciuto Riordan tramite Percy Jackson: è riuscito il "nostro" Rick, additato da molti in patria come "il J.K. Rowling statunitense", a mettere in piedi una saga che non faccia rimpiangere le vicende del semidio Perseus Jackson, allievo del centauro Chirone nel Campo Mezzosangue? Ebbene, la risposta è sì. Credo che Riordan con The Kane Chronicles sia riuscito a superarsi.
Al centro della vicenda troviamo i fratelli Kane, Carter e Sadie, di età compresa tra i quattordici e i dodici anni. Carter e sua sorella Sadie non vivono più insieme da quando, anni prima, il padre Julius rimase vedovo in seguito a un misterioso incidente. Mentre Carter segue suo padre in giro per il mondo, Sadie abita a Londra insieme ai nonni, che non vedono di buon occhio Carter e Julius, che incolpano della morte della figlia. I Kane hanno solo due giorni all'anno da trascorrere tutti insieme, è uno di questi è la vigilia di Natale, in cui Carter e Sadie vengono coinvolti da Julius in una visita al British Museum che rischia di avere delle conseguenze tragiche per il destino dell'umanità. Nel corso di un rituale operato da Julius, vengono infatti risvegliate le antiche divinità egizie Iside, Osiride, Rah e Set. Ben presto Carter e Sadie, rimasti soli in seguito alla scomparsa di Julius, si rendono conto che qualcuno è sulle loro tracce, ma non è finita qui: i ragazzi scoprono poco a poco di possedere inquietanti quanto inspiegabili poteri.
Anche nelle Kane Chronicles, come in Percy Jackson e gli déi dell'Olimpo, è la mitologia a farla da padrona. Il fatto che si sia passati da un retroterra culturale "occidentale" a uno diverso non intacca la bravura di Riordan nel rielaborare con un tocco personale il mito adattandolo al mondo moderno pur senza stravolgerlo. Le Kane Chronicles hanno un valore aggiunto per un lettore italiano, che di sicuro ha una conoscenza del mito greco più ampia rispetto a un americano tipo, ma che essendo ugualmente a digiuno di nozioni sul pantheon egizio sarà più propenso a sperimentare un genuino sense of wonder. La trama è ben congegnata e non lascia spazio a momenti di "stanca": è facilissimo lasciarsi travolgere dalle avventure di Carter e Sadie in giro tra tre continenti, da Londra agli Stati Uniti all'Egitto. Ben delineati sono anche Carter e Sadie, anche se una pecca del libro è costituita dall'incapacità di Riordan di modificare il registro e il tono narrativo a seconda che la storia sia raccontata dal punto di vista di Carter o di Sadie. I due fratelli infatti si alternano al "microfono". Già, perché la loro storia, scritta utilizzando la seconda persona singolare, si rivolge direttamente al lettore, e il motivo risulterà perfettamente chiaro nelle battute finali del romanzo.
Sorpresi dalla piacevole lettura che La piramide rossa si è rivelata e lieti di poter confermare la bravura di Riordan, consigliamo la lettura del libro ai fan di Percy Jackson e chi ancora non ha letto nulla dello scrittore statunitense. E restiamo in febbrile attesa della pubblicazione dei successivi volumi della serie.
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