La notizia è di quelle che fanno scalpore. Dopo quattro romanzi – diventati nove nell’edizione italiana – George R.R. Martin abbandona almeno temporaneamente Le cronache del ghiaccio e del fuoco per dedicarsi al legal thriller. Al suo fianco ci sarà uno specialista del genere, John Grisham.
Ma procediamo con ordine.
Il motivo alla base di questa decisione è da ricercarsi nei lunghissimi tempi di gestazione di A Dance with Dragons, volume più volte segnalato come in dirittura d’arrivo ma mai completato.
Già al momento dell’uscita in libreria di A Feast for Crows, nell’autunno del 2005, Martin aveva indicato come prossimo alla pubblicazione anche il suo seguito. Di fatto, aveva spiegato, mancavano pochi capitoli per completare quello che era nato dallo “sdoppiamento” in due parti di un unico romanzo troppo voluminoso.
Ai personaggi assenti in Feast come John, Tyrion e Daeneris, scriveva l’autore di Bayonne proprio nell’ultima pagina del volume, aveva dedicato “pagine, pagine e pagine, capitoli su capitoli”, finché si era accorto “che il libro era diventato troppo lungo per essere pubblicato in un volume unico”. Da qui la sofferta ma necessaria decisione di dividere la storia in due parti, usando come discriminante i diversi luoghi in cui erano ambientate le varie scene.
Con la speranza che la parte ancora in lavorazione sarebbe stata ultimata e pubblicata “l’anno prossimo”. Cioè nel 2006.
Successivi aggiornamenti sul blog avevano indicato come possibili date di fine stesura la fine del 2007, giugno 2008 e ancora la fine del 2008. Scadenze ormai passate senza portare alcun cambiamento alla situazione, al punto che lo scorso febbraio lo scrittore aveva dedicato all’argomento ben due messaggi.
Nel primo si era giustificato spiegando la sua incapacità nel prevedere i tempi necessari alla stesura dell’opera unita a un incrollabile ottimismo nel poterli ridurre al minimo indispensabile, nel secondo si era dovuto difendere dall’attacco infuriato di molti appassionati che lo accusavano di disperdere la sua attenzione su troppe cose inutili, se non addirittura di allungare volutamente il brodo per motivi meramente economici.
Miniature di personaggi e armi legate alla saga, giochi di ruolo e da tavolo, football, o altri progetti come Warriors, un’antologia dedicata alla guerra vista in tutte le sue possibili sfaccettature, la nuova serie di Wild Cards o ancora l’antologia dedicata a Jack Vance Songs of the Dying Earth, la partecipazione alle Convention e gli incontri con i lettori sono tutte cose che lo distrarrebbero ripetutamente dall’unica cosa che dovrebbe fare: scrivere Dance.
Alcuni interlocutori sono giunti al punto di fargli notare che lui non è più giovanissimo ed è anche in sovrappeso, e temono che possa fare la fine di Robert Jordan e lasciare la saga incompiuta.
Martin aveva chiuso il suo intervento dicendo di aver recepito il messaggio, ma si dichiarava comunque intenzionato a procedere sulla propria strada a modo suo.
Ora il cambio di direzione, forse motivato dalla voglia di staccarsi per un po’ da quella che per lui rischiava di diventare un’ossessione. O forse, come in passato insinuato da qualche critico un po’ maligno, dall’esaurirsi della vena creativa dovuta all’aver intrecciato una situazione troppo complessa da gestire.
A ben guardare, però, qualche possibile segnale era stato lanciato da tempo.
Già nell’agosto del 2007, rispondendo in un’intervista a una domanda relativa a Warriors, aveva affermato che a suo giudizio quel che conta è la storia, non l’etichetta che le viene data. E quindi lui nella sua carriera non aveva deciso di cambiare genere diverse volte, come qualcuno aveva suggerito, ma aveva semplicemente narrato la storia che voleva narrare. Se poi gli editori e i recensori sono interessati al genere, non è un problema suo.
Un primo accostamento ai problemi di tipo legale era arrivato qualche mese più tardi, nel dicembre di quello stesso anno.
Nell’occasione era stato intervistato dai professori David Hoffman e Robert Cover per il blog Concurring Opinions. Il blog, condotto da un gruppo di docenti di Giurisprudenza, si occupa in senso molto ampio di problemi legali.
Gli argomenti della conversazione, in quell’occasione, erano stati il ruolo della Legge nei romanzi fantasy, i limiti degli elementi magici all’interno di una trama, i motivi per i quali l’ambientazione di molte opere del genere richiama l’Inghilterra medioevale, i problemi legati al copyright in rapporto alle opere eventualmente realizzate non solo da scrittori professionisti ma anche dai fan, e le modalità con cui l’autore può mantenere il controllo sulla sua opera quando viene rivisitata da un altro mezzo di comunicazione.
Per il blog non si trattava della prima incursione nel fantasy. In un precedente testo Hoffman aveva analizzato rapidamente le serie La caduta di Malazan di Steven Erikson, e La saga dei Regni delle Spine e delle Ossa di Greg Keyes. Successivamente aveva intervistato Patrick Rothfuss, autore di Il nome del vento.
Da parte di Hoffman e colleghi un impegno più che occasionale, quindi, che ha portato lo stesso George a riflettere su alcuni aspetti della narrativa sui quali ancora non si era soffermato troppo.
I libri che ha scelto per illustrare le sue riflessioni sono la serie dedicata all’antica Roma da Colleen McCullough. Leggendo la saga che inizia con I giorni del potere si è reso conto che all’epoca gli avvocati erano estremamente importanti. Coloro che non erano in grado d’inseguire la gloria attraverso le loro abilità militari, potevano comunque diventare principi del Foro e influenzare enormemente il governo di Roma.
Ovviamente i Sette Regni non sono una repubblica, ma anche i sovrani hanno degli obblighi nei confronti dei loro vassalli, e riuscire a sedere sul Trono di spade non significa necessariamente avere il potere assoluto.
Martin chiudeva il commento sul suo blog con una battuta circa la possibile futura realizzazione di un legal thriller proprio nei Sette Regni, scherzando su cosa sarebbe potuto emergere da un incontro fra J.R.R. Tolkien e John Grisham.
Ora a quanto pare quest’ipotesi è destinata a concretizzarsi in un romanzo.
Nato nel 1955 a Joneboro, in Arkansas, Grisham ha esercitato per un decennio la professione di avvocato. L’esordio nella narrativa è del 1989 con Il momento di uccidere, romanzo nel quale un padre uccide gli stupratori di sua figlia. La parte principale dell’opera è quindi dedicata al difficile lavoro dell’avvocato che deve difenderlo.
Un’opera, come anche le successive, di enorme successo, e che trova le sue basi proprio nella professione esercitata fino a quel momento dallo scrittore. Al ritmo di una storia l’anno, John è diventato l’autore più venduto degli anni ’90, e si stima che siano state stampate, nelle 29 lingue in cui è stato tradotto, oltre 235 milioni di copie dei suoi romanzi. Da nove di questi romanzi sono state realizzate delle trasposizioni cinematografiche, e anche in questo caso il successo non ha tardato ad arrivare.
L’accostamento alle opere di Martin è arrivato grazie alla moglie Renee. Grande appassionata di fantasy, incuriosita dalla battuta di George ha ascoltato l’intervista e successivamente convinto il marito a leggere Le cronache del ghiaccio e del fuoco. A suo giudizio i due, pur senza accantonare i progetti personali, avrebbero potuto realizzare insieme delle ottime storie. A lettura ultimata lui le ha dato ragione.
Ora a quanto pare l’accordo, del quale però ancora non si hanno informazioni precise. Da quel poco che i due scrittori hanno lasciato trapelare si sa che realizzeranno un legal thriller, ambientato probabilmente nell’800. Se da un lato Martin voleva abbandonare le Cronache, dopo anni trascorsi a sbattere la testa su un romanzo che ancora non trova modo di completare, e che sta diventando per lui un tormento, dall’altro Grisham non si sentiva di affrontare una realtà così diversa dalla sua come quella di un mondo fantastico.
Per lo scrittore di Bayonne si tratta comunque di un’ottima occasione per occasione per accostarsi a un metodo di lavoro più rapido del proprio. Con la speranza che questo progetto invece di distrarlo ulteriormente dal romanzo che milioni di lettori stanno aspettando lo aiuti ottimizzare i propri tempi di scrittura.
Nota della redazione: trattasi di scherzo d'aprile. Speriamo che abbia fatto ridere voi come ha divertito noi prepararlo.
13 commenti
Aggiungi un commentoPer un attimo, prima di ricordarmi di che data fosse oggi, ho avuto un piccolo brivido accompagnato da un transitorio impulso omicida verso Martin...
Per fortuna sono venuto qui proprio a vedere che pesci d'aprile avevate messo. Se mi fossi distratto, questa notizia sarebbe stata devastante, davvero.
Martin sembra essere un ottimo soggetto per gli scherzi. A parte il fatto che lui per primo prende in giro i lettori - quest'anno ha scritto che è a corto di idee e ha chiesto l'aiuto di un amico per terminare Dance - anche altri siti parlano di lui.
qui
http://www.suvudu.com/2009/04/george-r-r-martins-a-dance-with-dragons-to-release-later-this-month.html#more
c'è scritto che il romanzo sarà pubblicato 4 capitoli per volta. L'anno scorso ricordo che un sito diceva che aveva consegnato all'editore un manoscritto di sole 100 pagine per concludere l'intera saga.
Comunque, anche se le mie fonti sono già state indicate nell'articolo sulla pescheria, visto che a volte non è facile piazzare il link preciso vi copioincollo le frasi che ho usato:
dal blog di Martin, messaggio del 18 dicembre 2007
... but I have just been interviewed by one, about the legal system of the Seven Kingdoms, and the topic of law in fantasy in general.
You can hear my interview with David Hoffman the blogsite Concurring Opinions at
http://www.concurringopinions.com/archives/2007/12/law_talk_george_1.html
Dave is a law professor at Temple University as well as a fantasy fan, with a particular interest in the treatment of law in epic fantasies. If that topic interests you, you can check out some of the earlier discussion on those issues at
http://www.concurringopinions.com/archives/2007/05/fantasys_apocal_1.html
(...)
Myself, I enjoyed the interview with Dave, and found that all these discussions gave me a lot of food for thought. Maybe once I finish A SONG OF ICE AND FIRE, I will do a legal thriller set in the Seven Kingdoms next. John Grisham meets J.R.R. Tolkien, as they'd say in Hollywood.
Sempre dal blog, anche se in questo caso non ho trascritto la data:
Anyone has read Colleen McCullough?
She wrote a collection of books about ancient Rome (Gaius Marius, Sulla, Caesar...), when I was reading them I was amazed of how important the lawyers were at that time.
Those patricians who couldn't find glory in the military path, still could be great lawyers and influence a GREAT deal in the government of Rome.
Of course Westeros is not a republic, but I will like to see more about the obligations of the king to his vassals. Sometimes it seems as if putting your arse on the Iron Throne will give you the ultimate power
dal blog fantasyhotlist, su Warriors e i vari generi, in un'intervista del 27 agosto 2007:
What makes WARRIORS new and different and (we hope) exciting is that this is a cross-genre anthology. People have been telling stories about warriors for as long as they have been telling stories, so that seemed to be the perfect concept for the book we wanted to do. Fantasy swordsmen, space pirates, medieval knights, western cowboys, grunts in Vietnam, doughboys in the trenches, urban gangbangers, Mafia hitmen, gridiron legends, women warriors, child warriors, warriors whose "strength is not to fight" (to quote Mr. Dylan), all of 'em will be fair game in this book. Fantasy, SF, horror, historical fiction, suspense, mainstream, romance, and every possible cross-combination of same will be included. We want to show the readers that it's the story that matters, not the label. And yes, I will writing a story for the book myself, and yes, right now it looks as though it will be the much anticipated third Dunk & Egg story.
None of us wants to be consigned to the playpen, or have our work dismissed as unworthy of serious consideration as literature because of the label on the spine. Myself, I think a story is a story is a story, and only thing worth writing about is the human heart in conflict with itself. Genre labels are marketing devices, no more. It has been said that I have "changed genres" several times during my career, but from where I sit, I haven't changed at all. I write the stories I want to write, and let the publishers and reviewers worry about what to call them. I plan on continuing to do that.
Nel sito di Grisham sono entrata appositamente per quest'articolo, non ero neppure sicura che fosse sposato prima di mettermi a scrivere, ma volevo più dati veri possibile per rendere l'articolo credibile. Naturalmente per le frasi tratte da L'ombra della profezia non ho dovuto far altro che raggiungere la mia libreria nell'altra stanza, mentre i messaggi recenti del blog di Martin sono ancora facili di trovare.
quando ho letto il messaggio di martin sul suo blog mi sono venuti i capelli bianchi..per fortuna ho capito in fretta che era uno scherzo....
Alla fine dell'articolo, sconvolto dalla vicenda, ho seriamente pensato che lo scherzo d'aprile fosse l'aver scritto che era uno scherzo d'aprile...non so come una scemenza simile possa essermi venuta in testa...
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