Alla cortese attenzione di Chiara Dino, giornalista del Corriere Fiorentino:
Scrivo questa lettera spinto dall'esigenza di fare alcune precisazioni e commentare l'articolo Tanti piccoli Tolkien, ragazzi degli anelli, pubblicato in data 13/03/09 al seguente link:
http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/...
Le precisazioni riguarderanno il personale coinvolgimento nell'articolo come autore de L'acchiapparatti di Tilos, il commento darà invece voce alla mia sensibilità offesa di lettore-fruitore del genere fantasy.
Dunque partendo dalle precisazioni, innanzitutto vorrei prendere le distanze dallo stereotipo di autore fantasy descritto nell'articolo: non sono e non voglio considerarmi un piccolo Tolkien che per scrivere il suo libro e salire nell'empireo degli autori fantasy segue una collaudata ricetta. Lasciando poi perdere gli errori riguardanti la trama del libro, non posso però esimermi dal dichiarare di non aver mai pronunciato certe frasi riportate tra virgolette: frasi non solo debitamente decontestualizzate al fine di sostenere, più o meno consapevolmente, una certa linea di pensiero, ma addirittura stravolte nella forma e nei contenuti.
Non entro nei dettagli, mi limito a dire che, sebbene io possa capire che per necessità di sintesi si debba operare qualche forzatura, in questo caso mi pare che tale operazione sia stata arbitraria, poco professionale, e infine dannosa nei confronti del sottoscritto.
Passando a commentare l'articolo, potrei dilungarmi nel sottolinearne le pecche, ma per ora preferisco, salvo richieste esplicite, limitarmi ad un elenco: superficialità e ignoranza nella trattazione della materia, destrutturazione dell'apporto di terzi (interviste e frammenti dei libri citati) per sostenere una propria linea di pensiero preconcetta, conformità dell'opinione del giornalista a stereotipi e pregiudizi, indiretta o esplicita degradazione della materia trattata.
Tali mancanze e difetti conducono ad una pittura del fruitore del genere fantasy alquanto degradante; nell'articolo si compie infatti un'analisi qualunquista del fantasy italiano contemporaneo facendo di tutta l'erba un fascio, per giunta di infima qualità. Trapela l'immagine di lettori interessati a 'roba' (sembra che gli stessi autori la definiscano tale quando ne parlano) superficiale che ha l'unico scopo di far “evadere” dalla realtà quotidiana. Lettori in cerca, cioè, di libercoli triti e banali, frutto del lavoro di autori, tipicamente poco più che adolescenti, che seguono pedissequamente una ricetta scontata perché convinti del fatto che il fantasy sia di moda e che dunque la pubblicazione sia alla portata di tutti.
Con questa mia lettera anch'io critico, per giunta apertamente, 'roba' scritta in modo superficiale e poco professionale seguendo una ricetta scontata... Ma non mi riferisco di certo al fantasy.
Cordiali saluti,
Francesco Barbi.
85 commenti
Aggiungi un commentoAnche se siamo ot, riguardo i baby autori io mi terrei un po' più fluido nel giudizio, ovvero se uno è un genio a 15 anni, lo è; viceversa lo zappatore della carta neppure a 50, dopo decadi di zappate, riesce a produrre qualcosa di utile.
Per certi giornalisti invece sia a 15 che a 50 non basterebbero i gulag siberiani ...
Quello che dici Albacube è vero ma bisogna dire che a 15 anni, fenomeno o no, penso che viene sempre a mancare l'esperienza(non solo letteraria ma anche e soprattutto di vita) che fa la differenza. Per quanto maturo un ragazzo vede e sente le cose diversamante da un adulto. Questo comunque a mio modestissimo parere
E' anche il mio parere, modesto anch'esso tuttavia.
Il mio messaggio forse nascondeva un po' la mia invidia per chi ha adesso 15 anni, mentre i miei sono ben di più e non torneranno mai a quell'età in cui, pur mancando l'esperienza, mancava anche la disillusione e l'amarezza che l'esperienza stessa a volte porta con sè.
Altro discorso sarebbe poi seguire l'evoluzione di uno scrittore, ovvero come cambia dalle opere giovanili a quelle mature e poi addirittura a quelle della vecchiaia (ovvio che si può apprezzare ora solo con autori "vecchi"
Scusate l't
G
Non me ne parlare...
Sì al genio, no alla moda
Concordo
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