Nel 1912 nel suo film muto La conquête du Pôle (La conquista del Polo), il pioniere del cinema francese Georges Méliès ha introdotto al pubblico uno dei mostri più sottovalutati nella storia del cinema - il gigante di ghiaccio mangia uomini del Polo Nord.
Il film, che si basa sul romanzo del 1866 di Jules Verne, Le avventure del capitano Hatteras, ha la stessa impostazione del più famoso film di Méliès, Le Voyage dans la Lune del 1902, che trasse ispirazione da un altro romanzo di Verne, Dalla Terra alla Luna. In La conquête du Pôle, il professor Maboul (interpretato da Méliès stesso) conduce una spedizione al Polo Nord, dove i viaggiatori incontreranno un affamato gigante di ghiaccio. Naturalmente, il primo istinto dell'equipaggio di Maboul è di lanciare verso la creatura palle di neve. Si può biasimare il gigante se ha cominciato a mangiarseli?
Questa scena è, fatte le dovute proporzioni, impressionante. Secondo quanto riportato dalle nostre fonti, si trattava di un'autentica marionetta gigante. Un'impresa sicuramente all'avanguardia per l'epoca.
E' possibile ammirare tutto il film di 30 minuti (comprese alcune sequenze di volo) all'indirizzo www.europafilmtreasures.eu/PY/364/see-the-film-the_conquest_of_the_pole.
George Méliès (Parigi, 8 dicembre 1861 – Parigi, 21 gennaio 1938) era un illusionista e regista francese.
Ricco di famiglia, figlio di un facoltoso industriale, Méliès coltivò sin da giovane la sua passione per l'arte diventano prestigiatore. Folgorato dalla prima storica proiezione del cinematografo del 1895, quella dei fratelli Lumiére, decise di dedicarsi alla nuova arte. Ma i fratelli Lumiére, rifiutarono di vendergli le loro attrezzature. Pertanto Méliès costruì le sue attrezzature da solo. Egli realizzò quindi una sintesi tra giochi di prestigio e cinema, mettendo in scena numeri "impossibili". A tutti gli effetti inventa gli "effetti speciali", quali l'uso di fili invisibili, ma sperimenta anche l'uso del fotomontaggio, delle dissolvenze, dello stop-motion.
A diiferenza dei Lumière, che proponevano la vita reale, Méliès esplora con il cinema le frontiere del fantastico e dell'impossibile.
Costruitosi un proprio teatro di posa a Montreuil (tutto in vetro per poter sfruttare la luce del sole) dal 1896 al 1914 realizzò oltre cinquecento film. Se all'inizio erano brevi spezzoni basati, nella logica dello spettacolo di varietà su "numeri", egli poi inizia a usare il mezzo per raccontare storie, con una prevalenza di film fantastici. Metterà quindi in scena Cappuccetto rosso (Le petit chaperon rouge, 1901), I viaggi di Gulliver (Les voyages de Gulliver 1902), da Jonathan Swift, il celebre Viaggio sulla Luna (Le voyage dans la lune, 1902), con il famoso razzo che colpisce la luna nell'occhio, e In viaggio attraverso l'impossibile (Le voyage à travers l'impossible, 1904), ispirati a scritti di Jules Verne, fino all'ambizioso primo kolossal in miniatura, La civilization à travers les ages (La civiltà attraverso le epoche, 1907) ed altri ancora, tra cui La conquista del Polo (La conquête du Pôle, 1912).
Pur se i suoi film ebbero un grande successo commerciale, a causa di una cattiva gestione dei rapporti con le sale cinematografiche, Méliès non ebbe dal cinema la fortuna economica che meritava. E' tipico di molti geni purtroppo non essere altrettanto bravi negli affari. Commise infatti l'errore di vendere le proprie pellicole agli esercenti, invece di noleggiarle come era già uso all'epoca. Fu costretto a vendere il suo teatro per pagare i debiti. Dopo aver gestito un negozio di giocattoli ed essere poi costretto a vivere di un sussidio, verrà infine ricoverato in un ospizio per artisti dove morirà nel 1938. Nel 1931 la Francia gli aveva comunque tributato la massima onoreficenza per meriti culturali: la Legione d'onore.
Sulla vita di Méliès è stato girato nel 1953 il film Le grand Méliès di Georges Franju. Non sarebbe male se qualche moderno cineasta, dotato magari di talento visionario, ne riproponga la biografia al cinema.
Un nome a caso per la regia? Terry Gilliam per esempio...
2 commenti
Aggiungi un commentoGrazie dell'attenzione e della segnalazione.
che articolo interessante. dunque è lui il papà degli effetti speciali.
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