Come molti sapranno, Tim Burton avrebbe dovuto dirigere Maleficent, l’adattamento live-action di uno spin off dedicato alla più crudele tra le cattive Disney, la strega Malefica della Bella Addormentata nel bosco, film d’animazione nel 1959, ispirato alla fiaba di Perrault e dei fratelli Grimm.
Dopo un anno di notizie e indiscrezioni come l’ingaggio di Linda Woolverton, sceneggiatrice di Alice in Wonderland e sua collaboratrice, o la papabile scelta di Angelina Jolie nel ruolo della protagonista, qualche giorno fa Burton ha deciso di tirarsi indietro, ma non è ben chiaro il motivo.
Lanciandoci in qualche ipotesi, è possibile che l’istrionico e visionario artista statunitense preferisca restare concentrato su altri suoi progetti: è infatti pressoché ultimato Frankenweenie, l’adattamento dell'omonimo corto prodotto da Burton stesso negli anni ottanta (ispirato al mito gotico di Frankenstein, di Mary Shelly), e Dark Shadows (in cui, tra l’altro, è coinvolto anche Johnny Depp), film ispirato al vampiro Barnabas Collins, la cui lavorazione è iniziata recentemente.
La Disney, però, non sembra intenzionata ad abbandonare la storia di Maleficent, tanto che si è iniziato subito a parlare di due registi, a noi molto noti, a cui affidare il progetto orfano: Darren Aronofsky (The Fountain - L'albero della vita, Il cigno nero) e David Yates (gli ultimi quattro film su Harry Potter).
Aronofsky, tra l’altro, ha recentemente rifiutato l'ingaggio per due grossi progetti cinematografici, The Wolverine e Robocop; per di più sembrerebbe già molto corteggiato anche dalla Warner Bros per altre due pellicole di discreta importanza: Human Nature, storia di un uomo che si risveglia in un’epoca in cui è un’altra razza a dominare il mondo, e Moses, nuovo remake sulla fuga degli ebrei dall’Egitto che più di altre proposte potrebbe distoglierlo da futuri progetti, è infatti nota la sua passione per i temi biblici (starebbe lavorando, a uno script su Noè).
Restiamo dunque in attesa di nuovi sviluppi, e vi chiediamo: chi vedreste alla regia di Maleficent?
31 commenti
Aggiungi un commentoAh, La Regina delle Nevi di Andersen, citata qualche post fa da Melian, era in previsione come nuovo film di animazione Disney a tecnica tradizionale.
Si era parlato del 2013, poi però è sparito dai film annunciati ufficialmente. Ad ogni modo, visto che l'ultimo film annunciato ufficialmente (il seguito di Monsters and Co.) è previsto per giugno 2013, non è detto che La Regina delle Nevi non sia in progetto già per il Natale 2013.
Così faranno scempio anche di quello, con uno zuccherosissimo lieto fine
Prima che si scatenasse la febbre virale dell'offtopicness sull'argomento animazione Disney, Terry Gilliam l'aveva già nominato la Mia Ragguardevole Persona sperando che se ne parlasse, per l' appunto. Grazie a nonno Pick per aver involontariamente recuperato l'idea
OT
Rispondo in ritardo per intermittenti problemi di connessione
La niusss è chiarissima Modessa, sono i miei condizionali ad esserlo un po' meno Intendevo dire che accolgo volentieri la ritirata di Burton dal progetto che potrebbe essere interessante a meno che non porti l'impronta di un autore ormai fin troppo riconoscibile; ma mi duole dire che per potermi incuriosire del tutto Maleficent dovrebbe esser tolto alla Dinsey, prima di tutto.
Manex ha espresso in parte esattamente ciò che penso(dissento totalmente su Basil ). Con Alice sono stati fatti parecchi errori di riadattamento(IHMO); le buone idee non sono mancate ma ricorrere alla "comicità angosciosa" del nonsense-male interpretato dalla novella di Carroll-non è una buona strategia per attrarre un pubblico di prepuberi. Rivedendo il cartone a distanza di anni ancora ne avverto la chiassosità eccessiva, per non parlare delle tremende implicazioni dell'episodio con le Ostrichette .
La qualità tecnico-artistica è fuori discussione, nel senso che la mia puntualizzazione non prende in considerazione questo aspetto, ma proprio la peculiare reinvenzione da parte della Disney delle fiabe più popolari, che di fatto ha creato delle storie e dei personaggi completamente nuovi, pur con l'intento di recuperarne una morale più definita e "inoffensiva", secondo gli stilemi 'puritani' che permeano la cultura anglo-americana, anche e soprattutto nell'intrattenimento per bambini.
La 'pedagogia' disneyana non la comparerei a quella delle storie originali che, al di là della forma, avevano ben altro intento e, in particolare, non erano concepite come 'costrutti' spettacolosi per un destinatario specifico. E' ovvio considerare con il senno di poi, cioè con una mentalità da adulti, le versioni dinseyane piuttosto ingenue se non stucchevoli, perché semplicemente si è maturato un certo livello di comprensione per la narrativa e quegli "schemi" non sono più accattivanti. Il paragone è futile perché si tratta di materie e canali completamente diversi. Il patrimonio di favole e fiabe raccolte(e manipolate) dai Grimm e da altri autori famosi trovano la loro fonte nei racconti popolari di antica tradizione orale, ed hanno eziologia e finalità(presunta) che rispondono a una sensibilità diversa da quella moderna. Riproporli oggi nella loro integralità sarebbe molto interessante ma anche allora non credo che coinvolgerebbe un pubblico minorile.
Naturalmente, nell'analisi è implicato anche il fattore soggettivo del gusto personale, perché non è detto che un adulto non possa continuare ad apprezzare quei prodotti che ha amato durante l'infanzia, sia nel complesso che per certi aspetti: io stessa, ad esempio, ancora sono suscettibile all'umorismo dei siparietti e delle gag onnipresenti in tutti gli adattamenti e che anzi riscopro solo di recente, proprio perché adesso pongo molta più attenzione ai dialoghi rispetto a quanto facessi quando ero ancora una pupattola incantata dal teatrino di colori danzanti e azioni frenetiche.
Tuttavia, ricollegandomi alla valenza artistica dei soli Classici, aggiungo che, essendo una fanatica tradizionalista nei riguardi dell'arte animata, preferisco lodare i risultati ineguagliabili ottenuti prima dell'era computerizzata, e mi spingerò a sostenere perfino che l'effetto vintage di una registrazione su pellicola di un vecchio(ma direi antico, per rispetto) VHS, arricchisce le immagini conferendo loro dei cromatismi particolari, talvolta saturi, che sono gli unici adatti per la resa efficace di certe atmosfere gravi: il nero fondo, le fluorescenze e i contrasti si dimostrano indispensabili(e irriproducibili) per l'orrore, l'oscurità e la suspense di talune scene come il richiamo magico di Aurora verso il fuso ne La Bella Addormentata, la già citata traversata nella palude in Bianca e Bernie, le situazioni di pericolo e il mistero in ogni singola avventura della topina Brisbie(questo film è emblematico), la discesa della Sirenetta nel covo di Ursula; ma anche le sensazioni di delirio e di ossessione(sono ancora vivide nella memoria). Come dimenticare le allucinazioni di Dumbo? La "preghiera" di Frollo ne Il Gobbo di Notre Dame; il ballo delle scope ne L'apprendista stregone non è rinomato per nessuno motivo, e si dovrebbe citare l'intera opera prima di Fantasia, la summa artistica e poetica della visione di Walt, un "azzardo" sperimentale che di infantile non ha più nulla e di cui la replica del nuovo millennio non conserva affatto le caratteristiche.
Si potrebbero nominare molti altri titoli, ancora una volta da rivalutare alla luce di una più attenta fruizione, ma non è necessario, qualcuno di voi li ricorderà e riconoscerà benissimo. Inutile dire che il revamp digitalizzato ha deformato tutto quello che è stato creato restituendoci un 2D di silhouettes ancora più piatto nella sua pulitezza insipida e brillantezza oscena. Restituitemi la gloria dell'imperfezione, non disturbate i morti, lasciate le salme intonse! La Bella Addormentata restaurata è stato uno shock di colori primari, ma l'insostenibile è stato il castello viola ciclamino di Malefica...
"La regina delle nevi" HA il lieto fine, cosa abbastaza rara per Andersen in effetti :
Se la mettessero in mano a gente che SA sceneggiare, disegnare e animare come si deve verrebbe fuori un ottimo film d'animazione...mmmh forse è meglio darlo in mano allo studio Ghibli e al buon Miyazaki allora, che tra l'altro adorava la versione russa.
Ditto.
Infatti Miyazaki (e vari altri autori del Sol Levante), assieme alle produzioni indipendenti provenienti dal resto globo, sono tra i pochi ancora in grado di fare della vera animazione tradizionale -oltre che narrazione- di spessore.
Infatti,
- vado di nuovo un po' OT -
e pensare che per anni una certa critica ottusa e molto pro-animazione americana ha sparso meLma sull'animazione giapponese dicendo che era fatta tutta al computer, realizzata male (spesso tirando fuori la questione degli occhi grandi delle ragazze ignorando però le origini di questo canone grafico), eccessivamente violenta e altre stupidate simili.
Poi nel '97 arriva Mononoke Hime e improvvisamente gli stessi critici sdoganano l'animazione giapponese e si scoprono fan dell'ultima ora di Miyazaki, sorvolando o ignorando il fatto che che il nostro fosse già in giro da anni ed avesse svezzato diversi bambini con capolavori come Conan il ragazzo del futuro.
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