“La danza va avanti, e avanti e avanti…” scriveva George R.R. Martin sul suo sito il primo gennaio del 2008.

Ora, a distanza di oltre un anno, arriva la conferma di ciò che gli appassionati sapevano già: la danza continua ad andare avanti, e ancora non se ne vede la fine. E se pure fra le righe appare una data, potrebbe benissimo essere solo un’illusione e rivelarsi errata ancora una volta.

Stiamo parlando ovviamente di A Dance with Dragons, quinto volume della saga Le cronache del ghiaccio e del fuoco, la cui presunta data di pubblicazione non fa che spostarsi più avanti nel tempo con un’ineluttabilità esasperante per tutti i lettori.

 

Nel suo “Not a blog” Martin scrive di essere consapevole del tempo trascorso dall’ultimo aggiornamento e con un pizzico d’ironia ringrazia chi gli ha scritto per fargli notare che giorno è.

Malgrado la battuta sull’aver comprato il calendario dedicato alla saga, diversamente da quanto fatto da molti dei suoi interlocutori, dice di non aver intenzione di aggiornare l’aggiornamento per i motivi già spiegati in quell’occasione.

Il problema, scriveva all’epoca, è che ogni aggiornamento è un tentativo di predire il futuro, e lui si è rivelato troppo ottimista nel cercare di prevedere i tempi di realizzazione del suo lavoro. Anche perché, al di là dell’imprevedibilità sul fatto che riuscirà a lavorare bene oppure no, gli è già capitato di cambiare idea su cose che in precedenza aveva considerato ultimate, e potrebbe capitargli ancora in futuro. E quindi, fino al momento in cui potrà scrivere “ho finito”, non intende inserire altri messaggi sul sito, al di là di qualche occasionale commento sul blog.

 

Lo scrittore di Bayonne ricorda di aver fatto molti progressi nella prima metà del 2008, al punto da fargli ritenere di poter terminare il romanzo entro la fine dell’anno. Sfortunatamente, i sei mesi successivi non solo non sono stati altrettanto proficui, ma hanno visto addirittura qualche passo indietro. Un capitolo dedicato a Sansa, per esempio, in accordo con il suo editor è stato spostato in The Winds of Winter, il sesto volume della saga. Nulla da riscrivere quindi, solo alcune pagine spostate in un contesto nel quale dovrebbero funzionare meglio, con la conseguenza che la giovane Stark non comparirà in Dance.

 

Alcuni dei problemi legati al ritardo nell’ultimare il volume sono di tipo letterario, legati alla storia stessa. Non intende comunque entrare nello specifico, a suo giudizio parlare di un’opera nel corso della sua realizzazione non aiuta mai. L’arte non è una democrazia, e si tratta di problemi che deve risolvere lui stesso.

E il fatto di avere qualche centinaio di lettori che esprimono i loro pensieri e le loro opinioni – cosa che sembra accadere ogni volta che fa un commento relativo a Dance – non velocizza il processo.

Gli spiace, ma è così. Sa che molti lettori vorrebbero aiutarlo, ma non possono. Per questo ha un editor e due capaci assistenti, e sono più che sufficienti. Lui è il solo che può danzare questa danza.

 

Altri motivi del suo ritardo sono di tipo extra-letterario e legati invece alla sua vita. E non sente la necessità di parlarne. Chi è più propenso alla comprensione gli manderebbe messaggi di simpatia e di supporto, gli altri considererebbero le sue parole delle semplici scuse, magari anche deboli. E qualcuno potrebbe arrivare al punto di accusarlo di mentire, cosa che proprio non gli va giù.

George ribadisce di non aver mai mentito né riguardo Dance né riguardo l’intera saga. Ha sbagliato, certo. Ha sbagliato parecchie volte, soprattutto quando ha provato a indovinare quanto tempo avrebbe impiegato a scrivere un romanzo, o quando sarebbe stato pubblicato, ma sbagliare non è la stessa cosa di mentire.

In ogni sua ipotesi si è sempre rivelato troppo ottimista, e siccome è stanco di vedersi aggredire ogni volta che una scadenza viene superata senza che il romanzo sia stato completato, ha deciso di non indicarne altre.

 

Al momento la sua speranza è di terminare la scrittura in giugno. Se ci riuscisse, A Dance with Dragons potrebbe essere pubblicato verso settembre-ottobre. E, prima che qualcuno possa farglielo notare, ricorda benissimo di aver già scritto che sperava di completare il volume per la fine del 2008. E prima, per giugno 2008. E prima ancora, per la fine del 2007. Lo sa, lo sa e lo sa. E no, non stava mentendo, si era semplicemente sbagliato ogni volta. Stavolta spera di aver ragione, ma non può giurarlo.

Continua a scrivere un solo capitolo per volta. Una sola pagina per volta. Una sola parola per volta. E poi passa alla successiva. È tutto quello che può fare.