Come hai vissuto la stesura di questo nuovo romanzo? Che aspettative? Che dubbi? E a cosa stai lavorando attualmente?
L’ho vissuta febbrilmente, scrivendo un capitolo in due o tre giorni, senza alcuno schema, senza sapere cosa avrei scritto il giorno dopo. Come dicevo prima, qualcosa di assolutamente inconsueto per me. Avevo aspettative nella misura in cui mi piaceva e mi esaltava come mi stava venendo la storia. Avevo dubbi pensando che, se la Delosbooks non avesse ritenuto di pubblicarlo, sarebbe stato difficile trovare un altro editore, trattandosi di un seguito.
Ora sono in una fase di relativo riposo, scrivo o rivedo racconti. Ma sto per ricominciare a scrivere come si deve. Ho una nuova tastiera senza internet, su cui cimentarmi…Dove sto scrivendo anche adesso. Altrimenti sarei su Facebook a perdermi in sciocchi quiz.
Pensi che in Italia si possa vivere “solo” scrivendo fantascienza o fantasy?
No, purtroppo ho paura di no. La letteratura in Italia è sempre più cenerentola. Figurarsi quella di generi che sono sempre stati di nicchia qui da noi. Comunque, mai dire mai. Mi piacerebbe che questo pessimismo fosse smentito dai fatti. In fondo un paio di esempi significativi di popolarità ci sono, anche se non spero che accadrà per me. Il segreto può essere nelle commistioni di mezzi espressivi, cinema, fumetto, giochi di ruolo,e dei media, inclusa la rete. Ma sapremo tentare simili scommesse, in una Italia sempre più provinciale e scollegata dal mondo?
Fantasy
Cosa ti affascina del fantasy e cosa non ti piace?
Del fantasy mi appassiona la dimensione, la grandezza, la possibilità di spaziare. Sia come
lettrice, sia come scrittrice. Ma attenzione, non si tratta di libertà totale, di caos. Non è affatto un genere facile da scrivere, anzi: proprio questa apparente mancanza di lacci può far cadere in errore e nasconde molte trappole. Se scrivi qualcosa che è solo una serie ininterrotta di deus ex machina senza capo né coda, verrà una schifezza. Deve avere una sua logica interna, un suo rigore, una coerenza. Che, proprio per la materia di base, così plasmabile, così malleabile, sono difficili da trovare più di quanto si creda.
Cosa non mi piace… dovrei dire gli stereotipi. Quel rinchiudersi volutamente in un cortile quando si potrebbe spaziare per monti e valli. Cosa che finisce per dar ragione ai detrattori.
Ma c’è dell’altro, da dire, in generale, come lettrice: mi ha sempre dato l’impressione di un genere che potrebbe comunque dare di più. E’ come quando mangi qualcosa che è appetitoso, sì, ma alla fine insipido. Oppure, tanto gustoso, ma dopo cinque minuti hai già fame.
Di uno scrittore apprezzo gli scenari, grandiosi. Di un altro il tono epico. Di un altro ancora i personaggi memorabili. C’è quello che è bravissimo a suggerire un senso di desolazione, di decadenza. C’è quell’altro che costruisce società articolate e credibili. Ma alla lunga le opere veramente degne, complesse, per più di un motivo, si riducono a meno di quante potrebbero essere.
Ultimamente il genere fantasy sta conoscendo una nuova stagione di enorme successo, sia in libreria, sia al cinema. Secondo te per quale motivo? Cosa riflette questa popolarità?
Questa domanda meriterebbe da sola una risposta lunghissima. Ho molte idee in proposito e mi è difficile riassumerle. Credo si tratti di una fuga, ma non una fuga escapista, un rifugio nel frivolo, nell’evasione, bensì una fuga ragionevole e motivata verso territori sottovalutati, anche della mente, rispetto a una realtà per molti versi intollerabile e che si ritiene, a torto o a ragione, immodificabile con le proprie forze.
Ecco, penso che detto così non si capisca niente. Diciamo ancora, per complicare ulteriormente il discorso, che ora come ora vedo molta più espressione del mondo, o proiezione dell’essere umano, nelle potenzialità, almeno, se non nelle realtà del fantasy, che della fantascienza, o della scienza sempre meno umana. E allora, per non farmi prendere per antiscientifica o passatista, bisognerebbe parlare di postumanesimo, di singolarità… Lasciamo perdere. Magari ho in programma di dire la mia su fantascienza.com. Se a qualcuno interessa, vi rimando di là.
E’ un genere, per te, che si avvia verso un periodo ancora più fiorente o si tratta solo di un fuoco di paglia?
Dipende da come riesce a evolversi. Se sfrutta filoni commerciali e basta, probabilmente sarà moda passeggera. Se si coltivano nuovi rami, nuovi intrecci, contaminazioni, magari no. Soprattutto se saprà affermarsi come letteratura adulta, visto che ora è percepito solo come adolescenziale. Senza nulla togliere a chi scrivere per i giovani, tanto di cappello, per carità. Ma se questi giovani crescono bisognerebbe continuare a tenerli interessati al genere, accompagnarli.
Riguardo al fantasy, sappiamo che esso viene spesso visto come un genere piuttosto leggero e, sottostimato dall'elite culturale. Perché secondo te? Dipende dai lettori, dagli editori, dal retaggio culturale? Quali sono le potenzialità del fantasy?
C’è una prevenzione culturale radicata, almeno in Italia. Si percepisce il genere come estraneo. Lo si vede ora: di fronte a sorprendenti successi, certi editori si muovono a casaccio, sfruttando l’attimo, senza comprendere veramente e senza investire in una crescita. Le potenzialità, lo dicevo sopra, sono illimitate. Tra l’altro io ho sempre capito poco le guerre fra fantasy e fantascienza “pure”. Esistono delle fertilissime e interessanti terre di confine, che sono quelle che io personalmente preferisco.
6 commenti
Aggiungi un commentoBell'intervista, Milena.
Mi sono ritrovato in modo oserei dire tragicomico in molte delle tue affermazioni, soprattutto nelle prime due pagine (quelle, cioè, che riguardano la vita di scrittura, il rapporto con essa e con la vita che le gira attorno). Be', il tragicomico credo che tu possa capirlo molto bene, dato che vivi le stesse "peripezie" che vivo io, quotidianamente. Diciamo che, forse, chi non vive le stesse cose, non lo può capire fino in fondo.
Spero di rileggerti presto, ma ormai non riesco più promettere cose a nessuno, nemmeno a me stesso!
(Per inciso, anche io ho fatto il tentativo di andare a briglia sciolta e, devo dire, mi è servito: non lo farò mai più! Sei stata più elastica di me: io mi sentivo perduto e, alla fine, mi sono perduto. Sento d'aver gettato al vento due mesi di tempo buono per scrivere.)
Ciao, grazie per il commento, sempre bene accetto. Mi fa piacere che ti ritrovi nelle mie vicissitudini scrittorie.
Riguardo lo scrivere a briglia sciolta, ripeto, era la prima volta che mi capitava in vita mia e non so se mi capitera' piu'.
E' un miracolo che abbia costruito una storia tenendo tutte le fila piu' o meno a posto, scrivendo alla giornata e improvvisando senza uno schema scritto. Ebbene si', confesso tutto a questo punto. ops:
Pero' sentivo in me una inconsueta energia che doveva sfogarsi, un processo strano e quasi automatico. E che e' stata "catalizzata" dalla tastiera del vecchio pc con windows 3.0 : e senza questa maledetta/benedetta rete divora anime.
Purtroppo, il lato negativo e' che questo tipo di energie nascono, almeno per me, da momenti non particolarmente favorevoli della vita.
Speriamo che almeno ne sia venuto qualcosa di buono.
Dal citare Drizzt, uno dei problemi di stomaco del fantasy, (come un paio di anni fa) a Howard e, soprattutto, a "la vera storia di Long John Silver" (gran libro, anche se continuo ad amare ancora di più il vero Long John di Stevenson) il passo è lungo e piacevole.
Come usa dire, i giudizi lampo possono essere così ingiusti ((C) T. Pratchett) ed il sarcasmo, specie il mio, può essere fuori luogo.
Gran bella intervista, anche se non sono in grado di apprezzare le peripezie della scrittura (per dirla con il sempre semanticamente corretto Negrore) che mi sono abbastanza ignote.
In ogni caso, mi ha fatto pensare che mettere in cantiere l'acquisto possa essere una buona idea.
Certo il fatto di aver abbastanza gradito il suo predecessore, può influire, anche se il mio retto consiglio mi ricorda che negli ultimi mesi non sono stato in grado di terminare la lettura di un romanzo e ne ho anche messi (inaudito!) un paio intonsi sullo scaffale.
Mala tempora currunt da questo lato del Lete, ma chissà... forse domani, forse l'autunno riporteranno il solito pantagruelico appetito narravativo e sarà prudente avere roba pronta.
Per il resto, lieto di rileggerla, Madame!
Quell'intervista, a posteriori, fu un errore. Non e' che io sia cambiata tanto in due anni, (anzi, Howard a dire la verita' l'avevo citato anche allora), ma avevo cercato di dare un tono piu' allegro che fu scambiato per frivolezza, superficialita', o, peggio ancora, sprezzo della materia stessa che scrivevo e dei suoi lettori. Niente di piu' sbagliato.
Non volevo far pensare che il mio libro fosse una palla, finii per convincere senz'altro molti che dovesse essere una scemenza.
Non volevo fare l'intellettuale o l'ispirata, feci la figura dell'improvvisatrice.
Insomma, un disastro. Non entrai proprio in sintonia con gli appassionati, complice il fatto che le mie letture fantasy sono parecchio a spot, anomale e variegate.
A parte la simpatia per il "personaggio" Drizzt, solo per il personaggio, che confermo.
Insomma, ho sbagliato una volta non sbaglio piu', citando l'immortale poetessa Caterina Caselli.
Grazie, e grazie per l'apprezzamento dell'intervista. Speriamo di aver cancellato quella falsa impressione di me.
Riguardo la lettura, bene spero proprio che ti torni l'appetito narrativo.
E oserei, molto presuntuosamente, ritenere che questo mio secondo libro possa reggere la sfida.
P.S: finito "la vera storia di LJS". E' uno di quei libri magnifici che sono come una boccata d'aria pura. Salmastra, in questo caso
Bell'intervista! Brava Milena!
E auguriamoci davvero che questa "Cenerentola" possa incontrare la sua fata buona
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