Dragonsbane di Barbara Hambly è stato il suo primo libro fantasy, e lo ha letto per incoraggiamento di un insegnante che voleva riportare alla lettura questo bambino che rinunciava ai libri perché lo annoiavano. E da allora Brandon Sanderson ha cominciato a leggere tutto il fantasy che trovava, compresa la serie di Robert Jordan, La Ruota del Tempo.
Sembra una storia che va continuamente a lieto fine quella di Sanderson, che è riuscito a sfuggire a una laurea in biochimica verso cui lo spingeva la madre, a comprendere la sua vera strada e a giungere in giovane età alla determinazione di fare lo scrittore. Senza contare che ha raccolto l'eredità di uno degli scrittori che amava di più.
Con Elantris e la trilogia di Mistborn Sanderson è già arrivato a un certo successo indipendentemente dal fatto di esser stato scelto per il compito più impegnativo della sua giovane carriera: quello di completare l'opera di Robert Jordan.
Il suo stile rientra nella tradizione, ma fino a un certo punto: "Voglio scrivere libri che abbiano il sapore delle grandi epopee fantasy del passato, ma che non usino le stesse trame già familiari. In Mistborn per esempio l'idea è quella di capovolgere la premessa tradizionale della storia fantasy: se immaginassimo che l'eroe della profezia abbia fallito e l'Oscuro Signore abbia dominato il mondo per gli ultimi mille anni?"
La Ruota del Tempo è rimasta a lungo nell'orizzonte di Sanderson, come egli stesso afferma, e lo ha influenzato nei suoi primi passi come scrittore: ha amato l'immensità dell'epica di Jordan, e allo stesso tempo la focalizzazione sulle vicende dei singoli personaggi, la trama che parte da un concetto molto semplice (il ragazzo di fattoria destinato a diventare un eroe e a salvare il mondo) ma che allo stesso tempo possiede una complessa scena politica e una sofisticata magia.
Sanderson è ancora stupito che il compito di terminare qust'opera sia toccato a lui.
"A volte mi sento ancora sorpreso. Strano, è passato un anno e mezzo e ancora mi capita di pensare 'Ma come diamine è successo che di tutti quelli che avrebbero potuto essere scelti, sia davvero toccato a me?' Mi sento come Sam, che porta Frodo nell'ultimo tratto verso la montagna. Sto finendo il lavoro del mio Signore, perché lui non può più portarlo a termine."
Il lavoro è ancora ben lontano dall'essere compiuto. Il primo libro (The Gathering Storm) è terminato ma ne seguiranno altri due, per completare tutto ciò che è rimasto in sospeso in questa immensa trama. Sanderson si trova comunque a proprio agio con Harriet, la vedova di Robert Jordan, che lo assiste e gli fa da editor, intervenendo qua e là con piccole modifiche del linguaggio che aiutano a mantenere la sensazione di continuità con l'opera interrotta.
Quanto alla polemica con la Red Eagle Entertainment che non era più gradita da Jordan, ma ha mantenuto i diritti per la trasposizione cinematografica, Sanderson non si sbilancia e spera che ne venga fuori qualcosa di buono. Sul proprio ruolo nel completamento della saga, osserva che Jordan non aveva alcuna intenzione di lasciare la sua creatura nelle mani di un altro, ma che "negli ultimi mesi prima della morte decise che la serie dovesse essere completata, e insistette su questo punto... Aveva immaginato due prequel e delle storie ambientate successivamente al termine della serie, ma queste nei suoi ultimi mesi di vita non erano delle priorità. Non siamo sicuri che avrebbe voluto che qualcuno le scrivesse dopo la sua scomparsa e perciò ora non c'è nessuna urgenza di affrontare questi progetti. So che gli appassionati vorrebbero vedere questi libri prima o poi ma vi prego di rispettare quella che sarà la decisione finale di Harriet al riguardo."
Meglio scrivere la parola fine che aggiungere brutti libri a una bella serie, e Sanderson spera di non deludere gli appassionati.
Per chi è in grado di leggerla in inglese, abbiamo incluso il link all'intervista originale.
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