L'antologia Passi nel tempo, di Enrico Di Stefano, ha vinto il Premio Italia 2008, nella categoria "miglior romanzo o antologia personale fantasy".
Di Stefano non è esattamente un debuttante. E' noto da molti anni nel fandom fantascientifico come curatore della fanzine Fondazione. I suoi racconti sono stati pubblicati in varie testate, sia cartacee che on line.
L'antologia qui presentata vuole essere un compendio della produzione di Di Stefano, che spazia su diversi territori del fantastico.
Nel volume troviamo quindi fantastico storico, mistero, un pizzico di horror e soprattutto parecchia fantascienza. Di vero e proprio fantasy non ne troverete. D'altra parte nella stessa introduzione l'autore viene presentato come scrittore di fantascienza.
Sembra in verità che proprio l'autore sia più a suo agio con il genere fantascientifico e con una concezione del fantastico molto "classica" legata alla tradizione di H.P. Lovecraft e Sheridan Le Fanu, tanto per citare due esempi. Il che lo fa entrare in modo molto tangente nel dominio del fantasy.
Trattandosi di un'antologia, anche se di un solo autore, ora disarticolerò il giudizio concentrandomi sui singoli racconti:
1 - Adquireret Britanniam
E' un esempio di fantastico storico; durante la campagna di Britannia una misteriosa creatura, evocata magicamente da un Druido, affligge le legioni romane. Il racconto ha una costruzione solida e personaggi ben caratterizzati, ma si intuisce fin troppo presto come verrà sconfitta la creatura. ***
2 - Krak des Chevaliers
Sotto la crosta del racconto storico riaffiora la fantascienza. Durante le crociate un guerriero musulmano viene in possesso di un'arma terribile, di origine aliena, che potrebbe rovesciare le sorti del conflitto. Lascia l'amaro in bocca perchè, pure se ben costruito, sembra risolto frettolosamente nel finale. **
3 - L'Isola di Frobisher
Un racconto di viaggi e di scontri con creature misteriose. Deve molto a Edgar Rice Burroughs. Nulla aggiunge e nulla toglie al lettore. Scorrevole. ***
4 - L'architetto
L'intento è quello di sorprendere il lettore con un classico finale a sorpresa. Non è nulla di più di un aneddoto, che potrebbe anche evolversi verso il racconto, ma rimane compresso. **
5 - La Porta dell'Inferno
Enfatico e pretenzioso. Le artificiose pause spezzano il ritmo della narrazione, che anche in questo caso risulta compressa. Non c'è una vera e propria storia, ma solo delle sensazioni soggettive del protagonista. C'è la cornice intorno. Ma manca il filo di una vicenda in particolare. **
6 - Vostok Zero
La vicenda in questo caso c'è. Non fa gridare alla originalità ma è ben raccontata. Il proposito di realizzare un racconto di fantascienza ucronica è ben svolto. ****
7 - Il Dissidente
Il respiro è troppo ampio per il risultato finale. Le buone idee del racconto sono compresse in quella che sembra la sinossi di un potenziale romanzo, ma non un racconto focalizzato su una ben precisa vicenda. **
8 - The Great Zimbabwe
E' un racconto sicuramente ambizioso. Si inserisce in una cornice più ampia, un universo fantascientifico che racconta le vicende di un futuro dalla stravolta geografia politica. Funziona, perché riesce a non perdere di vista la vicenda singola e valorizza allo stesso tempo il contesto generale. ****
9 - Sotto il segno di Venere
Un'altra vicenda ambientata nell'universo narrativo del precedente racconto, che potremmo definire del "Grande Tracollo". Stavolta però non riesce ad evolversi verso una direzione precisa, facendo prevalere il quadro complessivo sulle vicende dei protagonisti. **
In generale quindi un'antologia scritta con eleganza e dotta competenza, ma che ci mostra un narratore che piano piano, con umiltà, sta affinando le armi del mestiere, dopo anni di militanza redazionale.
Le potenzialità di crescita ci sono. Lodevole è il fatto che l'editore ne proponga anche la versione elettronica legale, se volete ridurre al minimo l'investimento.
Trovate tutte le informazioni, insieme ad alcuni download gratuiti, sul sito dell'editore, nell'elenco delle risorse in rete in fondo a questo articolo.
2 commenti
Aggiungi un commentoResta la curiosità, senza nulla togliere all'autore: come ha fatto a vincere il Premio Italia 2008, nella categoria "miglior romanzo o antologia personale fantasy"???
Dice benissimo il recensore quando afferma che mi trovo più a mio agio con una concezione classica del fantastico. Quest'ultimo, almeno per me, è proprio quello, inquietante e da brivido, di Lovecraft e Poe.
L'espressione "Fantasy", anche nei paesi anglofoni, non sta ad indicare necessariamente le opere di cui sono protagonisti elfi, gnomi e folletti.
E poi le storie con cavalieri armati di spadone, draghi e troll non sono nelle mie corde. Forse la mia cultura di uomo mediterraneo me li rende in qualche modo estranei. Preferisco le "ghost story", ad esempio, che trattano di sentimenti universali.
Rispondo con piacere al commento del Signor Paris. L'antologia comprende quattro storie fantastiche - quindi fantasy nell'accezione inglese del termine - quattro di fantascienza ed una di più complessa attribuzione. La "science fiction" dovrebbe appartenere - almeno così sostengono studiosi degnissimi di considerazione - al macrogenere fantastico. Facciamo l'addizione e, nel complesso, otteniamo nove racconti di "genere fantastico". Se le cose stanno così, la candidatura nella sezione "Migliore Opera di Fantasy" ci dovrebbe stare tutta. Questa è la mia interpretazione, ma non mi ritengo depositario di nessuna verità assoluta.
Vi ringrazio per aver espresso i vostri pareri.
Enrico Di Stefano
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID