“Ma dopo il grande errore della ragione, altri Abomini, e fra essi il più potente. Non uno, ma tutti hanno parte. Anche quelli che guidano al non essere, alla minaccia che viene dall’Origine. Il Nulla ha ritrovato la via. Trovate gli antichi segreti, la soluzione è in ciò che sta oltre i Regni. Indegni, eppur prescelti. Due sangue di regina e dolore del deserto, uno dalle stanze del piacere. Due per la saggezza, uno per la follia. Due nel deserto vivente, uno oltre le cime rosa. Le tre chiavi riannodano i fili. Il quarto, mano lontana che può scioglierli. Solo i puri portano alla luce, e il più potente è uno di essi. Non può morire ciò che non è vivo, ciò che è morto non può essere ucciso. Ciò che è unito non può essere diviso, ciò che è diviso non può essere riunito. Ma ciò che è spezzato deve ricongiungersi. Questa è la chiave del nuovo equilibrio. Vi sia forza fra i figli di Anaba, per prepararsi a ciò che deve venire."
I Maghi degli Elementi
E' già in tutte le librerie il secondo capitolo della Saga della Regola, I Maghi degli Elementi di Milena Debenedetti. Un'avventura piena di mistero che ci trasporta ancora una volta nei luoghi del primo romanzo: Il Dominio della Regola.
Tutti i diritti riservati ©2009 Milena Debenedetti e Associazione Delos Books
33 commenti
Aggiungi un commentoBrrrrrr rettorica da comizio degli anta! :
Comunque, la mia difficoltà si è manifestata di più non con i toponimi, ma per i nomi dei personaggi.
Questa polemica mi era sfuggita, ma del resto su FM ne spuntano talmente tante che è difficile star dietro a tutte... Avessimo tanti posti di lavoro quanti sono i prof di fantasy che ci son qui avremmo risolto la disoccupazione.
Yellow Kid, i passi della Strazzulla "ben strutturati, brillanti, briosi, dallo stile accattivante"? Ma LOL! Sono di una noia mortale, deja vu e pieni di incongruenze. Ha solo una cosa buona, lo stile (anche se troppo ampolloso). Per una diciasettenne però. Sicuramente si affinerà, per lo stile. Per l'impianto narrativo non ne ho idea. Il primo lasciava decisamente a desiderare, il secondo mi dicono sia meglio ma avendo già dato col primo, passo.
Non ho ancora letto il secondo di Milena, cosa che farò perchè il Dominio della Regola mi era piaciuto e ha una sua originalità, anche se per me la seconda parte ha meno mordente; ma dire che la Strazzulla ha uno stile migliore significa avere gli occhi foderati di prosciutto o voler fare polemica gratuita (e molti di queli che sono intervenuti sono specialisti in questo... Oppure essere parente dell'autrice. E' un'altra possibilità, certo.
Io ho letto il libro, e l’ho trovato ottimo, quanto il primo.
La parte dedicata a Temlan è davvero suggestiva, tanto che ho odiato gli stacchi con protagonisti i ‘delinquenti’, che interrompevano l’azione e caricavano la suspense. Poi ho iniziato ad amare anche loro e le loro rispettive storie, fino alle varie sorprese della parte centrale.
Sinceramente non capisco le critiche negative e soprattutto frasi come “è scritto male”. Mi piacerebbe sapere su quali basi si fonda un’affermazione del genere e quali ragioni tecniche porterebbe chi l’ha fatta. La sintassi è ottima, non zoppica, scorre veloce, il lessico è ricco e fantasioso, la struttura incuriosisce il lettore portandolo a immedesimarsi con i vari personaggi a uno a uno. Questi, poi, sono costruiti a regola d’arte. Mai macchiette bidimensionali prese in prestito da altre decine di romanzi del genere. Le caratterizzazioni avvengono attraverso gesti, parole, anche grazie a una sapiente costruzione dei dialoghi e degli incisi.
Complimenti dunque a Milena e buon lavoro! (In quanto mi pare di aver capito che ne manca un terzo...)
E' una frase lecita. Non motivata ma lecita. Ma io sinceramente non ci tengo per nulla a farmela motivare di più, dato che la frase viene da chi fa tutta una disquisizione pseudoaristotelica per dimostrare che qui non si accettano critiche, facendo finta di non capire cosa ci sia di sbagliato nel post d'apertura.
Il primo m'è piacuto, ma davvero tanto! Questo secondo non l'ho letto... non è un buon momento per le letture e per gli acquisti, per me. Ma non dubito che lo troverei altrettanto valido, perché il primo non è stato semplicemente un libro che m'è piaciuto. E' stato un libro che mi ha proprio "convinto" del valore di Milena, sia sul piano stilistico che sulla capacità di imbastire trame. Nonché nel mettere in piedi un romanzo d'evasione che però il cervello non te lo fa spegnere mai.
(Poi ovviamente ci spiegheranno che a pagina 57 si vede svolazzare un fringuello verdazzurro del Burundi, ma nel Burundi tutti i fringuelli sono verde-celesti. Imperdonabile variazione di palette cromatiche per lettori letterariamente daltonici)
Un po' in ritardo, rispondo.
Grazie Irene: se non altro i tuoi sono commenti di qualcuno che il libro l'ha letto.
E grazie Metalupo per la fiducia.
Questa discussione, un po' grottesca e un po' surreale a volte, e' il perfetto esempio di quanto possa essere frustrante, fuorviante, squlibrato (nel senso di mancante di equilibrio, non nel senso di pazzo) il discorso sul fantasy italiano, e quanta animosita' mal riposta si possa scatenare all'improvviso.
Preferirei non aggiungere altro, mi riservo per dopo eventuali considerazioni, tanto poi arrivera' qualcuno che dira' che qui non si risponde ai commenti ecc ecc, e dopo aver tentato in tutti i modi di provocare senza riuscirci andra' da qualche altra parte a sibilare indisturbato, per vendetta, che il mio romanzo e' di quelli da lasciare incellofanati sullo scaffale come quello della Strazzulla.
Ogni riferimento NON e' puramente casuale.
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