- E basta, Zoern. – intervenne Linedhr, con aria imbarazzata. – Non possiamo farci notare proprio ora.
Questa seconda frase ottenne il risultato di farlo smettere, anche se per la verità un padrone che massacrava un servo di botte non era scena così insolita da suscitare attenzione nel locale. Infatti nessuno aveva alzato lo sguardo o interrotto le conversazioni. La ragazzina si rannicchiò tremante, appoggiata al tavolo. Aveva un occhio gonfio e dal labbro spaccato le colava del sangue.
Ansimando, Zoern cercò di calmarsi. - E tu sei ancora qui? – apostrofò Linedhr, che si affrettò a eclissarsi ed eseguire gli ordini.
Deter aveva assunto anche lui un’aria imbarazzata. Siastra, invece, come ogni buon Farni era rimasta indifferente allo spettacolo, continuando a spazzolare lo stufato fino in fondo al tegame. Il silenzio si era fatto pesante.
- Andiamo – borbottò Zoern, cupo – questa ha bisogno di svegliarsi. Sarà anche muta, sarà anche tonta, ma abbiamo dato troppo peso alle sue premonizioni, e più di una volta ci ha portati fuori strada. Da quando siamo a Deresia, poi, non ha fatto che procurarci guai.
- E’ vero – annuì Siastra, con la bocca piena, finendo di inghiottire l’ultimo boccone di pane. – Piagnucola, gesticola, e non si capisce cosa voglia dire. Neanche Linedhr ci riesce, ormai. Prima lui ci capiva qualcosa, almeno.
- Per me sta uscendo di testa del tutto. Prima o poi me ne dovrò sbarazzare, non è stata un buon affare, e se non riesce a fare neanche i suoi lavoretti ci sarà solo di peso. Adesso rialzati, e siediti, stupida.
L’espressione di Zoern cambiò di colpo, e si disinteressò della ragazzina. Stava guardando di sottecchi una figura che era entrata nel locale, da sola, e si era seduta a un piccolo tavolo al centro, spazzolandolo con un fazzoletto prima di poggiarvi i gomiti.
- Perfetto – mormorò. – Quello è perfetto.
Siastra, che appoggiata al muro di traverso riusciva a seguire la direzione dello sguardo, osservò a sua volta il nuovo venuto. Deter invece gli dava le spalle e non poteva voltarsi senza attirare l’attenzione.
- Ma è un uomo o una donna? - si chiese la Farni, perplessa.
- E che ne so. Però è da solo, disarmato, e ha l’aria di avere una borsa piena.
- Non mi piace, Zoern, sembra troppo facile. Possibile che un riccone così ben vestito se ne vada in giro di sera senza scorta e senza armi?
- Controlleremo. Se c’è una scorta qui fuori Lin la vedrà senz’altro. Ma di solito se li portano dentro. No, ascolta me: è chiaro che questo è uno di quei tipi che non si curano del pericolo, è troppo smorfioso e pieno di boria per pensare che qualcuno possa aggredirlo. Mi sa di un qualche cortigiano, un poeta, un musicista… uno di quegli artisti parassiti, insomma. E’ quasi un piacere ripulire uno così. Aspettiamo che esca, faremo un lavoretto silenzioso.
Incuriosito dalla conversazione, alla prima occasione, fingendo di raccogliere un oggetto caduto, Deter si chinò e diede un’occhiata furtiva.
Vide una persona molto giovane, vestita di un completo di lussuoso velluto marrone ornato di pizzi: braghe attillate e un giubbotto lungo dal collo alto. I capelli chiari erano abbastanza corti e mossi, il viso pareva avere una traccia di belletto. Eppure, nell’insieme, sia per un certo non so che nell’aspetto, sia per il fisico, sottile ma privo di forme, sembrava più un uomo che una donna. Lo sguardo degli occhi scuri mostrava disgusto per l’intero universo.
Per una volta si sentì di dar ragione a Zoern: quello era un tipo molto strano ma non pareva pericoloso.
Per parte sua, Venja, dalla posizione in cui era, senza neppure voltarsi, sembrava aver avvertito la nuova presenza. Aveva gli occhi dilatati in un terrore infinito, come chi ha visto un demonio in persona, e se in quel momento Zoern avesse continuato a ucciderla di botte, non se ne sarebbe neppure accorta.
33 commenti
Aggiungi un commentoBrrrrrr rettorica da comizio degli anta! :
Comunque, la mia difficoltà si è manifestata di più non con i toponimi, ma per i nomi dei personaggi.
Questa polemica mi era sfuggita, ma del resto su FM ne spuntano talmente tante che è difficile star dietro a tutte... Avessimo tanti posti di lavoro quanti sono i prof di fantasy che ci son qui avremmo risolto la disoccupazione.
Yellow Kid, i passi della Strazzulla "ben strutturati, brillanti, briosi, dallo stile accattivante"? Ma LOL! Sono di una noia mortale, deja vu e pieni di incongruenze. Ha solo una cosa buona, lo stile (anche se troppo ampolloso). Per una diciasettenne però. Sicuramente si affinerà, per lo stile. Per l'impianto narrativo non ne ho idea. Il primo lasciava decisamente a desiderare, il secondo mi dicono sia meglio ma avendo già dato col primo, passo.
Non ho ancora letto il secondo di Milena, cosa che farò perchè il Dominio della Regola mi era piaciuto e ha una sua originalità, anche se per me la seconda parte ha meno mordente; ma dire che la Strazzulla ha uno stile migliore significa avere gli occhi foderati di prosciutto o voler fare polemica gratuita (e molti di queli che sono intervenuti sono specialisti in questo... Oppure essere parente dell'autrice. E' un'altra possibilità, certo.
Io ho letto il libro, e l’ho trovato ottimo, quanto il primo.
La parte dedicata a Temlan è davvero suggestiva, tanto che ho odiato gli stacchi con protagonisti i ‘delinquenti’, che interrompevano l’azione e caricavano la suspense. Poi ho iniziato ad amare anche loro e le loro rispettive storie, fino alle varie sorprese della parte centrale.
Sinceramente non capisco le critiche negative e soprattutto frasi come “è scritto male”. Mi piacerebbe sapere su quali basi si fonda un’affermazione del genere e quali ragioni tecniche porterebbe chi l’ha fatta. La sintassi è ottima, non zoppica, scorre veloce, il lessico è ricco e fantasioso, la struttura incuriosisce il lettore portandolo a immedesimarsi con i vari personaggi a uno a uno. Questi, poi, sono costruiti a regola d’arte. Mai macchiette bidimensionali prese in prestito da altre decine di romanzi del genere. Le caratterizzazioni avvengono attraverso gesti, parole, anche grazie a una sapiente costruzione dei dialoghi e degli incisi.
Complimenti dunque a Milena e buon lavoro! (In quanto mi pare di aver capito che ne manca un terzo...)
E' una frase lecita. Non motivata ma lecita. Ma io sinceramente non ci tengo per nulla a farmela motivare di più, dato che la frase viene da chi fa tutta una disquisizione pseudoaristotelica per dimostrare che qui non si accettano critiche, facendo finta di non capire cosa ci sia di sbagliato nel post d'apertura.
Il primo m'è piacuto, ma davvero tanto! Questo secondo non l'ho letto... non è un buon momento per le letture e per gli acquisti, per me. Ma non dubito che lo troverei altrettanto valido, perché il primo non è stato semplicemente un libro che m'è piaciuto. E' stato un libro che mi ha proprio "convinto" del valore di Milena, sia sul piano stilistico che sulla capacità di imbastire trame. Nonché nel mettere in piedi un romanzo d'evasione che però il cervello non te lo fa spegnere mai.
(Poi ovviamente ci spiegheranno che a pagina 57 si vede svolazzare un fringuello verdazzurro del Burundi, ma nel Burundi tutti i fringuelli sono verde-celesti. Imperdonabile variazione di palette cromatiche per lettori letterariamente daltonici)
Un po' in ritardo, rispondo.
Grazie Irene: se non altro i tuoi sono commenti di qualcuno che il libro l'ha letto.
E grazie Metalupo per la fiducia.
Questa discussione, un po' grottesca e un po' surreale a volte, e' il perfetto esempio di quanto possa essere frustrante, fuorviante, squlibrato (nel senso di mancante di equilibrio, non nel senso di pazzo) il discorso sul fantasy italiano, e quanta animosita' mal riposta si possa scatenare all'improvviso.
Preferirei non aggiungere altro, mi riservo per dopo eventuali considerazioni, tanto poi arrivera' qualcuno che dira' che qui non si risponde ai commenti ecc ecc, e dopo aver tentato in tutti i modi di provocare senza riuscirci andra' da qualche altra parte a sibilare indisturbato, per vendetta, che il mio romanzo e' di quelli da lasciare incellofanati sullo scaffale come quello della Strazzulla.
Ogni riferimento NON e' puramente casuale.
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