Speri di raccogliere Chiron in volume?
Se proprio devo sperare in qualcosa, credo che il primo posto spetti all’eventualità di conquistare l’interesse di un editore. Finora non ho trovato porte aperte. Nemmeno con un
vecchio Kid dietro. Del resto, il mio disegno è particolare, e capisco bene che non suscita un consenso immediato. Per leggere, poi, bisogna sedersi e fare un piccolo sforzo. Non è da tutti. Soprattutto oggi, abituati come siamo a fumetti che per lo più mostano i muscoli. Nei tempi lunghi, perché no. Certo. Mi piacerebbe vedere un giorno Chiron raccolto in volume.
E il futuro del fumetto?
E’ incerto quanto il futuro stesso dell’umanità. Insieme a tutte le espressioni del suo ingegno. Tuttavia, il fumetto più di altre forme artistiche soffre di una forte subordinazione ai dettami del commercio. E il consumo oggi si nutre di pura immagine a discapito della sostanza. Si vedano le attuali insensatezze televisive, basate sull’estetica del sesso patinato o sulle finte realtà predigerite. Si pensa ad apparire più che a essere, e questo influenza le scelte di ogni campo. Così vediamo spuntare sulla ribalta italiana molti giovani talenti nell’ambito del disegno e veramente pochi nel campo della scrittura. Nel nostro paese sviliamo la nostra lingua quanto in Gran Bretagna ne fanno, invece, un vanto ai limiti del nazionalismo. Usiamo solo gli occhi, ma con il cervello in stand by. Per di più guardiamo esclusivamente quel che ci piace, e tralasciamo di informarci sul resto. Questo può rassicurarci, ma ci rende ogni giorno più poveri. Il futuro del fumetto non è roseo, a mio avviso. Anche in questo settore, oggi vince l’omologazione. Se non vogliamo che il fumetto si trasformi definitivamente solo in un album di belle immagini da sfogliare, dovremo darci una svegliata e riattaccare la spina del cervello.
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