“Un nano afferra il suo magnifico martello da guerra. Con cuore impavido è in piedi. Sta lottando nel nome di Odino. Un arciere lo segue da lontano. Sta osservando il fiero soldato. Essi credono di infrangere la terribile legge”.

(Dalla traduzione di In the name of Odin).

Voglia di fantasy metal nostrano? Potete deliziarvi con gli Spellblast, ottima alternativa agli Elvenking e il cui nome in evidente chiave fantastica è stato preso dall’appassionante gioco di carte Magic The Gathering

Horn Of Silence mette in mostra le loro doti combattive dopo ben sette lunghi anni di attesa, periodo in cui il sestetto bergamasco ha avuto modo di caratterizzare al massimo un sound che segue il filone power metal con forti influenze folk e medievaleggianti. La scelta di adottare simili sonorità, come spiegano loro stessi nelle interviste, non si basa sulla decisione di arricchire semplicemente i brani con qualcosa in più rispetto al metal classico, ma piuttosto sull’inserimento vero e proprio di un contesto fantasy in cui il fattore epico si mescola appieno con la tradizione celtica europea.  

Potremo così ascoltare canzoni molto singolari come Goblin's Song, così piacevole, orecchiabile e persino divertente da farvi venire voglia di ballare.

Ma il canto dei Goblin non è certo l’unica chicca dell'album. Horn of Silence racchiude infatti tutti gli elementi indispensabili per un power metal solido e fiero, perfezionato da svariati ornamenti melodici e decorazioni sinfoniche. Calzano a pennello come esempio i brani Lost in the Forest e Losing Reality, mettendo in mostra passaggi ultra-tecnici e virtuosi, In the Name of Odin per gli immancabili cori emozionanti, The Legend of the Ice Wolf per le orchestrazioni cinematografiche di tutto rispetto e Knights of Darkness, la cui atmosfera tetra si pone al pari degli spettri Nazgul de Il Signore degli Anelli, a cui è stato chiaramente dedicato il brano.

Tutto si integra alla perfezione in un sound piacevole e coinvolgente di grande suggestione, la cui  sprezzante epicità di sottofondo, coi suoi tamburi battenti e i violini trionfanti, non mina affatto la fluidità del disco, peraltro favorita dagli spettacolari assoli di chitarra elettrica di Luca Arzuffi, lanciati a un ritmo travolgente, e alla voce squillante del vocalist Jonathan Spagnuolo, simile in alcuni tratti a quella del cantante dei Blind Guardian e perfettamente bilanciata in ogni pezzo.

Una registrazione qualitativamente migliore e l’accorciamento di alcune parti un po’ ripetitive avrebbero valorizzato ancor di più il lavoro svolto, che, in ogni caso, sorprenderà gli appassionati del genere, tenendo conto soprattutto che i punti di forza di un album come Horn of Silence sono riscontrabili raramente in una formazione ancora in fase di esordio come la loro.

Con la loro musica gli Spellblast hanno dimostrato di avere stoffa da vendere. Non ci resta che aspettare con trepidazione il loro secondo album.

Tracklist:

In The Name Of Odin

Lost In The Forest

Losing Reality

Glory To The Gem

Goblins’ Song

Legend Of The Ice Wolf

Sign Of The Unicorns

Resurrection

Knights Of Darkness

Formazione:

Jonathan Spagnuolo – voce

Luca Arzuffi – chitarra

Claudio Arzuffi – chitarra

Xavier Rota – basso

Alberto Baldi – batteria

Ivan Dellamorte – tastiere