Quando il primo libro di Harry Potter è arrivato sugli scaffali niente faceva prevedere che sarebbe nato un fenomeno. Non era un bestsellers annunciato, supportato da grandi campagne pubblicitarie. Il fenomeno è nato naturalmente per passaparola finché non ha fatto "massa critica" nei media, e il resto è storia. Questo significa che gli illustratori di copertina che si occuparono delle varie edizioni di Harry Potter e la Pietra Filosofale non furono selezionati con criteri particolari se non quello di saper disegnare "una storia per bambini". Serena Riglietti, autrice delle illustrazioni dell'edizione italiana, ha ricordato spesso che nulla faceva prevedere che da quel primo incarico sarebbe seguita una lunga collaborazione con il maghetto di J.K.Rowliing.
Alcuni di questi illustratori erano professionsiti affermati, altri all'inizio della carriera, ognuno di loro con la propria sensibilità e abilità. Il risultato è un'ampia gamma di interpretazioni diverse della stessa storia, e una dimostrazione pratica delle infinite possibilità dell'immaginazione. Ecco perché la qualità delle copertine dei libri della Rowling varia così tanto nelle varie edizioni internazionali.
Alcuni paesi hanno acquistato le copertine originali inglesi e riprodotto quelle, ma si tratta di una minoranza. Diversamente da quanto capitato in altre occasioni, in questo caso ogni paese ha realizzato le proprie immagini. Per un appassionato di illustrazione è interessante far scorrere la galleria delle varie edizioni internazionali; la prima cosa che colpisce è quanto molte copertine siano diverse tra loro per impostazione, realizzazione tecnica, e per l'effetto finale che lasciano nel lettore. È una caratterizzazione che si basa equamente sulle scelte del singolo illustratore e sul retaggio culturale e le tradizioni dei singoli paesi.
La prima differenza sensibile tra un'edizione e l'altra è l'impostazione di fondo: cosa fare, immagini per bambini (più rassicuranti, accettabili, gestibili) o per ragazzi (inquiete, sofisticate, anche cupe)? Di edizione in edizione, la risposta cambia. Ovviamente c'è un'evoluzione corrispondente a quella evidente nei libri, che si fanno via via più duri e adulti, ma osservate, ad esempio, le copertine dell'Ordine della Fenice: la differenza tra l'edizione giapponese e quella danese è talmente grande che non sembrano neppure accompagnare lo stesso testo. L'illustratore giapponese ha evitato abilmente di caratterizzare Harry con uno stile manga andando all'estremo opposto; un mondo sognante e colorato fatto con campiture di colore piene, senza una singola linea di contorno. Una bella immagine, semplice ma non banale. La copertina danese è altrettanto valida, solo assolutamente opposta, così oscura ed emozionante, e palesemente pensata per un'altra fascia d'età.
Efficace la scelta ucraina di raffigurare i personaggi con i volti degli attori che li hanno portati sullo schermo. La differenza con le immagini che precedono i film è evidente: dopo l'arrivo del primo film su grande schermo, Harry è Daniel Radcliffe. L'edizione francese sposa l'idea di un'impostazione minimalista, a metà strada tra l'infantile e il primitivo, ottenendo un risultato non particolarmente attraente.
Concludendo, c'è una scelta precisa che accomuna davvero tutte le edizioni: quella di non raffigurare scene particolarmente impegnative da realizzare. La saga della Rowling è piena di scene immaginifiche e visionarie come l'arrivo della nave di Durmstrang, gli scontri con i draghi, la battaglia di Hogwarts nel sesto libro, solo per citarne alcune, ma sono tutte situazioni che nelle copertine dei libri semplicemente non compaiono (La nave di Durmstrang appare in una sola edizione, quella giapponese). La scelta più diffusa è in favore di immagini anche bizzarre e slegate dalla storia, come capita spesso nel caso delle copertine italiane.
Le copertine di Harry Potter
Una carrellata-confronto tra diversi modi di interpretare il tema della copertina dei libri di Harry Potter
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