Una delle fusioni del secolo, senza dubbio. Può anche portare agli appassionati delle preoccupazioni, ma probabilmente chi ha deciso questa mossa (il presidente Bob Iger) aveva delle idee ben precise in mente. L'acquisizione della Marvel avverrà secondo un accordo che prevede il pagamento agli azionisti parte in denaro (30 dollari per azione) e parte in azioni della Disney (0,745 azioni Disney per azione Marvel posseduta). Il titolo Marvel è comunque scattato al rialzo appena saputa la notizia, mentre è crollato il valore delle azioni Disney. Questa caduta in parte si giustifica con l'enorme costo dell'acquisizione (qualsiasi società che spenda o perda capitali subisce generalmente un ribasso immediato in borsa), in parte con qualche perplessità sull'operazione.
Una delle prime impressioni è che la Disney, legata ai suoi grandi successi classici, cerchi di recuperare con questa mossa un declino proprio nei personaggi dell'animazione e del fumetto. Non manca il timore che i supereroi Marvel stiano per avere un tracollo, perché la Disney finirebbe certamente per soffocare con il suo "vecchio" dirigismo la fantasia degli artisti della casa controllata. Pare tuttavia che le menti dietro questo affare cerchino di scongiurare l'eventualità.
"La Marvel" dice Bob Iger, "sa capire alla perfezione come funzionano i propri personaggi e le proprie trame. In questa acquisizione un vantaggio che ci interessa è proprio acquisire autori così esperti nel gestire le loro storie."
Il direttore generale della Marvel, Ike Perlmutter, rimarrà comunque al proprio posto: inoltre Bob Iger ha dichiarato che i manager della Marvel hanno fatto un ottimo lavoro finora e continueranno a ricoprire le proprie posizioni.
Va comunque detto che la Disney era tutt'altro che priva di menti e braccia per la realizzazione delle proprie opere. Tramite le sue controllate (Hyperion e Disney Worldwide Publishing) mantiene un saldo controllo nel mercato dedicato ai bambini, e ha spostato di recente il suo interesse al pubblico dei ragazzi con personaggi come Artemis Fowl e il prossimo Prince of Persia. I contenuti Disney in parte erano realizzati su licenza da altre case come la Boom! Studio e la Slave Labor Graphics. Insomma la Disney si stava già difendendo. Ma non sempre con successo: mentre da noi in Europa i vecchi eroi Disney vanno ancora forte, negli USA Paperino e Topolino stanno languendo, in un mercato che desidera sempre meno le ristampe delle loro vecchie storie. Per quanto riguarda i lungometraggi la Disney ha impostato già anni fa un'ottima collaborazione con la Pixar (salvo qualche dissidio che si è risolto quando alla fine l'ha acquisita), ma questo dimostra ancora una volta la necessità di andare a cercare il talento fuori dalle proprie mura di casa.
La Disney domina ancora nel mercato dedicato a pubblico femminile giovane (con successi come Hannah Montana, High School Musical) ma con il pubblico dei ragazzi e quello dei giovani adulti si trova in difficoltà. La Marvel tra alti e bassi ha creato una quantità di supereroi che suscitano il consenso di un numeroso pubblico maschile, di varie fasce d'età. Negli ultimi anni ha dimostrato di saper seguire una strategia vincente riuscendo a mantenere l'attenzione dei ragazzi più giovani mentre conquistava il pubblico di tutte le età.
Quindi tra le sinergie sperate in questo accordo c'è sicuramente l'accoppiata tra la scuderia di scrittori Marvel (con i loro eroi) e l'apparato di pubblicazione e marketing molto più potente della Disney. Nulla di meglio che impadronirsi di personaggi di successo come gli X-Men, Spider-Man e Wolverine. C'è un problema relativo ai film, tuttavia. La Marvel, che non aveva un braccio distributivo potente come quello della Disney, ha per forza dovuto sottoscrivere accordi per la distribuzione dei suoi film, accordi che ora non può immediatamente invalidare.
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