Il prossimo 23 ottobre, la conosciutissima Silvana De Mari pubblicherà per Lindau il suo nuovo libro, l'antologia di racconti Il cavaliere, la strega, la morte e il diavolo.
Per la prima volta, la scrittrice si confronterà con il pubblico degli adulti, scrivendo un libro dalle tinte forti, morali, con una profonda e sottesa riflessione sulla vita e sulla morte.
Complessivamente l'antologia si articola in nove racconti e un mini saggio, diversi per ispirazione e ambientazione, ma accomunati da un messaggio di fondo in cui il dolore, la violenza e la crudeltà del destino umano sono trasfigurate da un sentimento di compassione che dischiude una nuova speranza per l'umanità; la De Mari, formatasi come medico chirurgo, tenta d'indagare con questo lavoro i meandri più segreti dell'animo umano, con la consueta predilezione per quelli femminili.
Chiude l'opera un saggio sul tema della morte, introdotto dall'autrice stessa nella quarta di copertina.
A dare il titolo all'antologia è un racconto liberamente ispirato ai personaggi dell'Opera dei Pupi, che vi presentiamo in anteprima.
Il cavaliere, la strega, la morte e il diavolo
Il racconto che dà il titolo all'antologia di Silvana De Mari, ispirato all'epopea dei Pupi Siciliani, la cui protagonista è una Bradamante stracciona, alle prese con l’invasione musulmana, l’Inquisizione e il martirio delle streghe.
LeggiLa quarta:
Il libro raccoglie nove racconti di diversa ispirazione e un breve saggio sulla morte.
Dà il titolo un fantasy ambientato in una Sicilia un po’ medievale e un po’ no (il suo riferimento è l’opera dei pupi), la cui protagonista è una Bradamante stracciona, alle prese con l’invasione musulmana, l’Inquisizione e il martirio delle streghe.
Il secondo racconto attraversa il Mediterraneo, il terzo parla di un’orrenda mutilazione. Il quarto e il quinto sono collegati tra di loro e sono trasposizioni reinventate di due morti vere, quella di Zi’ ’Ngiulillo (Zio Angelo De Mari) – sacerdote morto con i garibaldini sul Volturno – e quella del fratello di mio nonno, Enrico Ventrone – detto il Professore, perché conosceva a memoria il dizionario di latino – fucilato dai tedeschi per aver avvertito e fatto fuggire dei ricercati. Poi ci sono alcune storie contemporanee e un lungo racconto forse di fantascienza.
E, infine, un saggio sulla morte. Perché un saggio sulla morte? Perché tutte le storie raccontate dagli uomini, dalle donne o dai bambini, dall’inizio del mondo, parlano della morte, anche quelle dove la morte non compare, dove tutto va bene. Perché la nostra capacità di raccontare nasce per ingannare l’attesa della morte, la coscienza che siamo mortali.
Questa coscienza l’abbiamo solo noi. Qualche volta ce ne dimentichiamo, ma in realtà essa è sempre con noi, come un avvoltoio sulla spalla. O forse come un angelo custode, perché, se ne fossimo privi, tutto sarebbe insulso, privo di senso.
È questa la dannazione, ma anche la meraviglia, di essere uomo. O donna. O bambino.
L'autrice:
Silvana De Mari è un medico. Un medico che scrive. Ha un figlio, un marito, una sorella, nipoti, alcuni amici e dei vicini di casa. Vive in mezzo ai boschi e alle vigne. Ha un cane e lo porta fuori tutte le mattine, in mezzo alle vigne e ai boschi. Possiede un minuscolo frutteto e sa potare.
Tra i suoi libri, ricordiamo i fantasy di straordinario successo: La bestia e la bella, L’ultimo elfo, L’ultimo orco, Gli ultimi incantesimi e il saggio Il drago come realtà (tutti editi da Salani).
Silvana De Mari, Il cavaliere, la strega, la morte e il diavolo
Collana Le Storie - Lindau
248 pagine - ISBN: 978-88-7180-837-6
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