Cominciamo col dire che Kasarai “doveva” essere presente, essendo l'autore che ha svelato l'origine mitologica di Melissa, alias Hassilhem, proprio in Pazuzu. Non era possibile escluderlo. L'esperienza è stata molto istruttiva e gratificante, perché mi ha fatto toccare con mano una realtà di cui sospettavo l'esistenza, e cioè che in Italia si può “far squadra”, ribaltando il luogo comune che gli scrittori sono soltanto dei narcisi, individualisti ed egoisti. Ne approfitto anche per svelare anche due chicche presumo inedite: la prima, che la squadra ha triplicato i suoi giocatori perché molti – scrittori ovvio, e neppure dell'ultima ora – hanno chiesto di “entrare” e di poter presenziare in prossime esibizioni “in coro”; e nei prossimi due anni leggerai le conseguenze di tanto benefico allargamento. La seconda, che Bad Prisma è l'Epix che è andato meglio in termini di vendite. Però non voglio tirarmi indietro come curatore perché questa categoria di inquieti lettori che si accostano ai libri con il pennarello in mano alla caccia di svarioni (che ci sono e che ci saranno sempre perché siamo umani e sbagliamo…) necessita di una risposta… Guarda, esiste una spiegazione e tu l'hai sfiorata nella tua introduzione: la mia tastiera è veramente indemoniata. Ridiamone pure, io sono il primo a sganasciarmi. Poi chiedi a Franco Forte da dove vengono quei deliranti sghiribizzi di font in Pazuzu (il PDF per la stampa era pulito come la biancheria di un neonato); chiedi ad Altieri che razza di bordello informatico viene fuori quando arrivano i miei file al computerone di Segrate; chiedi alle bravissime correttrici di bozze di casa Gargoyle del delirante percorso di editing a proposito de L'estate di Montebuio dove gli errori si autogeneravano dopo il 18°(diciottesimo!) passaggio… Insomma, l'hai capito: Melissa mi si è infilata nel computer e ci ha castigato per averla messa “troppo” in piazza. Personalmente ho capito la lezione. Spero che i prossimi lavori le rendano giustizia.
Il libro più recente che hai pubblicato è “Ritorno a Bassavilla” (Edizioni XII).
Si tratta di una “seconda scheggia” delle Cronache di Bassavilla, pubblicate a suo tempo da Carmillaonline. L'idea di farne un nuovo libro, dopo quello di Flaccovio, è tutta di Daniele Bonfanti, straordinario animatore delle Edizioni XII. È più un suo libro che mio. Non è un romanzo, ma un insieme di microsaggi sul lato oscuro del reale, attraversato da un altrettanto oscuro giornalista di provincia. All'inizio ci sono tre capitoli su Melissa che lasciano intravedere un ulteriore sviluppo narrativo del personaggio, quello legato alla “Unione Telepatica di Bassavilla”. Nulla di inventato, credimi.
Tra le proposte del 2009 che ti vedono protagonista, un posto particolare lo occupa senz’altro “L’estate di Montebuio”. Un romanzo a tratti complesso, certo sfaccettato. La vicenda, ricca di spunti e personaggi, ruota però essenzialmente attorno a due perni principali: Morgan Perdinka, scrittore horror italiano di best sellers di ampio successo (condizione che già sconfina nel fantastico) ) e il paesino di Montebuio, con la sua gente tranquilla, il suo curato di campagna e… la sua colonia abbandonata. Vuoi sintetizzarci contenuti?
Contenuti tanti, forse tutti quelli che ruotano nella mente di uno scrittore horror che deve sfornare best seller (un po' di sana autoironia che non guasta mai). Qualche cliché perché ci muoviamo in un genere con un alto tasso di “riconoscibilità”: il piccolo paese un po' defilato con i suoi misteri (il più grande di tutti, la decennale processione di Santa Mariana), la grande “casa del Male” che sovrasta dall'alto Montebuio, un cadavere che ritorna dal passato e le indagini svolte da due “archetipi” di certo poliziottesco che tutto fanno meno che svolgere il loro mestiere. Poi inserimenti, nelle mie intenzioni, un po' controcorrente: quello che sembra essere il protagonista acclarato che si suicida a un terzo del libro, un romanzo che “prende vita” con altri contributi in diretta dallo spazio quantico, uno spaccato dell'ambiente letterario italiano e delle convenzioni sui generi popolari, l'agente Cassandra Marsalis che a due terzi dell'opera s'impadronisce dello scettro del protagonismo e ci guida nelle “viscere” – alla lettera – di uno scontro epico (questo sì in odor di fantasy, a pensarci bene!) tra il Male e un presunto Bene… Salvo poi rimettere tutto in discussione nell'ultima riga. Che ci posso fare? Per tentare qualcosa di diverso, bisogna osare. Ho osato e il libro sta andando bene.
Di carne al fuoco ne hai messa veramente tanta: thriller, horror, sovrannaturale, scienza quantistica, religione, l’immancabile rock…
Tracciare una trama significa seguire solo uno dei fili del male.
1 commenti
Aggiungi un commentoInteressante panoramica su un personaggio indefinibile e talentuoso. E' grazie a persone come Arona che si può sperare di vedere andare avanti una narrativa di genere che non fa sconti e che supera (o travalica) le tradizionali barriere. Speriamo di avere altre esperienze come Bad Prisma, di continuare a trovare nel catalogo di editori coraggiosi come Gargoyle libri come quelli di Arona.
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