Bentornati nel MezzoContinente, in compagnia di Rossamund Bookchild, ora apprendista lampionaio nella fortezza di Winstermill.
Luci dell’impero è la prima parte del secondo tomo che la DeAgostini ha diviso in due a causa dell’abbondanza di pagine; tuttavia il taglio è stato compiuto con occhio attento alla trama, in un punto di climax che spinge il lettore a desiderare di leggere il seguito.
Rossamund, timido e gentile trovatello che ha vissuto già la sua brava dose di avventure durante il primo episodio della serie, è approdato alla Fortezza dei Lampionai. Deve qui inserirsi nella nuova comunità affrontando tutte le difficoltà che questo comporta, con in sovrappiù l’appellativo di mastro ritardatario: non certo una lode per gente che come regola di vita ha la puntualità.
Rossamund sognava una vita avventurosa sui galeoni da guerra che solcano i mari d’Aceto del suo mondo, come si troverà ad accendere e spegnere lampioni mattino e sera su strade polverose?
I compagni di truppa, gente semplice di campagna, sono capaci di un grande spirito di corpo, ma non hanno molta fantasia o sensibilità e il sergente istruttore Grindrod, burbero e “lampista” dalla punta degli stivali a quella del cappello, non si mostra certo tenero con il “mastro ritardatario”.
Inoltre il giovane protagonista deve seguire le lezioni da apprendista e non brilla proprio in tutte le materie, anzi, alcune gli procurano diverse punizioni, che però ci permettono di seguirlo nei meandri più nascosti della Fortezza, una vera e propria città militare.
Ma nel MezzoContinente le cose non sono mai come sembrano, e David M. Cornish ce lo ricorda alla svelta: ben presto per Rossamund arriva il momento della prima uscita col suo “quarto”, capitanato dal coriaceo Grindrod, e quello che doveva essere un tranquillo addestramento - sulla più sicura delle vie imperiali – per mettere alla prova i nuovi arrivi, si trasforma in una vera e propria battaglia: sopraggiunge infatti una carrozza inseguita da una muta di lestes inferociti, e nostro eroe comincia a vivere un crescendo di avventure e intrighi che ci trascinano con emozione sino all’ultima pagina.
La prosa visiva è ricca di termini inventati ma capace di trasportare il lettore in una vasta galleria di personaggi, dipinti ora a tinte forti, ora con delicatezza. Nuove figure affollano la vita del nostro Rossamund: oltre al già citato Grindrod, incontriamo la scostante Threnody, appartenente all’ordine delle Calendar – una sorellanza di combattive suffragette di fine ‘800 – intenzionata a divenire, a tutti i costi, la prima donna lampista della storia.
Ricompare Sebastople, il “vedente” che aveva assoldato Rossamund nel primo episodio. Ritroviamo anche la Rosa di Branden, la lazhar Europe cacciatrice di mostri, che spera sempre di convincerlo a unirsi a lei come factotum. Non mancano inoltre personaggi inquietanti come un certo medico sega-ossa, e l’intrigante segretario generale della fortezza, che sembrano intendersela in affari poco chiari.
Se nella prima parte del tomo Rossamund è impegnato fra lezioni e scontri con i lestes, nella seconda è l’intrigo il tema che prende piede: la Fortezza di Winstermill che inizialmente sembrava un unico, per quanto mastodontico, spazio monolitico, si rivela percorso da fratture, fazioni, manovre che mettono il protagonista alla prova – e forse in pericolo – più di prima.
All’interno di questa enorme e labirintica struttura, un po’ Gormenghast e un po’ Hogwarts, gli eventi portano Rossamund ad affrontare nuove sfide e ad apprendere nuove lezioni. Egli ha sempre sognato l’avventura, ma ora che la vive, può dire che gli piaccia davvero?
E’ facile sognare stando al sicuro, ma quando si vivono il disagio, il pericolo e la morte di amici e nemici, il discorso cambia. E le ragazze, che strane che sono! Ma come ragionano? Rossamund si trova a chiederselo e Threnody non gli facilita certo il compito.
Rossamund deve certo imparare a non prendere per scontato il mondo in cui si trova, ma anche chi lo circonda dovrà imparare a valutare meglio il piccolo eroe, persino il sergente Grindrod.
Infatti sarà il nostro eroe in persona e cappello a tricorno a combattere coraggiosamente di fronte al pericolo. E, in attesa del seguito, viene spontaneo chiedersi con molta curiosità come proseguiranno le sue avventure.
2 commenti
Aggiungi un commentoMi incuriosisce davvero. Bella l'ambientazione con i mari d'Aceto ^__^ e i lampionai...
Essì.
Il Mezzo Continente è luogo pieno d'invenzioni ed è riuscito a catturare la mia attenzione sino alla fine! Aspetto il seguito!
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