Un titolo come I pilastri della creazione, tanto per fare un esempio, aveva un suo preciso significato legato alla trama, e chiunque lo ha letto è in grado di capire a quale delle numerose storie si riferisce il volume in questione. Avere sempre lo stesso titolo su undici tomi diversi finisce per renderli un po’ indistinguibili, appiattendoli in qualcosa di non ben caratterizzato.

L’altro problema era legato proprio al fatto che la numerazione non variava più solo fra l’edizione inglese e quella italiana, ma lo faceva anche fra l’edizione rilegata e le varie edizioni economiche pubblicate da Fanucci. Pertanto un lettore che avesse letto L’assedio delle tenebre e La profezia del mago se avesse voluto comprare il seguito in una collana tascabile avrebbe dovuto cercare il volume 2 e non – come potrebbe sembrare in un primo momento – il 3.

Un ulteriore elemento che può aver infastidito alcuni appassionati, anche se non ha creato problemi di tipo cronologico, è la pubblicazione della saga in quattro differenti collane.

Tutte le novità sono uscite nella collana Il libro d’oro. Fino all’estate del 2002, periodo in cui nasceva la Collezione Immaginario Fantasy, Il libro d’oro era stata la principale collana dedicata a fantasy e fantascienza da Fanucci, e quindi nel 1998 era più che naturale proporre Goodkind al suo interno. In questa veste sono stati dati alle stampe gli undici romanzi scritti dall’autore del Nebraska, anche se a causa delle già citate divisioni i titoli presenti in catalogo alla fine sono diventati quindici.

Nel 2000 nasceva la NET che, per il suo tredicesimo volume, proponeva, finalmente intero, il primo volume della Spada della Verità. Purtroppo in seguito la collana è stata soppressa e sostituita da altre, e quindi chi ha iniziato a comprare i romanzi in questa veste grafica ha potuto arrivare solamente al sesto. Non è andata meglio a chi ha acquistato l’edizione della Tascabile Immaginario Fanucci (TIF), ormai ferma al quinto volume dal 2006. In questo caso però la collana non è stata soppressa. Semplicemente, Fanucci ha deciso di cambiare il formato delle opere di alcuni autori creando la TIF Extra e ripartendo ancora una volta a proporre Goodkind dall’inizio.

Nulla di male per i nuovi lettori, ma esistono ben due collane nelle quali la saga non verrà mai terminata, con il comprensibile disappunto dei collezionisti che amano avere un aspetto uniforme per i volumi allineati sui loro scaffali.

Fra tutte le grandi saghe iniziate negli anni ’90 (vedi La Ruota del Tempo di Robert Jordan, Le cronache del ghiaccio e del fuoco di George R.R. Martin o La caduta di Malazan di Steven Erikson) La spada della verità è l’unica ad aver raggiunto la conclusione. L’ultimo volume, Confessor, è del 2007, mentre la traduzione italiana è arrivata l’anno successivo. Una conclusione senza problemi? Non esattamente, almeno non nel senso della chiarezza.

Fanucci ha quasi sempre tradotto in maniera letterale i titoli dei romanzi originali (almeno quando non ha dovuto inventarne di nuovi perché aveva diviso in due il volume), e anche in quest’occasione aveva pensato di comportarsi allo stesso modo. Pertanto i primi comunicati stampa diffusi alle varie testate (fra le quali ci siamo anche noi, basta confrontare questi due articoli notizie/8996 e notizie/9092) riportavano come titolo Il confessore. Peccato solo che nella versione originale Confessor sia il titolo di Kahlan, colei che in italiano è nota come Madre Depositaria. Quando in casa editrice si sono accorti dell’errore hanno deciso d’intitolare il volume con un diverso ma più corretto Scontro finale.

L’ultima nota riguarda il prequel. Intitolato Debt of Bones, negli Stati Uniti è stato originariamente pubblicato nel 1998 nell’antologia Legends. La prima traduzione italiana del testo, ambientato qualche decennio prima rispetto agli eventi principali della saga, è del 2002, ed è compresa nel volume Legends 2. Il volume purtroppo è andato fuori catalogo e non è più disponibile.

Una seconda opportunità di leggere la storia è stata offerta da Fanucci nel 2007, dopo che Goodkind stesso l’aveva pubblicata in un volume autonomo. Il romanzo breve, intitolato Debito di ossa, era un omaggio destinato a tutti coloro che avessero acquistato il decimo romanzo della saga, Fantasma. Secondo il sito dell’editore è ancora questo l’unico modo per averlo, ma nelle librerie si è persa da tempo ogni traccia del prequel, come se fosse diventato a sua volta un libro fantasma…

Fra novità e ristampe, ecco dunque il riepilogo finale dei volumi che compongono La spada della verità.