Da sempre, SF e fantasy incontrano gli anatemi di chi le condanna come letteratura per bambini. Ignoriamoli come sempre, e ragioniamo su chi cerca di fare letteratura – a volte, come nel caso di Harry Potter, abbracciando un pubblico di fasce d’età diverse. Fra l’altro, che si possa fare juvenile fantasy di qualità lo dimostrano con forza proprio alcuni autori italiani: Palazzolo, Gnone, Baccalario.
Mentre scrivo, Locus ci informa che due romanzi SF (di Jack McDevitt e Neal Stephenson) sono ai primi due posti di vendita fra i tascabili (e nelle vendite dei tie-in di giochi e tv abbiamo più o meno un pareggio). Ma davvero, anche in questi generi popolari che hanno suscitato le nostre passioni, il contenuto letterario dipende dalla percentuale di blockbuster?
Questa, oggi come sempre, ci pare la domanda più importante.
Alfonso Zarbo (FM)
Personalmente ritengo che la fantasy, soprattutto nel suo filone classico, possa avvalersi dello stesso principio della storia antica: quest’ultima non dà risposte sul futuro, ma è ciò che permette di comprendere su quali principi e processi tecnologici potrà essere fondato; parimenti la fantasy non fornirà mai risposte esaustive quanto quelle del genere fantascientifico, le cui supposizioni letterarie tendono ad avvicinarsi maggiormente a quella che potrebbe divenire un giorno la realtà effettiva, ma permette tuttavia di comprendere come vi si è arrivati. Fantasy o fantascienza a questo punto? Entrambe. La vera risposta sta in qualcosa che possa racchiudere la capacità di riconoscere gli errori del passato affinché non vengano dimenticati e quella di spalancare le porte a nuovi orizzonti con rinnovata grinta ed entusiasmo, con congetture sempre pronte a saziare la nostra curiosità e ad aprirci gli occhi. Questo pensiero non è altro per me che la simbiosi dei due generi ed è meglio definibile come "urban fantasy".
12 commenti
Aggiungi un commentoIo sono il giudice supremo di ciò che è IT oppure OT.
Donne prostratevi tremanti e implorate la mia magnanimità.
Ok, io mi prostro e tu mi magnamigni?
Non sono così autoreferenziale da pensare che fosse diretto a me, è ovvio che vi riferivate alla conversazione in generale e a taluni commenti.
Ci mancherebbe che non si possano fare battute OT lamentandosi dell'OT, se la cosa diverte, ma ribadisco quando scritto sopra, secondo me la conversazione dell'altro 3d era tutt'altro che fuori tema.
Sei OT
Buon articolo, che mi ha spinto a fare alcune considerazioni, ma di carattere diverso.
C'è solo un aspetto della fantascienza su cui ho un dubbio concreto, vale a dire se il fascino narrativo di una storia, col tempo, si perda. La fantascienza si distingue perchè, in un modo o nell'altro, c'è sempre l'uomo che ha un rapporto con la tecnologia e scienza, ma questo rapporto col tempo muta: se in passato c'era entusiasmo nel progresso, oggi c'è pessimismo. Questo si riversa direttamente nella produzione, ma anche in un aspetto meno visibile: forse oggigiorno non riusciamo più a cogliere certi aspetti espressivi ed emotivi che invece si provavano al tempo in cui sono state scritte certe storie, e quello che provavano gli autori al loro tempo (che poi riflette la sensibilità del loro tempo). Abbiamo un modo diverso di percepire la tecnologia rispetto già a qualche decennio fa, e di conseguenza possiamo provare emozioni diverse di fronte a una storia di un certo tipo che tratta la tecnologia secondo un'ottica del passato: ci potrebbe suscitare emozioni diverse, o potremmo non provarne più alcune che invece si provavano in quel periodo.
In questo il "fantasy" è un po' diverso: si crea un mondo *su misura* in cui incastrare una trama; la fantascienza invece sfrutta, per esprimersi, un rapporto che appartiene alla nostra realtà. In questo senso perciò la fantascienza ha un relativo svantaggio di "invecchiare" rispetto al fantasy a livello tecnico, perché nel tempo rischia di perdere il connotato fantastico (o persino quello realistico) che invece l'autore in origine voleva tenere.
Ne ho parlato meglio in un lungo articolo nel mio blog, tra le tante cose:
http://www.teriografia.org/blog/condoglianze-signora-fantascienza.html
Solamente oggi, a distanza di giorni, sono riuscito a laggere questo articolo. Mi astengo dal commentare poichè, purtroppo,ancora non ho maturato una mia tesi sulla questione. Ma ci terrei a sottolineare una piccola perla che l'autore Emanuele Manco ci ha fornito:"il concetto è che alla fine sono le buone storie che vincono, di qualsiasi "genere" esse siano"
Credo che in una riga abbia detto molto più di un centinaio di commenti....complimenti
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