A tre settimane dall'uscita di New Moon, fortunato secondo episodio della serie vampiresca di Stephenie Meyer, si iniziano a fare i primi bilanci.
In America il film è già campione di incassi: al debutto aveva raccolto piu' di 26 milioni di dollari in oltre 3.500 sale, 4 milioni in piu' del record precedente, detenuto da Harry Potter e il Principe Mezzosangue.
Le recensioni della critica sono invece molto più tiepide del pubblico e la pellicola non va oltre la mera condiscendenza, sia in considerazione del giovane target, sul quale il film sembra confezionato a bella posta, sia dell'inesperienza degli attori, che in effetti si faceva sentire già nel primo episodio.
Se questi due elementi sono innegabili, sono però assolutamente risibili le recensioni che muovono dal film per fare psicoanalisi spicciola sugli intenti della scrittrice e sul messaggio dei romanzi cartacei.
Non solo si tratta di operazione errata nel metodo, in quanto non si può soppesare un libro sulla base del film che ne è stato tratto, ma tantomeno si può analizzare i contenuti dei romanzi o le intenzioni della Meyer quando non si sono mai letti i primi, nè si sono mai lette le dichiarazioni della seconda. Due lacune che traspaiono chiaramente in certi pezzi di giornalismo qualunquistico che finiscono, com'è ovvio, nel farli deragliare clamorosamente oppure nel piegare forzatamente i contenuti alla tesi che si vuol dimostrare.
Ed è esattamente quello che succede nella recensione del Corriere, cui abbiamo dedicato un apposito approfondimento, per rendere un po' di giustizia a questa saga che, seppur leggera nella forma e nel contenuto, troppe volte è tratta con sufficienza preconcetta, quando non con assoluto qualunquismo.
New Moon: recensioni con psicologia da discount
Un fazioso articolo del Corriere ci offre il pretesto per effettuare una breve disamina obiettiva degli elementi favolistici e simbolici principali sottesi alla saga di Stephenie Meyer
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8 commenti
Aggiungi un commentoHo letto i libri, e in parte li ho anche apprezzati (pur scontrandomi con i numerosissimi limiti). Ma questi film sono pessimi. New Moon, di fatto, sono due ore di Jacob a torso nudo.
Ragazzi quanta rabbia gira qui! Purezza Ariana (?!) del Fantasy?! Qui le uniche crociate che vedo sono quelle che traspaiono dalle tue parole, Marina. La mia critica non va a chi legge la Meyer, ma alla eccessiva pubblicità che circonda un prodotto sinceramente scadente (e quindi anche alle numerose recensioni di FM sull'argomento...). Ed è un vero peccato che tante opere meno commerciali ma più belle, originali e scritte meglio rimangano nascoste in qualche cantuccio.
Dici che ho sbagliato sito? Chiedo venia e tolgo il disturbo.
mi sembra che sia tu quello che ha problemi rabbiosi con la varietà di scelte, non io. Per me la gente può leggersi anche Brian di Boscoquieto, che considero uno dei libri più brutti che abbia mai visto, ma non faccio certo le crociate contro Ghirardi.
1. FM parla del fantastico a 360 gradi. E siccome vivaddio non siamo tutti uguali, quel che è pessimo per te può piacere a un altro. R siccome FM non è letta solo da Emilio Ballatore, va da sé che avrà cose che interessano Emilio Ballatore e cose di cui non gli frega nulla. Funziona così qualsiasi testata, altrimenti uno si fa una fanzine su misura a suo uso e consumo
2. anche se FM volesse, e non vuole perché FM fa informazione, non apostolato, non è in suo potere contrastare la pubblicità della saga. Che, per inciso, come tutti i fenomeni di questo tipo, non è un successo grazia alla pubblicità. Il successo arriva prima, da sé, e la pubblicità lo spinge allo stadio successivo
3, non mi pare che la qunatità di pezzi dedicat
i alla Meyer superi quello normalmente dedicato a qualsiasi altro successo. Anzi, considerato che è il fenomeno del momento, probabilmente siamo anche indietro rispetto al trend altrui
Come ho detto Fm cerca di occuparsi di tutte. Se ce ne sono alcune che conosci e che non hai mai visto su queste pagine non hai da fare altro che segnalarle
se vieni qui a fare le crociate anti-autore x, y o z sì. Se invece vuoi dare un apporto costruttivo (segnalare qualcosa, lodare/criticare un contenuto motivando e avendo visto/letto - come hanno fatto ad es. i due post prima del tuo) benvenga.
Poi regolati un po' come ti pare
Ma ciao Martina! Sono venuto a fare due passi sul forum, visto che mancavo da una vita...
Senti, ma contano anche le reazioni "allergiche" ???
Su questo sono d'accordo, come credo che lo siano molti altri. Come credo che ci siano persone a cui piaccia un genere reputato da altri non all'altezza.
Non si può censurare, perché altrimenti si finisce nell'oscurantismo, come purtroppo si sta cercando di fare da troppo tempo in questioni molto più serie; e, se non è piacevole provarlo sulla propria pelle, allora non è giusto fare la stessa cosa ad altri.
Inoltre seguendo questa linea, si rischia di favorire, più che aborrire, tale fenomeno; vedasi ciò che ha fatto l'ente religioso con il Codice da Vinci: molto del suo successo è dovuto a chi gli ha fatto pubblicità contro e che in tale maniera ha incuriosito la gente a leggere il libro per capire il motivo di tale accanimento. Più si cerca di proibire e più si ottiene il risultato opposto.
La via migliore in questi casi è ignorare, lasciar perdere. La gente correrà sempre dietro alle mode, non si può cambiare questo fenomeno; arriverà il momento in cui nessuno seguirà l'argomento del momento e finirà nel dimenticatoio, sostituito da altri.
Invece di dar contro a queste cose, è molto meglio cercare di costruire, che di distruggere, ovvero supportare quei prodotti poco conosciuti, ma che sono validi. E' più propositivo e fa venire meno sangue amaro .
La mia non è una difesa alla Meyer o a questo genere. Già in altri post ho espresso il mio dissenso su questo genere di parole messe su carta e rilegate con copertina, che non sono né libri né letteratura, ma solo frutto e specchio di una cultura adolescenziale, narcisista e superficiale. Non c'è solo la Meyer, ma si tratta di un intero filone che viene seguito perché rende denaro. E se vende tanto, è perché c'è molta gente che vuole un prodotto del genere; la riflessione allora è da fare a monte, non su chi scrive, ma su chi legge. Perché sono le persone, i lettori che fanno il mercato ed è su loro che occorre riflettere. Gli altri sfruttano solo le loro debolezze.
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