Che J.R.R. Tolkien sia stato professore di filologia e di letteratura medievale è cosa nota da un pezzo. Meno noto forse, almeno per i lettori italiani, è che il professore di Oxford abbia tradotto e commentato diversi testi antichi che, ancor oggi, sono oggetto di studio nelle università britanniche.

Tre di queste opere sono ora riunite nel volume Sir Gawain e il Cavaliere Verde, recentemente pubblicato da Edizioni Mediterranee.

Oltre all’omonimo testo il volumetto comprende Perla e Sir Orfeo.

 

Secondo Christopher Tolkien, che come sempre si è occupato della pubblicazione delle opere del padre, John con i suoi adattamenti delle antiche storie intendeva rivolgersi a un pubblico che non conosceva i testi originali. A suo giudizio si trattava di opere interessanti per tutti gli amanti della letteratura inglese, ma che potevano scoraggiare i potenziali lettori per colpa delle difficoltà insite nel leggere la lingua antica. Per questo motivo aveva deciso di realizzare le sue versioni che, più che semplici traduzioni, avevano finito per diventare delle vere e proprie interpretazioni.

Primo compito del traduttore, scriveva, è quello d’individuare con la maggior precisione possibile quali fossero le intenzioni dell’autore, per cercare di capire meglio il testo stesso. E lui, affascinato dalle lingue antiche, ha dedicato molto tempo a studiare e chiarire i vari passaggi.

 

Un saggio dedicato a Galvano e il Cavaliere Verde, segno del grande interesse di Tolkien padre per l’antico poema, è compreso nel volume Il medioevo e il fantastico. Quello che compare qui invece è un adattamento in prosa – la maggior parte – e in versi del testo noto da un manoscritto realizzato fra la fine del XIV e l’inizio del XV secolo.

La storia, notissima, parla di un misterioso Cavaliere che in una notte di Capodanno si presenta alla corte di re Artù per sfidare i presenti. Inutile dire che da questa sfida prenderà il via un’incredibile avventura ricca di elementi fiabeschi e di humor ma anche ben congegnata e dotata di un importante contenuto morale.

 

Perla è stata spesso interpretata come un’elegia per la morte di una bimba, ma al suo interno è ravvisabile anche un elemento allegorico che collega la perla, simbolo di purezza, al dolore.

Quanto a Sir Orfeo, il poemetto ripropone in un’ambientazione britannica il mito classico di Orfeo e Euridice, con tanto di viaggio in un regno incantato.

 

Completano l’opera un’introduzione di Christopher Tolkien, alcuni brevi saggi di J.R.R. Tolkien dedicati ai testi antichi e al lavoro che lui vi ha svolto sopra e una postfazione di Franco Cardini.

 

 

La quarta di copertina:

 

Un cavaliere completamente verde irrompe nella corte di Artù e chiede di essere decapitato, sfidando Gawain un anno dopo.

Un uomo perde la sua preziosa perla tra l’erba di un giardino e ha la visione del Paradiso.

L’antico mito di Orfeo ed Euridice si rinnova in un ambiente medievale.

Avventura, magia, essoterismo, misticismo, amore e morte in tre testi del XIV secolo riscritti per i lettori di oggi dall’autore de Il Signore degli Anelli nel suo stile affascinante e inimitabile.

 

J.R.R. Tolkien, Sir Gawain e il Cavaliere Verde. Perla e Sir Orfeo (Sir Gawain and the Green Knight, 1975), Edizioni Mediterranee, collana Orizzonti dello spirito.

Pag. 188, 12,90 €. ISBN 9788827220504