«Chissà, forse un giorno la gente sarà pronta a credere che esiste la magia dietro ogni realtà».
Sono trascorsi alcuni mesi dal ritorno dei Prodigium dall’isola di Eterium. Dafne ha coronato il suo sogno di diventare una star, Kaleb è costretto a nascondersi per la dura repressione degli Ordinatori, Ryan non riesce ad affrontare la complicata situazione familiare ed è fuggito di casa, Alyssa partecipa a combattimenti clandestini per denaro.
Intanto, nelle viscere dell’Acropoli delle Ombre Ravnakor sta tentando di risvegliare i Pilastri di Silicio con l’aiuto del Burattinaio e a Synapsis gli Ordinatori si riorganizzano sotto la guida di Von Zantor. Percepito il pericolo, la Magistra e i Tutori richiamano a Theorica i quattro Prodigium per impedire che si avveri la Profezia Dimenticata e che la follia di Ravnakor mieta vittime innocenti: nuovi scontri sono ormai imminenti, mentre Lady Naeel continua a tramare per perseguire i suoi scopi. Nel secondo e ultimo capitolo della saga “Prodigium” saranno svelati tutti i misteri di Eterium, l’identità del Burattinaio, il vero legame dei quattro ragazzi e l’oscuro passato della Conclave in un intreccio di colpi di scena e doppi giochi.
Prodigium — L’Acropoli delle Ombre di Francesco Falconi (Asengard, 2010) è il romanzo conclusivo della serie, in due volumi, iniziata con Prodigium — I figli degli Elementi. Rispetto al precedente romanzo, che lasciava molte domande in sospeso, in questo secondo volume dato alle stampe a distanza di due anni dal precedente, ritroviamo i ragazzi di Eterium molto cambiati. Le esperienze del primo libro hanno lasciato i loro segni, e ognuno di loro cova un malessere che esplode in questo romanzo.
I segreti rimasti irrisolti hanno scavato un solco nel carattere e nell’animo di Alyssa, Dafne, Ryan e Kaleb. Ma ciò che più salta all’occhio durante la lettura è l’evolversi di certi meccanismi mentali dei personaggi. Se si confrontano passi estratti dai due romanzi, si noterà come in questo secondo volume l'autore spinga all'estremo certe dinamiche, i personaggi si precipitano verso il baratro ma solo in un disperato tentativo di dar vita alla prossima risalita (per niente garantita o ovvia, e in certi casi assolutamente negata).
È un romanzo di ricerca. Un romanzo, verrebbe da dire, di formazione, ma una “formazione” che passa per il dolore, e per questo si tratta di un romanzo più cupo e meno adolescenziale rispetto al precedente (o a tutta la precedente produzione di Falconi, che sempre di più si spinge in lande poco praticate dalla produzione fantastica italiana).
La tendenza è evidente anche nei personaggi che “ce l’hanno fatta”, ed è lì che il risveglio è più brusco. Dafne è quella che, più di tutti, ha coronato il suo sogno eppure anche l’essere diventata una “star” la prosciuga inesorabilmente. Kaleb è svuotato del suo passato, la caduta dei clan dei maghi ha trascinato la sua vita verso il baratro più nero e la repressione degli Ordinatori lo fa vivere in clandestinità. Ma le tinte più fosche sono riservate a Ryan e Alyssa.
Il primo, Ryan, forse il personaggio che meno spiccava nel primo volume (sebbene ne avesse tutto il potenziale) viene letteralmente scomposto dall’autore (ma l’espressione “fatto a pezzi” rende maggiormente l’idea). Precipitato in un vortice insostenibile, fatto di fughe continue, problemi familiari e puro smarrimento, conquista nella sofferenza la tridimensionalità che gli mancava. Infine Alyssa. La dura. La combattiva. L'estrema, per emozioni e per reazioni. Nel nero era, e nel nero rimane (e senza anticipare nulla, anche il finale non sarà per lei tutto rosa e fiori. Anzi). Ci sono personaggi, sembra dire in questo libro il suo autore, che nascono marchiati dall’ombra, e Alyssa è irrimediabilmente uno di questi.
Ma dove il romanzo muove un passo in avanti è nell’intreccio. I colpi di scena abbondano, e la loro costruzione si fa ancora più convincente rispetto al precedente volume. La Magistra, i Tutori, Jadel e i segreti che ruotano attorno alla piccola Ayon creano una grande rete dove le debolezze di coloro che dovevano essere i “Progidium” trovano un modo per venire equilibrate. Chiave di volta verso l’estremo è tuttavia il personaggio corrotto, bellissimo, sporco e abbietto di Lady Naeel, che trama dopo trama si fa beffe di tutti gli avversari, e della morte stessa.
Il limite del romanzo sta forse proprio nel suo finale, di grande pathos perché tutti gli eventi collimano in quel passaggio, portando i tanti protagonisti a incontrarsi in quell’unico luogo per evitare il risveglio degli Dèi Dimenticati, i Pilastri di Silicio. Ma proprio le tante voci da gestire tutte assieme, e alcune spiegazioni di troppo, tendono a smorzare un po’ il ritmo d’insieme. L’epilogo però, inaspettato come una giornata di sole in pieno inverno, regala un’emozione particolare e in chi legge fa sorgere più di un dubbio.
Prodigium — L’Acropoli delle Ombre chiude così una bella serie che fra ristampe e edizioni speciali ha regalato ai suoi lettori un bello e intenso squarcio su un mondo fantastico meno ingenuo e ovvio rispetto a tanti altri.
4 commenti
Aggiungi un commentoBello.. devo trovare il primo. =)
mah... sembra carino, e di sicuro farò in modo di trovare il primo, ma mi ricorda assai un'altra serie di libri, di cui non ricordo il nome
finalmente è uscito lo aspettavo da più di un anno!!! il primo è stato stupendo sperdo che questo non mi deluda
accipicchia, la tua recensione mi sta facendo valutare la possibilità di acquistare il ciclo....
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