Per i fan di orchi ed elfi della notte la strada verso il bellicoso mondo di Azeroth è ancora lunga; il film di Warcraft resta in fase di stesura della script. La penna è quella di Robert Rodat (notizie/11102).
Nulla di male. Ormai il nome del regista è di quelli da acquolina in bocca, quel Sam Raimi ora libero da ragnesche avventure sul grande schermo (notizie/11622). E lo sviluppo delle tecnologie digitali in 3D non può che far ben sperare; forse qualcuno ha sentito parlare di una certa pellicola, Avatar, che sta riscuotendo un discreto successo al botteghino.
È Robert Tapert, produttore esecutivo di Warcraft, a farci sapere a che punto sta il progetto dai microfoni virtuali di iFMagazine. I fan non facciano cadere le braccia a terra come troll dei ghiacci, il film non tarderà ad arrivare. Semplicemente Tapert non vuole prendere in giro gli appassionati con false speranze. Raimi sta ancora decidendo a quale dei tanti lavori in sospeso dedicarsi per primo (c'è anche un certo Evil Dead 4, per esempio).
Quando è arrivata la notizia, ormai tre anni e mezzo fa (notizie/5786), il design cartoonesco di Warcraft - coi suoi troll azzurro cielo e i quei nani tanto accattivanti quanto lontani dalla fisionomia umana - sembrava poco adatto a un film con attori in carne e ossa. Il mega successo di Avatar ha fatto cambiare idea a tutti. In Rete si cominciano già a notare analogie tra le ambientazioni del film e del videogioco, tra i Na’vi di Cameron e gli elfi della notte (movies.ign.com). Più che altro, crediamo ci sia da ben sperare sulla buona riuscita delle faccine viola delle sensuali elfe in versione computer grafica da cinema.
Warcraft è un franchise multimediale d’ambientazione fantasy; ha il suo cuore nei videogiochi, ma ormai comprende libri, giochi di ruolo, fumetti, un remunerativo gioco di carte collezionabili e tutta una serie di gadget, action figure e quant’altro. Gallinone dalle uova d’oro del marchio è World of Warcraft, gioco di ruolo di massa on line (MMORPG) dove i fan vivono la loro vita parallela nel mondo di Azeroth sconfiggendo lich non morti e draghi corrotti nei panni di nani, paladini e guerrieri orchi. Ormai i giocatori paganti sono arrivati a undici milioni - la popolazione di uno stato neanche tanto piccolo -, e col prossimo arrivo della terza espansione del videogame, Cataclysm, non accennano a diminuire.
Spina dorsale della trama sono i videogiochi strategici della serie; insieme ai loro gemelli futuristici, la saga di Starcraft, tanti premi hanno schiaffato nella bacheca dello sviluppatore Blizzard. Ma il titolo che ha trasformato l’azienda californiana in una testa di serie del settore, molto banalmente per la sconsiderata quantità di soldi che fa fruttare ogni mese coi suoi abbonamenti, resta WoW.
Ed è grazie al nostro gioco di ruolo di pixel che la storia del mondo di Azeroth arriverà sul grande schermo con tutte le speranze riservate ai colossal.
Dietro a tutta la faccenda ci sono i Titani, divinità creatrici di mondi, e il loro figlio traditore Sargeras il Distruttore, seguace del caos. Il cattivone e la sua Legione Infuocata di demoni prendono di mira il mondo di Azeroth, per consumarne l’enorme quantità di magia. Primi a dargli contro un gruppo di agguerriti elfi della notte, in un primo tempo irretiti dal fascino del male. Passano i millenni e i demoni pensano bene di corrompere un'altra razza in un altro mondo, i nobili orchi. Trasformati in un’orda sanguinaria, decimano i vicini di casa Draenei e attraversano un portale dimensionale aperto dal mago Medivh, per giungere sul mondo di Azeroth e metterlo a ferro e fuoco. Il mago, incarnazione dello stesso Sargeras, finisce per lasciarci le penne; dopo anni di guerra anche gli orchi falliscono. Il loro mondo natale esplode consumato da energie magiche impazzite.
Terzo tentativo: i demoni trasformano lo sciamano Ner’zul, seguace e traditore, in uno spirito a capo di un esercito di non morti, pronto a consumare la più grande forza guerriera di Azeroth, gli umani. Con una buona mano da parte del negromante Kel’Thuzad, la cosa riesce e l’umanità rischia l’estinzione. Tornano gli orchi, guidati dallo sciamano idealista Thrall, che li riporta ad ancestrali tradizioni di onore e giustizia. Alla partita si uniscono gli antichi elfi della notte. Tutti insieme scacciano ancora una volta i demoni. Il mondo si divide nelle fazioni di Orda e Alleanza, capaci di rimanere insieme fintanto che rimangono nemici comuni da combattere. Complicato? Non è neanche un centesimo della storia completa.
Warcraft è passato per tante mani e mezzi d’intrattenimento diversi, diventando complesso, articolato. Protagonisti e popoli spesso sono in bilico tra il torto e la ragione; i malvagi sono accattivanti e qualche volta simpatici. All’appello, tra i tanti, manca il principe traditore Arthas, cavaliere della morte sterminatore di uomini, prima servo poi corpo e anima di quello che resta dello spirito Ner’Zhul, infine terribile Re Lich.
Lui è protagonista di quel romanzo (Arthas — L'Ascesa del Lich King: notizie/11654) che per un po’ si è vociferato avrebbe fatto la linea guida per la trama. Ma la cosa è stata smentita da Raimi stesso; chi e cosa comparirà nella trama è ancora tutto da chiarire. Certo è che si vuole trasporre il meglio possibile lo spirito del videogioco su pellicola:
Warcraft dovrebbe arrivare nelle sale nel 2011, ma la data sembra molto indicativa. Producono Legendary Pictures e Warner Bros.
Per ora pare che il titolo rimanga privo del "World of" proprio del gioco di ruolo.
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