Vi presentiamo la nuova rubrica Fantasticando, curata da Giuseppe De Micheli, scrittore fantastico, che ci propone un percorso di lettura che comincia dalle origini della letteratura fantastica.

Vi lascio alle parole che lo stesso Giuseppe ci ha inviato a corredo dell'articolo sull'Epopea di Gilgamesh, poema sumero risalente a 3000 anni prima di Cristo.

Probabilmente l’uomo inventò la narrativa appena riuscì a parlare. In fondo si trattava solo di trasformare la mera comunicazione di fatti sensibili in esagerazioni immaginarie. Proprio come fanno cacciatori e pescatori che raccontano le proprie imprese. E anche nonni che intrattengono nipoti. Cacciatori, pescatori e nonni sono sempre esistiti. La scrittura fu inventata per i bassi scopi: tenere la contabilità commerciale, registrare per conto del sovrano gli avvenimenti dell’anno, trasmettere ordini ed editti, tramandare inni religiosi, preghiere, profezie, formule magiche e diffondere i dogmi sacri. Il Libro dei morti egiziano, il Decreto di Telipinu ittita e il Rigveda indiano sono i più antichi testi sapienziali e morali tramandati per iscritto. Noi conosciamo le trascrizioni del XIV secolo a.C., ma gli originali potrebbero essere stati redatti addirittura nel III millennio a.C.

La narrativa, all’origine, non era distinguibile dalla rappresentazione: la costituivano infatti, oltre alla voce, anche i gesti, gli atteggiamenti corporei e le azioni dinamiche. Non sappiamo quando la narrativa ridusse il gesto ed esaltò la parola, quando, cioè, si separò dal teatro. Sappiamo solo che gli Egiziani, fra il 2000 e il1800 A. C. già scrivevano storie realistiche, simili agli attuali romanzi: le Avventure di Sinuhe, e una nutrita novellistica.

Gli Ebrei invece preferivano le storie edificanti contenenti una morale esplicita, come le storie di Giona, Tobia, Giuditta, Ester, Giobbe ecc.

Gli Indiani furono gli inventori di fiaba e favola: il Pancatranta, l’Histopadesa, L’Oceano dei fiumi e delle fiabe e il Sakuntala sono le opere rappresentativa della loro letteratura nazionale.

I Sumeri e i Fenici amavano invece i racconti fantastici e mitologici, come L’epopea di Gilgamesh e le imprese dei re Canel e Keret. Questi furono i capostipiti della letteratura fantastica di tutto il mondo. Ad essi gli Indo-europei fecero seguire le grandi saghe di Ercole, Odisseo, dell’Asino d’oro, re Artù ecc.

III millennio a.C : L'epopea di Gilgamesh

III millennio a.C : L'epopea di Gilgamesh

Articolo di Giuseppe De Micheli Lunedì, 1 febbraio 2010

Alla scoperta di un poema capostipite della letteratura fantastica

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Dragonland

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Articolo di Emanuele Manco Lunedì, 1 febbraio 2010

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