Antonio Carriero (1988) è seminarista e studente di teologia presso la Facoltà Teologica Pugliese (Istituto Regina Apuliae di Molfetta). Collaboratore del periodico per ragazzi Mondo Erre, ha tra i personali interessi letterari il fantasy.
Elementi di Psicopedagogia nell'antica scuola di Hogwarts si presenta come un (ennesimo) saggio predisposto a valutare e argomentare, da un altro punto di vista, l'universo Harry Potter. La prefazione di Paolo Gulisano è una buona apertura a quello che ci si aspetta dalle pagine scritte da Carriero. Tuttavia, il lavoro del giovane seminarista appare poco curato e poco approfondito, tanto da non soddisfare le aspettative del lettore. Un appassionato dei libri di J.K. Rowling, infatti, difficilmente troverà interessante questo saggio, poiché i capitoli del libro evidenziano informazioni scontate e risapute, incapaci di fornire ulteriori spunti rilessivi a quanto già detto fin qui sulle diverse e molteplici chiavi di lettura in Harry Potter.
Volendo dimostrare la presenza di elementi psicopedagogici nella saga di Harry Potter, Carriero affronta le tematiche senza però entrare pienamente nell'argomento, dimostrando, di conseguenza, una certa distanza tra gli intenti iniziali di questo saggio e i contenuti effettivi emersi dalla pagine. Nel testo, inoltre, affiorano alcune incongruenze rispetto ai particolari originali dei libri scritti dalla Rowling. A tal proposito, spicca la parte in cui Hogwarts viene definita "scuola delle pari opportunità".
Scrive Carriero: "Hogwarts, scuola di magia aperta non solo ai giovani maghi e streghe provenienti da famiglie di soli maghi, bensì da ragazzi e ragazze appartenenti al mondo babbano, promossi al sapere magico per atto di fiducia e benevolenza riposta dai fondatori nei loro confronti". Esaminando il periodo, l'affermazione può definirsi essenzialmente errata; i ragazzi e le ragazze appartenenti al mondo babbano erano sì ammessi a Hogwarts, ma presentavano comunque poteri magici: è il caso di Hermione Granger, amica fidata di Harry Potter, o di Seamus Finnigan, un altro degli studenti della Casa di Grifondoro, nato dall'unione di una strega e un babbano; per cui, ragazzi e ragazze non venivano ammessi per un semplice atto di fiducia e indulgenza.
Un elemento positivo è sicuramente la scorrevolezza. La lettura procede spedita, anche se in alcuni punti il testo non sembra essere stato editato. I buoni propositi evidenziati da Carriero non bastano a rendere Elementi di Psicopedagia nell'antica scuola di Hogwarts un'analisi psicopedagogica all'altezza delle aspettative. Il saggio assume un aspetto schematico ed elementare, con ottimi spunti scarsamente analizzati. Inoltre, l'abuso di citazioni ed esempi toglie spazio alle riflessioni, grave mancanza nei contenuti globali del volume.
67 commenti
Aggiungi un commentosì ma che me lo dica tu mi fa ben specie
e anche non sapendolo, basterebbe usare cmq un po' di più il cervello e riflettere su quest'altrra domanda: quante gente conosce che ha avuto lo stesso successo della Rowling (o cmq è diventata noto al grande pubblico) per avere scritto qualcosa su HP?
se c'è qualcuno che lo fa con quest'intento è un illuso. Quel che posso concerderti è che può scrivere qualcosa a cui non è interessato solo se gli viene commissionato e quindi è qualcuno cmq conosciuto dall'editore come già in grado di confezionare buoni prodotti. Perché cmq un professionista della compilazione è in grado di fare un buon prodotto anche su un argomento che non gli interessa, a patto che ne mastichi un po'. Magari il libro ottenuto non farà scintille, perché cmq la passione per un argomento traspare sempre, ma sarà cmq un prodotto onesto anche se l'autore non è interessato all'argomento.
In quel caso il compenso potrebbe anche essere pattuito con modalità diverse (es: ti pago X per la 'manodopera' e basta, esattamente come si fa coi ghost writer), ma anche in questo modo non si guadagnano certo sfracelli, diciamo uno o due mesi di uno stipendio medio per l'intero lavoro. C'è gente che di libro in libro in questo modo ci campa (i ghost writer, appunto), ma si tratta di farsi un mazzo non indifferente a fronte cmq di una retribuzione normalissima.
Mentre se fosse pattuito con la normale royalty, variabile altresì possibile se non ci sono problemi ad attribuire la paternità dell'opera, l'unico interesse può essere solo quello di 'fare curriculum', di certo non il risibile interesse economico.
In ogni caso escludo che un librio simile verrebbe appaltato al primo che si propone nel ruolo di 'compilatore', perché l'inesperienza, unita al disinteresse, sarebbe un cocktail micidiale. Se c'è un improvvisato che pensa di fare un saggio su un argomento di successo che non gli interessa e poi proporlo a un editore, perchè così farà un sacco di soldi, buona fortuna, ma fossi in lui investirei invece nel Totip: avrebbe più chances.
Io non voglio convincere nessuno di nulla, figuriamoci. Ho esposto quel che avevo da dire e mi sembra di aver abbondantemente motivato e oggettivato quanto ho affermato. Chi ci legge saprà farsi una sua opinione.
Mi spieghi solo questa che non l'ho capita?
ti ritieni uno digiuno di editoria?
Digiuno no, e infatti è proprio per questo che non la capisco, visto che non mi illudo di poter campare di sola scrittura (sottolineo che in quel mio passaggio mi riferivo alla sola scrittura di romanzi e/o saggi). Senza contare che, al di là di esperienze lavorative passate, l'editoria che vivo ora non è quella della scrittura di saggi e/o romanzi, bensì quella del giornalismo e del graphic design. Ma forse non colgo un passaggio. Torno da un pomeriggio un po' stancante e particolare...
mah, a me sembrava chiaro, cmq lo rispiego: tu hai detto che secondo te ci sono persone che speculano su temi 'hot'. Il che significa che sperano di cavare soldi scrivendo su questi temi. Io ti ho portato i conteggi alla mano, dimostrandoti che è un'affermazione ridicola e qualunquista. E il qualunquismo me lo sposso aspettare dal giovanissimo fanatico che ritiene queste pubblicazioni un crimine di lesa maestà nei confronti della Rowling perché non sa niente di niente di cosa significhi vivere di scrittura (e sepsso non sa nemmeno niente di niente di cosa sia la saggistica). Da te - che di sicuro sai cos'è la saggistica e che in teoria, poiché te ne interessi da tempo e ne parli anche sul tuo blog, dovresti sapere quant'è dura vivere di scrittura o anche renderla minimamnete 'profitable' - non me lo aspetto. E ancor meno è un discorso che accetto.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID