Avrebbe potuto essere un’intervista. Ma io non sono bravo con le interviste: domanda/risposta, fa un po’ troppo interrogazione scolastica.
Così questa è la storia di una chiacchierata invernale con Francesco Dimitri, autore di Pan, giornalista e, adesso, anche di Alice nel Paese della Vaporità, che uscirà tra poco più di un mese per i tipi della Salani. Storia, devo dire, nemmeno troppo lineare. Ma le frasi tra virgolette sono tutte cose che Francesco ha detto, potete starne sicuri. Il resto è decoro: quel che conta, ovviamente, è l’Autore.
Pan è un libro serio (non serioso) e divertente (non buffo), per molti aspetti vittoriano senza essere “un romanzo alla Dickens”. Tutt’altro. Cos’è Alice nel Paese della Vaporità?
"Ho cominciato a scrivere Alice molto prima di Pan. “Più di otto anni fa: è stato il mio primo tentativo di romanzo vero. Anzi, i miei primi molti tentativi. Al punto che ho dovuto abbandonarlo e scrivere Pan per poi poter tornare a scrivere Alice. Altrimenti non avrei mai potuto finirlo!”
E chiaramente ci sono rapporti molto stretti tra i due libri. Una specie di rapporto madre/figlio o, forse, padre e figlia?
“No, direi di no. Ma i due libri sono ambientati in parte nello stesso mondo, nello stesso universo.” Il Dimitriverso. “Un’unica "continuity", un mondo che è come il nostro ma non proprio. Tanto per cominciare nella mia continuity c’è Pan.” E questo cambia tutto…
“Cambia il modo di vedere le ombre.”
Discutiamo del concetto di continuity, dal fumetto al telefilm.
“Amo la serialità. Per fare una cosa, un unico episodio, può bastare il genio o la capacità artigianale; per fare bene qualcosa in serie ci vuole sia il genio, sia l’artigianato. Spero di averli. Almeno ci provo.”
Ed è impossibile non sentire Francesco citare il suo idolo.“Idolo” lo dice proprio lui.
“Joss Whedon. La delirante poesia adolescenziale di Buffy, lo space western di Serenity, Dollhouse… Tutti perfetti”. Perfetto anche nell’uso delle nuove tecnologie, come dimostra il suo “web musical”, Dr. Horrible’s Sing-Along Weblog, andato “in onda” per la prima volta sul web.
“Le nuove tecnologie: molti pensano che siano nemiche della letteratura. Altri non vedono l’ora che arrivino come un’onda a travolgere il vecchio.”
Francesco non è da nessuna delle due parti.
“Bisogna vedere. Siamo sulla cresta dell’onda, siamo in mezzo alla rivoluzione, sarebbe assurdo pretendere di sapere già come va a finire. Le cose cambieranno, e presto, ma in che modo si stabilizzeranno è, al momento, impossibile prevederlo.”
Così glielo chiedo: non ha paura di essere “piratato”? Che i suoi libri vadano in giro per la Rete senza che gli vengano corrisposti i diritti?
“Mi piacerebbe scrivere per mestiere. Quindi no, non mi piacerebbe che la gente rubasse il mio lavoro – il mio futuro lavoro, almeno. Ma non sono sicuro che la pirateria di libri sia un furto vero e proprio. Non ho opinioni precise, ancora. Come ho detto prima, la rivoluzione è inarrestabile. Starà a me, agli scrittori, agli editori trovare modi di trarre vantaggio dalle nuove tecnologie e di essere degni di essere pagati. Dobbiamo meritarcelo.”
Francesco è molto orgoglioso del suo Kindle, il lettore di libri elettronici.
“Non so se questo è il futuro del libro: sicuramente ci somiglia. Bisogna ripensare non tanto la scrittura – quella non cambia, quella resta – ma l’editoria, la pubblicazione, in funzione di questa nuova immagine.”
E i libri di carta, con il loro odore, la loro consistenza, esisteranno ancora?
“I libri sono oggetti. Hanno valore in quanto tali. Quando prendo un libro lo compro sperando in un buon contenuto, ma mi innamoro anche della rilegatura, della copertina, del bordo delle pagine che col tempo ingiallisce lievemente. Il romanzo, il puro testo, è la narrazione, non il libro; un libro è l’insieme della narrazione, della carta, della copertina e del tempo che ne ha consumato le pagine.”
È quasi mistico. Bisogna però parlare di Alice. Ad esempio, del motivo per cui Alice è pubblicata da Salani e non da Marsilio, che aveva pubblicato Pan.
“In Marsilio ho trovato gente meravigliosa, ad esempio il mio editor, Errico Buonanno; ma su molte cose con Marsilio non andiamo d’accordo, abbiamo una visione differente del modo di promuovere un libro ad esempio. Con Salani, invece, mi sono subito trovato in sintonia su tutto. Lavoriamo allo stesso modo.”
E chi ha letto Pan troverà un seguito in Alice?
“No. Sì. Nemmeno per idea. Alice è nella stessa continuity, come dicevo, ma è uno stacco totale da Pan. Non voglio restare legato ai miei stessi cliche. Voglio andare avanti – o forse tornare indietro, che non è poi tanto differente. Insomma, muovermi.”
Alice uscirà a Maggio (se la lenta, precisa, certosina opera di editing a cui Francesco sottopone i suoi libri sarà finita per allora). Ne abbiamo parlato pochissimo, alla fine. Ma abbiamo cercato di frugare nella testa del suo Autore che, in fondo, è la cosa migliore per chi vuol capire un libro. Però è inevitabile un’ultima richiesta direttamente a Francesco: anche se siamo stati travolti e confusi dalla Vaporità, vorrei qualche parola sul libro – qualche parola un po’ meno vaga.
Di cosa parla Alice nel Paese della Vaporità?
“È la storia di una giovane donna che, in un’Era Vittoriana alternativa, decide di esplorare una terra che da duemila anni è immersa in una nebbia allucinogena. Ma è anche la storia di un giovane uomo che, nella Londra reale e contemporanea, legge un romanzo su questa donna, e ne è affascinato. Poi… direi che più di questo non posso dire, senza spoilerare.”
3 commenti
Aggiungi un commentoComplimenti a entrambi!
La nebbia allucinogena m'intriga Interessante
Intriga molto anche me *-*
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