Dal New Mexico, dove Kenneth Branagh e il suo cast di attori sono a lavoro su Thor, da qualche tempo filtrano notizie preoccupanti sull'andamento dei lavori.
Secondo quanto riportato dal New York Daily News, Anthony Hopkins starebbe dando il peggio di sé sia nel rapporto con il meno esperto collega Chris Hemsworth, sia negli atteggiamenti verso il regista, Kenneth Branagh.
L'attore gallese avrebbe pungolato più volte il giovane attore protagosta, cercando di dirigerlo e di dargli consigli non richiesti usando un linguaggio molto colorito.
Nell'articolo si citano fonti interne secondo le quali l'attore avrebbe avuto anche da ridire sulle scelte operate dalla produzione di fare molto lavoro negli studios piuttosto che in esterni.
Immediata e categorica è giunta la smentita dei PR della produzione e Stella Hopkins, moglie dell'attore, avrebbe addirittura annunciato di voler lasciare la cosa in mano ai propri avvocati.
Lo stesso regista si è affrettato a fugare ogni dubbio.
"Hopkins è un attore straordinario, con la sua passione celtica e la tecnica straordinaria.
Siamo in New Mexico dove giriamo la parte della storia ambientata nel mondo contemporaneo. Siamo a circa due terzi del film e a questo punto quello che mi ha sorpreso e reso felice è che gli attori si sono fusi perfettamente. E' una combinazione tra giovani attori e gente di grande esperienza e questo, secondo me, mette del fuoco nel film. Non sarà troppo serio, non sarà troppo solenne."
Le voci, smentite al cento per cento, cozzavano con quanto trapelato fino a ora dal set e da quanto dichiarato da Hopkins stesso.
Il 72enne attore gallese avrebbe più volte detto di divertirsi molto lavorando con "Ken e Chris." "Ogni giorno sul set c'è molta collaborazione e divertimento. Siamo tutti molto perplessi per il fatto che qualcuno si inventi delle storie che suggeriscono cose diverse. Sono molto orgoglioso di dire che Thor è uno delle più grandi esperienze della mia carriera."
Non è la prima volta che Hopkins si dice entusiasta del film in cui interpreta il ruolo di Odino, il dio che scaccia il figlio Thor da Asgard e che per insegnargli l'umiltà lo trasforma in un giovane medico zoppo dal carattere mite. Proprio questo aspetto della relazione tra padre e figlio ha spinto Hopkins ad accettare la parte.
"Non recito solo la parte di un padre," ha dichiarato al Los Angeles Times, "ma recito quella di un dio che è anche un padre."
"Sono davvero interessato alle dinamiche padre figlio. Il rapporto che avevo con mio padre era molto freddo. Lui era un uomo dal temperamento sanguigno, ma con me era molto freddo."
"Nel mio piccolo sono un piccolo Odino.
Odino è un uomo inflessibile, è un uomo con uno scopo. Io interpreto il dio che ha bandito suo figlio dal regno di Asgard perché ha fatto casino. E' una testa calda, un giovane incontrollabile. Non è pronto per guidare in futuro il mio regno, così lo esilio. Sono duro e mia moglie per questo mi accusa, ma io le rispondo che è per questo che io sono il re. E' spietato. Ti dice: prendere o lasciare. Le donne sanno perdonare di più, gli uomini no. L'ho scoperto nella mia vita. E' il mio Karma."
Un budget altissimo e grandi effetti speciale, eppure alla fine tutto si riduce a un dramma familiare.
E se vogliamo vederlo sotto questa luce ecco che la scelta della Marvel di affidare la regia all'irlandese Kenneth Branagh acquista maggior senso, maggiore spessore.
Del resto, chi meglio dell'uomo che per anni si è fatto le osse e un nome coi drammi di William Shakespeare può spiegare gli intrighi intessuti dietro un trono, le invidie tra fratelli, la rabbia, il rancore e la vendetta?
Non stupisce, quindi, che il regista affascinato dai drammi dinastici abbia dichiarato di essere sempre stato un fan del fumetto, fin da bambino.
"Thor è stata la mia passione da giovane. Durante il periodo della mia vita a Belfast da ragazzo, quando per la prima volta mi sono imbattuto in quel fumetto qualcosa ha fatto vibrare una corda in me. Ho amato tutta la questione dinastica."
"Ci siamo ispirati ai fumetti sia alle illistrazioni sia ai testi. Abbiamo cercato di trovare il modo di enfatizzare e celebrare le differenze tra i due mondi rappresentati nel film, ma allo stesso tempo di renderli entrambi vivi nello stesso universo. E' tutta questione di trovare i giusti colori, le giuste inquadrature, i giusti movimenti della cinepresa che aiutino a mostrare queste differenze. Se tutto funzionerà bene, questo film sarà unico... la combinazione tra primitivo e sofisticato, tra antico e moderno. Penso che potenzialmente questa fusione renderà emozionante il film."
Thor è atteso nei cinema nel 2011.
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