Il protagonista si sveglia – solo in parte - su un tavolo e non vede nulla,
ma sente rumori e voci estranee che parlano fra loro in modo inquietante. Vorrebbe muoversi, parlare, fare qualsiasi cosa, ma ancora per un po’ non riesce a far altro che stare ad ascoltare. Poi tutto, vista, capacità di movimento – e che capacità -, parola, tornano in suo possesso, in modo per così dire, meccanico.
Di fronte a lui ci sono due esseri davvero strani e un cadavere riverso a terra. Gli sconosciuti provano a calmarlo, gli dicono che sono suoi amici, che andrà tutto bene, ma sono così particolari: una specie di orso inzaccherato di sangue, feci e chissà che altro, e un tipo con una maschera di porcellana e strani segni sulla mano, che rappresentano vari strumenti da lavoro.
Il protagonista non ricorda chi è, il proprio nome, cosa faceva e chi era prima di addormentarsi, né comprende bene quella situazione, ma sa che a uccidere quell’uomo e a sabotargli il cervello togliendoli i moduli dove era allocata la sua memoria, sono stati loro.
Ed è subito lotta.
Una lotta in cui egli riesce in modo straordinario. In effetti scopre di avere un corpo di legno levigato, composto da ingranaggi alle articolazioni e strani marchingegni che gli permettono di vedere pur non avendo gli occhi. Realizza essere un automa di legno senziente, per chissà quale motivo creato, per un scopo che non sente suo e da cui in tutti modi prova a fuggire.
E il tarlo! Fastidioso verme nella sua mente che comincia a vantarsi di averlo destato per tempo e lo sommerge di un fiume quasi inarrestabile di chiacchiere incomprensibili.
Sconfitti sul momento gli avversari,
l’uomo di legno e ingranaggi non ha altro da fare che muoversi, incamminarsi per il sentiero che gli si para innanzi, per sopravvivere, per comprendere e alla fine, per crescere.
Sin qui i primi battiti di questa vicenda.
Una vicenda che merita tutta la nostra attenzione.
Perché, vedete, si sono aperti i cancelli dell’Estate,
più incerti forse che in passato, ma comunque ineluttabili essi ci hanno proiettato tutti in un tempo in cui si è assillati dal caldo, dagli insetti e da una gran voglia di chiudere a chiave la vecchia vita e volare in qualche luogo lontano lontano.
Quale momento migliore di questo per iniziare la lettura de Il sentiero di legno e sangue?
Si possono lasciare a casa i vecchi luoghi comuni del Fantasy, imbarcarci per un mondo reso irriconoscibile dal potere dei sognatori e divenuto oramai tanto sconfinato da averli trasformati in divinità capaci di modificare la realtà che li circonda a loro piacimento.
Scopriremo così che in questo mondo futuristico, non tanto per tecnologia ma per il New Weyrd che bussa prepotente alle nostre porte, i desti sono una imbarbarita e impaurita minoranza che è costretta a una vita di quotidiana lotta per la sopravvivenza, contro le brame dei sognatori e delle creature da incubi che essi generano.
Non è un mondo migliore questo Brand New World, ma è rinfrancante nella sua letale bellezza, di sicuro capace di rivitalizzare i nostri punti di riferimento sul Fantasy e farceli guardare con occhi nuovi.
Qualcuno, in questo viaggio, si ricorderà della favola di Pinocchio. Ma quale storia? Quella filmata da Disney o quella reale di Collodi, dove la Fatina dai capelli azzurri è una bambina spettrale che compare sempre in associazione con i morti?
Certo, la storia di Collodi mirava a mettere a dormire gli spiriti più turbolenti dei suoi lettori, ma quel che fa Tarenzi, col suo “Pinocchio overdrive” è un totale ribaltamento di prospettiva? Non sembra proprio, anzi, questa storia non fa altro che interpretare in via narrativa l’antico motto delfico: Conosci te stesso.
E se è questo il viaggio che intraprendi, allora potresti scoprire che l’autodisciplina e l’impegno - fare bene ora, qualsiasi cosa si stia facendo - non tanto lo scatenare arbitrario delle proprie energie profonde, sono requisiti necessari per portare a termine il cammino.
Con un baricentro alla fine del capitolo 9 (pagina 63) scopriamo il carattere psicanalitico (o se preferite, gnostico) di questo libro. Un percorso iniziatico, per sognatori inconsapevoli che non sanno ancora che da lungo tempo è ora per loro di destarsi a nuova consapevolezza.
Una bella storia, a qualsiasi genere essa appartenga, scritta con saldo stile e che riscalda il cuore.
17 commenti
Aggiungi un commentoEro un po' prevenuto, invece è stata una bella lettura.
:
Giuro che questa tua affermazione mi coglie totalmente di sorpresa. Mi ero fatto un'altra idea della tua opinione in merito al mio romanzo.
Ciò detto, il mio primo ebook in italiano è proprio questo romanzo di Luca Tarenzi, di cui ho letto e apprezzato molto "Pentar". Presto inizierò a leggerlo, dato che ho finito "Alice nel paese della vaporità" di Dimitri un paio di giorni or sono - e i vostri commenti sul "sentiero" mi spingono a farlo.
OT :
guarda...che ti devo dire....pini mughi e genetica a parte, le atmosfere del tuo romanzo ancora me le ricordo. E per un fanatico dell'ambientazione che le trame se le dimentica in 3 minuti, questa è la cosa importante...insomma, i miei giudizi vengono fuori a 5 anni....
OT:
Voi avete un'ossessione per i pini mughi. Che cosa vi hanno fatto di male?
OT gigantesco
ieri pomeriggio sono andata al parco col J-baby...
dato che i pini mughi in questa stagione sono pieni di piccole bacche rosse, mi sei venuto in mente tu, Andera...
DOPO aver tolto velocissimamente una bacca rossa dalla bocca del J-baby...
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