Il New-Weird è considerata da molti critici la nuova frontiera del genere Fantasy mondiale e l’Italia sembra avere colto questo impulso in modo più efficace e creativo di quanto non abbia assimilato e prodotto con il Fantasy più classico (che non muore e non morirà perché lo dicono i critici, nb). Gli autori nostrani di questo settore sono già una discreta pattuglia e ci hanno regalato racconti molto interessanti, un andamento che sembra confermarsi con questo Sentiero di Legno e Sangue scritto da Luca Tarenzi, che verrà presentato in anteprima da Asengard durante il Salone del libro di Torino 2010 e sarà disponibile nelle librerie poco dopo.
Lungo una costa sabbiosa, in uno dei palazzi a forma di conchiglia, un costrutto prende gradatamente vita. Di legno e ingranaggi fatto, l’essere dovrà fare i conti da subito con dei mostruosi nemici e col cadavere del suo costruttore, di cui nulla ricorda. Ha solo una fastidiosa voce interna che parla alla sua mente e pretende di sapere cosa sia meglio che lui faccia. Ci sarà da fidarsi?
Un po’ Pinocchio Overdrive, un po’ Ghost in the Shell, un po’ Alice nel Paese delle Meraviglie questo tomo ci promette un bel trip visionario nella terra dei sognatori.
L’autore
Laureatosi in Storia delle Religioni all’università Cattolica di Milano, giornalista, editor e traduttore, ha esordito nel 2006 come scrittore con Pentar, UrbanFantasy edito da Alacràn, fra gli altri ha pubblicato anche Il libro dei peccati e Le due Lune (sempre Alacràn). Per L’editore Asengard ha già partecipato alla raccolta di Sanctuary.
La quarta di copertina:
Apre gli occhi nel cuore di un’immensa conchiglia. Ha un corpo di legno articolato e ingranaggi, e il cadavere del suo costruttore giace accanto a lui. Non ha un nome, non ha memoria, ma appena nato ha già mostruosi nemici che lo braccano e una missione che non ha chiesto né desiderato: diventare umano. Attorno a lui c’è un mondo che un’antica catastrofe ha trasformato nel sogno delirante di un folle, alle sue calcagna due Incubi, la Maschera e la Bestia, e davanti a lui un sentiero costellato di mutazioni, tribù selvagge, divinità del caos e giganti marini che lo condurrà verso un destino molto più incerto di quanto i suoi creatori avessero mai potuto prevedere.
Luca Tarenzi, Il sentiero di legno e sangue
Asengard Edizioni - Euro 8,90
ISBN: 9788895313115
15 commenti
Aggiungi un commentoNe sento parlare benissimo da tutti... Mumble mumble! Vorrei leggerlo anche io
A me Alice NON mi è piaciuto, anzi sono ancora nervosa!
Secondo me NON vale la pena di leggere un libro fatto solo di volgarità e scene tirate al fine di volgarità. Cmq ho già detto la mia nell'articolo che ne annunciava l'uscita. Qui non mi sembra giusto, visto che l'articolo è sul libro di Tarenzi (che ribadisco mi è piaciuto molto )
Mi farebbe piacere discuterne di Alice, sarei felice di condividere con voi le mie impressioni e perchè l'ho giudicato un libro Volgare con la "V" maiuscola e inutile! Grazie
Romanzo letto.
Mi è piaciuto ma senza emozionarmi come fece "Pentar". Lungi da me fare paragoni, ma qui il tutto è legato alle 'stranezze' che compongono il paesaggio in cui si svolgono i fatti e credo che su di me abbiano un effetto che si avvicina poco alla meraviglia; in generale, resto più colpito dalle personalità dei personaggi.
Ho apprezzato la capacità di creare un mondo tutto suo da parte di Tarenzi — che dimostra di avere una fervida immaginazione —, ma non sono riuscito a lasciarmici risucchiare. Nella postfazione, lo stesso autore si riferisce al genere New Weird come possibile collocazione di questo "Sentiero" (anche se poi, come me del resto, non se ne cura molto). Dovrò rifletterci su per le mie future letture, perché, come successe anche con Miéville in "Perdido", non scatta il giusto feeling *con me*.
Mi ero ripromessa di leggere Pentar. Ora che anche questo sembra interessante dovrò farlo senz'altro. Mi piace il genere ma sono sempre titubante perchè può facilmente scadere nel ripetivo, scontato, patetico. Ma se dite che non è così...
Mi fido delle tue parole — anche perché il genere lo conosco poco —, ma Tarenzi non mi sembra possa essere avvicinato agli aggettivi che hai usato. Tra l'altro i due romanzi, "Pentar" e questo, hanno anche un'ambientazione completamente differente tra loro.
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