La Fiera del Libro di Torino 2010 è stata  non solo l’evento che Multiplayer ha scelto per la presentazione di Metro 2033 in Italia ma anche  l’occasione per conoscere Dmitry Glukhovsky personalmente e scambiare opinioni sul suo libro e su ciò che c’è dietro: la percezione di una situazione reale filtrata da una storia fantastica sperimentale che racconta molto sulle paure tipiche del presente.

Salve Dmitry, ti ringrazio per la disponibilità. Il tuo libro ha un’ambientazione post apocalittica, ovvero quello che resta del mondo dopo un olocausto nucleare. Quanto ritieni essere realistica oggi questa situazione?

In genere si pensa che la situazione fosse peggiore negli anni ’60 e ’70, ma in realtà oggi il pericolo di una guerra atomica è maggiore. Durante la Guerra Fredda c’erano due grossi attori sulla scena, entrambi consapevoli di poter portare il mondo alla fine, e questo induceva a un maggiore autocontrollo. Ora esistono tanti paesi dotati di armi nucleari, ognuno con i loro conflitti e guidati da governi poco affidabili: questo aumenta il rischio.

La metropolitana di Mosca è stata una delle ispirazioni principali del tuo libro e sembra un luogo quasi leggendario. Puoi raccontarci qualcosa?

La metro di Mosca è come un grattacielo fabbricato sotto terra, con molti livelli e gallerie; è anche il rifugio antiatomico più grande al mondo. Inoltre, esiste veramente una Metro 2 “segreta” – collegata in qualche modo a quella pubblica – ad uso del governo, per scopi militari, politici e di sicurezza. Una parte di questa, la GO-42 è attualmente un museo,  ma basta girare un angolo per trovare una vecchia stazione militare, da cui si dice partì l’ordine dei missili per Cuba durante la crisi del ’62.

[N.d.R: il rifugio GO-42  è stato costruito fra il 1951 e il 1956 nel centro di Mosca (stazione Taganskaya) a una profondità di 60-65 metri e copre un’area di più di 7000 mq. Il suo scopo era ospitare circa 2000 persone in caso di attacco atomico].

Parliamo del romanzo e della sua struttura interattiva con i lettori. Come è nato Metro 2033?

Inizialmente Metro 2033 è stato scritto solo da me, ed era lungo circa la metà dell’attuale, ma gli editori non accettavano la storia così come era scritta e volevano cambiamenti su cui non ero d’accordo. Dopo questi rifiuti,  ho deciso di fare da solo: ho costruito un sito dedicato dove ho pubblicato il libro gratuitamente on line. I lettori hanno cominciato a interagire, alcuni erano specialisti; ingegneri, economisti etc che mi hanno fornito dettagli tecnici molto utili per migliorare la credibilità della storia. Nel complesso, ho accettato alcuni suggerimenti, come quello di non far morire il protagonista, ma per il resto ho voluto mantenere l’effetto sorpresa: se una massa di lettori chiedeva una cosa, io cercavo di fare l’opposto.

Come funziona la partecipazione dei lettori alla stesura effettiva della storia?

Ho messo a disposizione l’ambientazione, ovvero uno scenario post nucleare, e organizzo dei contest per selezionare le cinque migliori storie. Queste diventeranno poi altrettanti capitoli del libro. Io ne curo l’editing per armonizzare il tutto. Con questo schema sono nati tre libri, uno ambientato a Mosca, uno a San Pietroburgo e uno che narra il viaggio fra queste due città.

Nonostante la pubblicazione su carta, il libro continua ad essere disponibile gratuitamente sul sito. Come mai questa scelta?

Penso ai lettori più giovani, quelli che hanno  solo i soldi passati dai genitori e magari vogliono usarli anche per altre cose, come il cinema etc. In questo modo tutti possono provare il libro gratis e decidere magari di comprarlo in seguito. [N.d. R. Anche la Multiplayer ha accettato la proposta di mettere il romanzo gratuitamente on line].

Quali sono i progetti futuri per quella che è ormai la serie di  Metro 2033?

La mia idea è internazionalizzare il progetto: vorrei vedere punti di vista diversi circa il post olocausto nucleare in più paesi.  Ad esempio, un autore italiano potrebbe propormi una storia con uno scenario di questo tipo collocato in Italia, non necessariamente una metropolitana ma comunque conforme alla mia ambientazione. Naturalmente, ognuno scriverebbe nella sua lingua d’origine, io stesso che conosco l’inglese non mi permetterei di scrivere qualcosa se non in russo.

Corre voce di un film su Metro 2033, puoi confermare la notizia?

Posso dire che sto scrivendo l'adattamento e sono in contatto con alcuni sceneggiatori statunitensi, ma non mi sento di dire altro in merito poiché il lavoro è ancora all’inizio e mancano ancora troppi elementi per avere la certezza di una trasposizione cinematografica. Desidero essere sicuro che l’eventuale pellicola mi piaccia veramente, senza accettare la prima offerta che capita. Ci sono già anche troppi brutti film in giro!

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