In A Game of Thrones gli avvenimenti sono narrati dal punto di vista di otto diversi protagonisti. Sono Brandon Stark detto Bran, di 7 anni, sua madre Catelyn Tully Stark, Daenerys Targaryen, membro in esilio della precedente dinastia regnante, 13 anni, Eddard Stark detto Ned, padre di Bran e lord di Grande Inverno, Jon Snow, figlio bastardo di Ned, 14 anni, Arya e Sansa Stark, sorelle di Bran rispettivamente di 9 e 11 anni, e Tyrion Lannister, un nano cognato del re Robert Baratheon. E altri punti di vista verranno aggiunti nei successivi volumi.
Questa struttura consente all’autore di mostrare gli avvenimenti sotto diverse prospettive, perché spesso la percezione di un evento è determinata dagli occhi di chi lo sta osservando, e gli consente di creare effetti drammatici sfruttando le mezze verità e le informazioni distorte che possono raggiungere i vari protagonisti. Ma forse il vantaggio maggiore è quello di costruire una maggiore empatia fra il lettore e i vari personaggi perché ciascuno, dentro di sé, trova sempre ottime ragioni per giustificare le azioni che compie. E vedere le ragioni che stanno alla base di determinati avvenimenti può far rivalutare un personaggio in precedenza odiato, come di fatto avviene con l'introduzione di un nuovo punto di vista in A Storm of Swords, terzo romanzo della saga, o gettare nuova luce sugli eventi appena trascorsi.
Bran quindi è il primo protagonista a entrare in scena. È giovane, e la sua mente è ancora piena delle storie raccontategli dalla balia, rese inquietanti dalle malefatte dei Bruti e dalla presenza di creature misteriose. E subito arriva un nuovo contrasto, con la visione di un prigioniero in attesa di condanna che non somiglia minimamente agli esseri della sua immaginazione. Non c’è nessuna figura spaventosa, solo un vecchio tutto pelle e ossa mutilato a causa del gelo.
Le descrizioni sono essenziali, non c’è nulla che possa distrarre il lettore da quanto sta avvenendo, o che possa smorzare l’effetto della scena, intrisa di senso del dovere, di praticità e di una velata malinconia.
Viene menzionato il vessillo degli Stark con il meta-lupo grigio lanciato in corsa attraverso una bianca pianura di ghiaccio, e la stessa impresa araldica della famiglia di Bran parla di freddo e di pericolo. Del resto, anche se molti lettori si sono affrettati a trovare assonanze fra i cognomi Stark e Lannister con York e Lancaster, e a paragonare i conflitti della prima parte della saga con la Guerra delle Due Rose, non bisogna dimenticare che la parola stark significa aspro, austero, forte, crudo, desolato, tutti significati associabili a Eddard Stark o al territorio di cui è lord.
Lo stesso Eddard viene descritto mentre nella sua posa solenne sembra opporsi placidamente ma fermamente al freddo vento del nord, apparendo più vecchio dei suoi trentacinque anni a causa di una sfumatura di cupa durezza che appare nel suo sguardo. Come nota suo figlio, era una persona molto diverse dall’uomo che amava passare le sere accanto al fuoco, parlando con calma dell’Età degli eroi e dei Figli della foresta. Quel giorno, il suo non era il volto del padre, intuì Bran, ma quello di lord Eddard Stark di Grande Inverno.
Un accenno a eventi del passato che potrebbero essere solo leggende ma che potrebbero anche nascondere qualcosa di più, e il contrasto fra le varie sfaccettature che compongono un personaggio. Con poche frasi scarne viene delineata perfettamente l’atmosfera per la scena cupa che sta per seguire. Dovrebbero ricordarlo, coloro che parlano di eccessiva prolissità: Martin ama l’araldica, i caselli e i festini, e a volte abbaglia il lettore con l’opulenza di ciò che rappresenta, ma quando vuole essere incisivo la sua penna è perfettamente affilata e capace di dipingere un quadro completo con solo una manciata di vocaboli. E la differenza di registri di stile è solo un’altra delle ricchezze di questi romanzi.
Vennero poste domande e vennero date risposte, in quel freddo mattino, ma in seguito Bran non riuscì a ricordare molto di quanto era stato detto. Alla fine, suo padre diede un ordine.
Il prigioniero è colpevole e viene giustiziato, ma ciò che interessa allo scrittore è mostrare i sentimenti e le reazioni di Bran. Ciò che non lo riguarda direttamente, o che non si fissa nella sua memoria, non è importante per il racconto, e viene tralasciato. Perciò è più importante l’avviso di Jon di tenere le redini ben strette e di non distogliere lo sguardo, perché il padre avrebbe notato questi dettagli. Come contano la solennità stessa di Jon e la sua premura nei confronti del fratellastro, o il fatto che Theon Greyjoy – ufficialmente protetto di lord Stark, in realtà ostaggio a garanzia della buona condotta del padre – trovi tutto divertente, e manchi completamente di sensibilità e delicatezza. Caratteristiche, queste, che i due personaggi continueranno a mostrare anche in futuro.
5 commenti
Aggiungi un commentoPersonalmente non amo molto Martin,ma ne riconosco la profondità.Dei primi due libri della saga,gli unici che ho letto,ho un bel ricordo.
E' interessante il particolare dell'errore di traduzione..e mi chiedo,ma non è decisamente banale?
Non sapevo dell'errore di traduzione, grazie per averlo scritto! Davvero molto interessante
Una saga affascinante, che amo e seguo da mooolto tempo. Purtroppo Martin sta facendoci aspettare da tanto, troppo tempo per la sua prosecuzione e questo non mi piace. Ma tant'è, ognuno fa le sue scelte ed esistono in fin dei conti molti altri ottimi libri là fuori che attendono solo di essere letti ^^.
C'è almno un altro grosso errore di traduzione, ma visto che nel primo capitolo non se ne parla, e questo articolo è dedicato a quel capitolo, non l'avevo citato.
Spoiler da il trono di spade
In Italia Eddard Stark, e prima di lui Jon Arryn, ricoprono un ruolo denominato "primo cavaliere del re". In inglese Martin scrive che loro sono "the hand", la mano del re. In sè potrebbe essere una scelta normale, la denominazione "primo cavaliere" rende comunque l'importanza del ruolo. Però alla carica è associata una catena fatta di mani intrecciate fra loro, e se l'immagine in inglese è perfettamente chiara, in italiano il simbolo non ha nessun significato evidente. Sembra qualcosa di astratto, e non legato strettamente alla carica come invece è.
fine spoiler
Una cosa che mi ha lasciata perplessa è stata la descrizione fisica di alcuni personaggi. Mi spiego: nei primi libri (o forse solo nel primo, non ricordo bene) viene ripetuto più volte che i Tully avevano i capelli neri, quindi sia Catelyn Stark che i suoi figli, eccettuata Arya, avevano una caratteristica chima corvina. In segiuto si viene a sapere che in realtà il colore dei Tully non è il nero, bensì un rosso ramato...Mi sembra evidente che sia un errore di traduzione, perchè non credo che si possano confondere questi due colori o che Martin commetterebbe un errore così grossolano...
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