Con La lama dei sogni La Ruota del Tempo ha girato per l’ultima volta per Robert Jordan. Era l’autunno del 2005, Tarmon Gai’don appariva sempre più vicino e lo scrittore di Charleston sembrava avviato a concludere una fatica che, a partire dai primi abbozzi della storia, lo aveva impegnato per gli ultimi vent’anni.
Ma la vita non è un romanzo nel quale, malgrado le numerose difficoltà che possono presentarsi lungo il cammino, la conclusione in genere è quella sperata dai suoi protagonisti. E così per James Rigney, il vero nome dello scrittore, l’Ultima Battaglia si è conclusa il 16 settembre del 2007 con una sconfitta. Anche se, come avrebbe detto lui, non c’è mai fine al girare della Ruota del Tempo.
Le prime avvisaglie della malattia che lo avrebbe portato alla morte c’erano state già qualche mese prima della pubblicazione de La lama dei sogni. Il lavoro sul romanzo era comunque andato avanti, procedendo in parallelo con le analisi mediche.
In novembre usciva l’ultimo volume che Jordan avrebbe visto pubblicare. A distanza di pochi giorni avrebbe ricevuto la diagnosi che ha determinato il suo destino: amilodosi, una malattia autoimmune di quelle che non lasciano scampo.
Con la consapevolezza che il suo tempo fosse contato Robert aveva allora cominciato una disperata corsa contro il tempo, nel tentativo di giungere allo scontro finale fra Rand e il Tenebroso prima che il suo stesso tempo sulla Terra finisse. Jordan ha perso, sconfitto da qualcosa più grande di lui, ma se n’è andato combattendo fino all’ultimo. Il suo lascito consiste in una mole enorme di materiale sotto forma di capitoli – in parte completi, in parte allo stato di abbozzo – e di descrizioni dettagliate degli eventi che concluderanno la sua monumentale opera.
Tre mesi dopo la morte di Jordan è arrivato l’annuncio ufficiale che sarebbe stato Brandon Sanderson a completare La Ruota del Tempo con quello che avrebbe dovuto essere un unico romanzo. A causa della mole, però, il volume è stato spezzato in tre parti. The Gathering Storm è già stato pubblicato lo scorso novembre per la gioia dei fan anglofoni che, nella quasi totalità, hanno apprezzato l’opera. Towers of Midnight, appena terminato da Sanderson e ora in fase di revisione, è previsto per il prossimo 2 novembre. Con A Memory of Light infine conosceremo l’esito di Tarmon Gai’don.
Godiamoci allora l’ultimo volume completato da Robert Jordan prima della sua scomparsa. Un volume che si apre con un lunghissimo prologo, 120 pagine, per mostrare come la terra che negli Stati Uniti viene chiamata Randland stia cambiando, e non solo per i protagonisti principali. Tutti devono compiere scelte, e forse le loro azioni porteranno a conseguenze impreviste. Come avviene per Galad, il primo dei personaggi a fare la sua comparsa. Perché anche per lui la Ruota del Tempo gira, e le cose non possono più rimanere com’erano prima.
Il risvolto di copertina:
Elayne si ritrova invischiata nella lotta per la successione al trono di Andor, ma le Sorelle dell’Ajah Nera che si nascondono a Caemlyn sono pronte a far scattare su di lei una trappola mortale, mentre Egwene, caduta nelle mani delle Aes Sedai e ridotta al rango di novizia, non può far altro che sopportare con tenacia le punizioni inflitte per tentare di sgretolare dall’interno il controllo che Elaida esercita sulla Torre Bianca e gli intrighi delle Sorelle. Intanto Rand al’Thor, il Drago Rinato, impegnato nei preparativi per una tregua con i Seanchan, deve vedersela con i Reietti che cercano in ogni modo di ostacolarlo. Mat e Tuon, al seguito della carovana di Valan Luca, sono diretti al confine del territorio controllato dai Seanchan; la giovane Figlia delle Nove Lune è sul punto di completare la formula di nozze, ma sta per essere raggiunta da un’inattesa e sconvolgente notizia da Ebou Dar. Allo stesso tempo Perrin, dopo l’inaspettata alleanza con i Seanchan, si reca a Malden per sconfiggere gli Shaido e liberare l’amata Faile, intenta a pianificare la fuga dalla prigionia.
Questi e altri coinvolgenti avvenimenti si intrecciano a nuovi e imprevedibili eventi corali che annunciano come Tarmon Gai’don, l’Ultima Battaglia, sia ormai alle porte…
Robert Jordan, La lama dei sogni (Knife of Dreams, 2005), Fanucci, Collezione Immaginario Fantasy.
Pag. 979; 25,00 €; ISBN 9788834716267
6 commenti
Aggiungi un commentoche tragedia che fu...
La malattia è amiloidosi
grazie per la dritta M|c|o, quasi quasi lo ordino anche perché ora sto leggendo il decimo... meglio battere il ferro finchè è caldo... e quando ho rispolverato i nomi dei personaggi e tutte le cose che sono successe.
Un'utente del formum mi ha inviato un messaggio privato per fare una precisazione relativa alla malattia di Jordan:
In efftti nell'articolo non l'ho specificato, visto che ne avevo parlato in passato, ma si tratta di una malattia che presenta moltissime forme diverse. Quella contratta da Jordan era una delle forme più gravi, visto che nel suo caso l'organo attaccato era il cuore, perciò lui sapeva di avere poco tempo a disposizione. Avrebbe potuto trattarsi di qualche anno, si è purtroppo trattato di un tempo più breve, meno di due anni dalla diagnosi. Intanto la ricerca va avanti, con la speranza che diventi sempre più facile convivere con questa malattia.
Un grazie enorme all'immortale Robert Jordan
poveretto. non oso immaginare come deve essersi sentito sapendo che la sua vita stava finendo e lui aveva ancora così tanto da fare e da dare, da ricevere...
un grande lascito, per una grande perdita.
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