Abril ha già parecchi conflitti da risolvere. E' una Kalé, ossia una gitana che deve affrontare ovviamente numerosi pregiudizi. Ma non solo da parte della società spagnola, anzi catalana, dato che Abril vive a Barcellona, ma anche della sua comunità, la madre in primis. Ma la giovane non demorde e cerca lavoro. Troverà Eneko Serrano, il proprietario di un teatro che guarda oltre rispetto all'appartenenza etnica. Eneko ha due figli, Jago e Lucas. Se le cose non fossero già complicate dall'attrazione, probabilmente ricambiata, che Abril prova per Jago, alcune disgrazie metteranno alla prova la giovane gitana. La morte in rapida successione di Eneko e Jago, diventati in poco tempo dei saldi punti di riferimento faranno cadere nella disperazione la ragazza che reagirà attingendo alla tradizione mistica del suo popolo, cercando nel Libro delle Ombre un incantesimo che possa fare risorgere il suo amato. Ma la giovane e inesperta gitana, pur se dotata del talento naturale per la magia, che la rende a tutti gli effetti una Strega, non si rende conto di giocare con forze al di là del suo controllo e comprensione. Non resusciterà un uomo, ma una creatura pericolosa, chiamata Imperfetto, che si nutre di lacrime e lascia nella disperazione suicida le sue vittime. Come si districherà Abril in questo vortice di conflitti, nei quali saranno coinvolti la madre, la migliore amica Luz e la comunità di streghe Kalè di Barcellona, è oggetto del resto del romanzo ed è compito di chi lo leggerà scoprirlo.
Lo farà in un romanzo che ha dalla sua parte dialoghi ben costruiti da un narratore che non è più una promessa ma una certezza. La sequenza dell'incontro tra Eneko Serrano e Abril è ben costruita e rende vivi i personaggi, come se li avessimo davanti.
La costruzione narrativa non lineare non tende a delineare un percorso cronologico, ma scava nel personaggio di Abril per costruire una traccia narrativa partendo dalle sue emozioni. Rende l'idea del caotico approccio di Abril ai suoi conflitti.
Jago, l'apparente antagonista della vicenda ha meno spessore. Svuotato della sua umanità è bloccato nella sua possibilità di evoluzione da un percorso guidato, come un malato che passi attraverso gli inevitabili stadi di un male incurabile.
Non appare con maggiore spessore Lucas ed è un peccato che Eneko Serrano abbia poche sequenze al suo attivo. Ruba la scena. Davvero.
Come ruba la scena Luz, in una sequenza, quella dell'audizione, dove il talento descrittivo di Francesco Falconi avvolge il lettore di polvere del palcoscenico, di sudore, lo abbaglia con le luci della ribalta, lo ammalia con la musica flamenca.
Più o meno funzionale allo scopo è la madre di Abril, ma lo sviluppo e ruolo nel quadro complessivo del personaggio sembra essere suscettibile di sviluppi ulteriori in prossimi romanzi.
Ma un romanzo non vive di pur efficaci sequenze, ma anche di struttura narrativa, di trama. Se sul fronte strutturale plaudo al "montaggio" delle sequenze, sul piano dello svolgimento della trama il romanzo soffre di mancanza di autonomia rispetto a un disegno complessivo, che potrebbe realizzarsi in un futuro, mediante un seguito, che risulta evidente dal finale aperto e dai fili narrativi che rimangono volutamente pendenti.
Anche l'atteso conflitto sociale, il venire a patti con i pregiudizi nei confronti degli zingari, non è questione che si possa sintetizzare solo con le note biografiche sulla origine di Abril o con la sua ricerca di un lavoro nella comunità catalana. Servono altre pagine, servono estremizzazioni di conflitti che sono in nuce, ma che arriveranno in seguito.
Non siamo davanti a una struttura episodica, ma a un vero e proprio inizio di un percorso, indirizzato a un pubblico ben preciso, quei giovani lettori, anche loro nel guado del momento di crescita e di ricerca di un proprio ruolo nel mondo, che guardano alla protagonista del romanzo come a un loro riflesso.
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