C' una questione che ha suscitato molte polemiche nel mondo del fantastico nelle scorse setttimane. Il taglio subito durante la fase di traduzione del romanzo Alla fine dell'arcobaleno, di Vernor Vinge, premio Hugo 2007, pubblicato nel numero di Urania dello scorso agosto.
Mi è stato chiesto se trovavo corretto tagliare i romanzi, non avessi nulla di ridire in merito.
Ma posta così la questione è per me malposta. Non posso che dire che in un mondo ideale sono contrario al concetto di taglio. Devo dire francamente che il romanzo l'ho letto e l'ho trovato concettualmente interessante, ma poco narrativo. Non so se sia colpa dei tagli ma non ho provato un gran piacere nel leggerlo. L'ho finito a fatica.
Ma quello che ho letto in alcuni blog in rete o nel forum di Fantascienza.Com e Urania, va molto oltre un semplice disaccordo.
Esercitare il diritto di critica è sempre sacrosanto. Differente è affermare con veemenza che si è capaci di fare meglio senza dire come.
Non credo che sia una differenza formale, ma sostanziale.
Ora posso dire che nel mio piccolo prendo delle decisioni, ma per fortuna lavorando con una realtà più piccola, c'è più flessibilità nel decidere cosa fare.
Ma la Mondadori non è realtà confrontabile con altre.
Se il curatore di Urania è stato messo davanti all'alternativa "o così o non lo
pubblichiamo", c'era poco da fare. Non mi piace l'idea che un curatore esperto e prestigioso non abbia abbastanza potere per imporre una scelta diversa. Ma Lippi si occupa di fantascienza, non di un settore che porta chissà quanto denaro nella tasche di Mondadori.
Ipotizzo che abbia anche pensato a uno speciale fuori collana, ma che magari abbia pensato che la proposta non sarebbe stata considerata attuabile, o che magari l'ha proposta e gli abbiano risposto picche.
Se hai solo due alternative c'è poco da fare. Qualcuno che ti dirà che dovevi scegliere l'altra lo trovi. Ma una decisione si deve prendere in simili frangenti.
L'alternativa sarebbe stata il vuoto. Non pubblicare i romanzi che vanno oltre una certa lunghezza. Ma troverebbero spazio in libreria, come cartonati accanto ai vari thriller e vampiri? No. In libreria troviamo insipidi tomi da 800 pagine che potrebbero essere di 300 mentre 50 pagine in più in edicola sono troppe. E il curatore che si trova tra l'incudine e il martello diventa la somma di tutti i mali. Mi sembra paradossale tutto qui.
Perchè non credo alla malafede di Lippi. Credo ci sia stata una interruzione della catena di comunicazione tra Vinge e Urania, ma non malafede.
La reazione sul blog di Urania è umana se lavori tanto e invece di critiche, che ci stanno sempre, ricevi più che altro insulti e accuse di malafede, che sono altra cosa.
Trovate un riepilogo dei fatti su
http://www.fantascienza.com/magazine/notizie/14150/urania-polemiche-sui-tagli/.
Torniamo nel nostro contesto ricordandovi il meglio delle nostre notizie.
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