Mese speciale per l’astronomia; dopo l’eclissi totale di Luna, ecco ora ben due comete visibili entrambe ad occhio nudo ad attraversare contemporaneamente il cielo. Uno spettacolo raro, ma che purtroppo si potrà gustare appieno solo nell’emisfero sud. Qui in Italia dovremo accontentarci di un solo oggetto. A partire dall’8 maggio e per tutto il mese, infatti, sarà visibile nei nostri cieli una cometa, C72001 Q4 NEAT. Il nome piuttosto astruso è dovuto al fatto che è stata scoperta nel 2001 da un osservatorio automatizzato (NEAT è l’acronimo di Near Earth Asteroids Tracking). La cometa promette bene; sarà ben visibile ad occhio nudo, con una coda che si attende essere lunga almeno 20°. Per osservarla basterà guardare a Sud Ovest; passerà prima nella costellazione del Cane Maggiore, non lontano da Sirio, la stella più luminosa del cielo, poi in quella del Cane Minore, accanto ad un’altra stella assai luminosa, Procione.
Da sempre le comete sono state al centro di miti e leggende. Per gli antichi, convinti che il cielo fosse sempre identico a se stesso e immutabile (“muta tutto ciò che è soggetto alla legge di morte, ma rimane intatto il cielo”, scriveva il poeta latino Marsilio nel I secolo a.C.), eventi improvvisi come eclissi o comete erano spesso considerate foriere di sventura o, nel migliore dei casi, araldi di eventi straordinari. Così ad una cometa è legata la nascita di Cristo, l’invasione Normanna dell’Inghilterra nel 1066 e anche svariate pestilenze che hanno investito l’Europa.
Vi sono però anche culture che hanno una visione meno “catastrofica” di questi eventi; i cinesi le chiamavano “stelle scopa” sia per la loro forma sia perché convinti che avessero la capacità di scacciare il vecchio per portare il nuovo.
Alle comete è probabilmente legato anche un mostro appartenente alla mitologia giapponese, il tengu. Il suo nome è mutuato dal cinese "tien kou", che vuol dire “cane celeste”, ma al contempo è un nome dato a comete e meteore osservate in Cina nel VI secolo, la cui scia ricordava la coda di un cane o di una volpe.
Oggi parte del mistero sulle comete è sciolto; conosciamo la loro natura, sappiamo predire il loro moto. Sono oggetti antichissimi, relitti della formazione del sistema solare, e sono composte prevalentemente da ghiaccio sporco che, in vicinanza del sole, sublima creando la famose coda. C’è però ancora molto da indagare sul loro conto; in particolare resta aperta l’ipotesi affascinante che possano essere state proprio le comete a portare la vita sulla Terra.
Proprio per indagare su quest’ipotesi è stata lanciata il 26 febbraio scorso la missione Rosetta, una sonda dell’ESA che rilascerà un lander destinato ad atterrare sulla superficie di una cometa.
In occasione del passaggio della cometa C/2001 Q4 NEAT vari osservatori e gruppi di astrofili hanno in previsione serate osservative. In particolare, l’Osservatorio Astronomico di Roma a Monte Porzio Catone organizza un serata di osservazione della cometa il 10 maggio.
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