Il profilo della casa editrice
Alacràn è uno dei due nomi ispanici dello scorpione: escorpión (dal latino scorpio) e alacrán (dall’arabo al’aqrab). Uno dei motivi che hanno determinato la scelta di questo nome è che l’aspetto stesso dello scorpione è affascinante ed evocativo.
Secondo un apologo reso noto da almeno un paio di film, è condannato a un destino autodistruttivo dalla sua natura mortifera. E’ solitario e fiero, non è particolarmente aggressivo ma quando combatte lo fa come un gladiatore. Insomma non è un animale qualunque.
Un simbolo perfetto per riassumere, dunque, la filosofia di questa casa editrice, che punta, come viene ulteriormente evidenziato nel corso dell'intervista, a un'editoria di qualità a prescindere dall'appeal commerciale.
Indicazioni per l'invio dei testi
Qui di seguito riepiloghiamo le indicazioni per il corretto invio degli elaborati a questa casa editrice:
- lettera di presentazione
- sinossi
- intero elaborato in visione
La spedizione del materiale deve avvenire via mail.
I tempi per un riscontro si aggirano sui 3 mesi, trascorsi i quali il lavoro è da considerarsi rifiutato.
In caso di responso positivo, invece, l'autore verrà contattato via mail o telefonicamente
Non ci sono particolari richieste riguardo alla formattazione dei testi
L'intervista
Fare gli editori oggi è una grossa sfida: come mai avete deciso di intraprendere questa strada e, soprattutto, come mai la scelta di pubblicare nel Fantastico?
L’editoria non è mai stata un business per far soldi, qui da noi. Per diventare ricchi si battono altre strade: la finanza, il commercio, lo spaccio di droga… Onestamente non si diventa ricchi: se si è bravi e si ha un po’ di fortuna, al massimo si può campare agiatamente e avere qualche soddisfazione. Quanto al Fantasy, mentirei se negassi che ci sono motivi commerciali: grazie a Harry Potter e Twilight è un “genere” che vende, e ha avuto il merito di riportare alla lettura una
fascia di età (13 – 25) che da tempo se ne era allontanata.
Ma, più in generale, la divisione in generi non mi appassiona: i romanzi si dividono in “scritti bene” e “scritti male”. Poi vengono le considerazioni commerciali
Nel vostro cammino, avete raccolto qualche aneddoto meritevole di essere raccontato in questa sede?
Molti, ma nessuno che si possa riferire.
Quali sono le difficoltà più frequenti in cui vi imbattete quotidianamente?
Il malfunzionamento di computer, cellulari et similia (e soprattutto gli imbecilli che se ne fidano acriticamente). Fino a una ventina di anni fa ogni progresso tecnologico ti semplificava un po’ la vita. Da una ventina d’anni in qua, te la complica.
E le soddisfazioni più grosse?
Scoprire che traduttori, revisori e collaboratori vari, preferiscono lavorare con Alacrán, magari a costo di guadagnare un po’ meno. Sarà perché cerchiamo di avere con loro dei rapporti corretti?
Nel vostro mondo ideale, che volto avrebbe l'editoria?
Non ho un “mondo ideale”. Se ce lo avessi, temo che un sacco di gente resterebbe fuori…
Con quali criteri scegliete un libro di genere Fantastico?
Semplice: una buona storia preferibilmente scritta bene. E poi naturalmente le considerazioni commerciali. Le quali – per chiarire – non sono tese all’arricchimento, ma alla florida
sopravvivenza della casa editrice.
Che caratteristiche avrebbe il libro che sognate di scoprire?
A parte le indispensabili caratteristiche di cui sopra, il massimo sarebbe che si inserisse in un filone “di moda” senza che l’autore lo abbia scritto per questo, ma perché è esattamente quello che aveva voglia di scrivere in quel momento. Anche se non bisogna demonizzare un libro scritto “su
commissione”: ne ho letti di ottimi. Del resto l’ateo e omosessuale Michelangelo ha dipinto capolavori di arte sacra…
Accettate elaborati da chiunque o solo tramite agenti?
Le agenzie possono facilitare la ricerca di novità, supponendo che quel che propongono sia già frutto di una selezione (anche se a volte non si direbbe), ma esaminiamo anche materiale che arriva da altre fonti.
Due consigli agli scrittori: cosa fare e cosa non fare assolutamente quando si rivolgono a voi.
Sorridere e non estrarre armi, se non hanno davvero intenzione di usarle…
Quali sono i difetti che riscontrate più spesso in un manoscritto?
Gli errori di italiano. Tanti, spesso anche gravi. Poi vai a vedere il curriculum e scopri che l’autore fa l’insegnante, il giornalista, l’avvocato…
E nella lettera che accompagna l’elaborato?
Come sopra, spesso con l’aggravante di uno stile da verbale di polizia e qualche maldestra piaggeria.
E nella sinossi?
Come sopra, solo che lì la piaggeria è rivolta all’autore stesso…
Promozione e marketing: la vostra ricetta
Non esistono ricette. Per ogni libro, o meglio per ogni autore, la strategia dovrebbe essere “personalizzata”.
Sempre dal punto di vista della promozione e del marketing, gli autori sono attivi o potrebbero fare meglio?
Sono pochissimi gli autori presi dalla 'sindrome di Salinger', quelli che preferirebbero avere un clone che si fa vedere in pubblico al loro posto. Alcuni autori sguinzagliano amici e conoscenti mandandoli a visitare le librerie più sperdute, e telefonano in redazione inviperiti se l’amico Pinco è stato nella libreria Pallo di Roccapizzopapero e non ha trovato il suo libro. Tocca spiegargli che siamo interessati quanto lui a vendere più copie possibile, anche se ci stesse personalmente antipatico… Il fatto è che molti autori hanno solo una vaghissima idea di come funziona il meccanismo promozione – distribuzione – vendita, che è davvero molto complesso. E poi c’è il fattore umano: commessi pigri, librerie che sono indebitate con la distribuzione che non consegna altri libri finché il debito non viene saldato, etc. Quello che uno scrittore deve assolutamente fare è informare l’editore di tutti i suoi contatti che potranno risultare utili alla promozione, anche quelli che non riguardano direttamente il mondo dell’editoria: associazioni professionali, culturali, sportive, ecc. E naturalmente della sua presenza in rete: social network, blog, eccetera.
Alcuni autori, anche famosi, lamentano a volte di aver subito editing invasivi dai propri editor: qual’è la politica della Vs casa editrice in merito? Come si sentono i Vs autori dopo essere usciti dal 'confronto' con l'editor?
A me risulta che un grosso problema sia la quasi-assenza dell’ editing in molte case editrici medio-piccole. Certo, l’editing non può essere affidato a un qualsiasi stagista, dunque rappresenta un costo. Ma io penso che l’editing sia un diritto-dovere dell’editore, e anche dell’autore. Uno scrittore, specie se esordiente o comunque giovane, si affida a una casa editrice e si aspetta che qualcuno più esperto, e comunque “distante” dal testo, lo sottoponga a editing. Dire a uno scrittore: “bello, lo pubblichiamo così com’è” solo per risparmiare tempo e denaro, è semplicemente disonesto. L’editing, ovviamente, prevede un rapporto abbastanza continuo tra editor e autore, e di solito se ne esce reciprocamente arricchiti.
C'è un'interazione diretta fra la vostra casa editrice e i lettori?
Chiunque può consultare il nostro sito e mandare email alla redazione, e in ogni caso la nostra presenza su Facebook e Anobii è costante.
E fra casa editrice e la stampa che si occupa dei vostri libri?
Abbiamo un ufficio stampa esterno, per cui questi contatti sono limitati alle conoscenze dirette.
9 commenti
Aggiungi un commentoE il lupo trasporti In Groppa anche te, Uljanka!
In bocca al lupo allora!
Concordo sull'editing : il confronto, nel bene o nel male, mi ha sempre fatto crescere.
Nel senso che a volte ne sei uscito molto più cattivo?
come sopra!
Però siamo tutti tremendamente OT! Non dovremmo commentare le risposte all'intevista?
@Negróre: esatto! Magari più che cattivo direi più armato a non farsi mettere i piedi in testa...
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