Intrepida, spavalda, ironica, non banale, né sdolcinata, coraggiosa, quasi incosciente, questa è Adele Blanc-Sec (proprio come il vino), è l'eroina di Jacques Tardi, pietra miliare del fumetto francese, noto come il fondatore del “Nuovo Realismo”, apprezzato da scrittori come Pennac, con cui ha collaborato, amato dai lettori e le centomila copie vendute per ogni nuova uscita sono una prova.
Adèle arriva nei cinema -l'uscita è prevista per il 15 ottobre-, grazie alla volontà e alla testardaggine di Besson, che innamorato del personaggio, ha corteggiato Tardi per anni.
La concretizzazione del progetto è stata faticosa: dieci anni fa Besson propose a Tardi di fare un film tratto dai suoi fumetti, ma l'artista aveva già affidato la cosa a un altro regista. Besson ringraziò e per tre anni attese l'uscita di questo film.
Ma nulla apparve nelle sale. A questo punto il regista francese si rifece avanti, ma il disegnatore, forse stanco, disse che non era più interessato all'idea. Besson, che brilla per la sua testardaggine e dedizione, quasi maniacale, continuò a blandire Tardi, che finalmente cedette e aspettò altri due anni per la liberazione dei diritti, riuscendo così ad acquistarli e a dare inizio alle ricerche per il cast.
Ed ecco che veniamo al primo pregio: un cast notevolissimo, fra cui spicca la protagonista, Louise Bourgoin, un'attrice molto bella e affascinante, con uno stile, per fortuna, non da velina o da Barbie. La giovane ha una personalità spiccata, è dotata di molto charme e non cade mai nel melenso o nel patetico, anche nelle scene più languide, come quelle con la sorella, interpretata da Laure De Clermont-Tonnerre. Non da meno sono i caratteristi e coprotagonisti, tutti di ottimo livello: dal grande attore teatrale Mathieu Amalric, che veste i panni del cattivo Dieuleveult, al sonnacchioso e divertente ispettore Caponi, dietro cui si cela Gilles Lellouch, al navigato attore Jacky Necessian, che si è sottoposto a ore di trucco per diventare il Professore Esperandieu, il sensitivo-scienziato a cui Adèle si rivolge per risolvere il suo problema.
Ottime le ricostruzioni d'ambiente, curate fin nei dettagli dall'attento Hugues Tissandier, già collaboratore di Besson in Giovanna D'Arco e nella trilogia di Arthur. Belli i costumi creati da Olivier Beriot, costruiti ad hoc, dopo uno studio approfondito su modelli dell'epoca (inizio '900). Buone sia la fotografia, di Thierry Arbogast, apprezzabile soprattutto nei momenti più spettacolari come il volo dello pterodattilo, o l'entrata nella piramide, sia le musiche di Eric Serra, che fanno un buon lavoro di commento, senza diventare invasive.
La trama è avvincente, anche se alcuni nei non possono passare inosservati. Adèle è alla ricerca del medico personale del faraone Ramsete, unico che possa curare la sorella, in coma a seguito di un tragico incidente, di cui è responsabile, o per lo meno si sente tale, Adèle. Per ritrovare questo luminare Adèle si rivolge a un medium molto particolare, il professore Esperandieu, che riesce a portare in vita i morti, entrando in contatto con loro. Purtroppo i suoi allenamenti si rivolgono a un uovo preistorico, che dopo secoli si schiuderà per fare emergere un “piccolo” pterodattilo.
Chiaramente Parigi è in delirio. Tutti sono mobilitati per garantire la sicurezza della città e cercare un immediato ritorno alla tranquillità. Molto ironica la trafila della burocrazia, che dal Ministro scende giù, demandando compiti e riducendo il tempo di risoluzione, fino al piccolo commissario Caponi, che ovviamente si affida ai suoi collaboratori. Ma non c'è nessun riferimento politico, sostiene Besson, neanche nell'identificazione del male (un ipotetico attacco israeliano) con lo pterodattilo.
Per quanto riguarda le pecche: uno dei personaggi principali muore e sparisce. Non ce ne occupiamo più, non si vede più. D'accordo che non è più funzionale alla storia, ma una pistola non sparisce dal film dopo aver sparato in quattro e quattr'otto! E mi sembra difficile che le mummie egizie, pur essendo nel museo francese, si sveglino e parlino francese! Sarebbe stata più convincente una trovata del tipo: le mummie che resettano il loro vocabolario. Ci deve comunque essere un minimo di coerenza che mi continui a far sospendere l'incredulità!
Nonostante ciò il film è godibilissimo. Quindi per una serata spensierata è un'ottima scelta.
3 commenti
Aggiungi un commentoil film mi interessa parecchio, infatti stasera lo vedrò.
Besson tende a starmi molto sulle pelotas. Tolto il suo lavoro come regista (di cui salvo poca roba), come sceneggiatore e produttore ha tirato fuori filmacci inguardabili. Il trailer di questo film, poi, è particolarmente brutto. Sembra urlare «Buttamo dentro giù 'nnigò che ai gggiovani piasce!». Boh.
L'ho visto... mi piange il cuore a dirlo ma non mi piaciuto!
Io adoro Besson, quindi capirete la mia delusione doppia.
Lei poi è di una cafonaggine imbarazzante! Alcune scene sono oltre il buon senso :
Ho capito che è ispirato a un fumetto, ma rimane in un contesto "reale" e nel reale certe cose non possono accadere. La legge di gravità lo impedisce
Si sfiora anche il ridicolo e l'assurdo.ops:
Io non ho riso nemmeno per un attimo Eppure Besson ha fatto film come il "Quinto Elemento", che gli è capitato? Sono triste
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