L’intreccio è una detective- thriller story ambientata in un mondo in cui la rivoluzione industriale e l’assetto politico del XIX secolo “sono andati avanti”.
Alcuni esempi sono contenuti nell'antologia Steampunk (2008) curata dai “VanderMeers”, Jeff e Anne: fra processi alchemici, scienziati- esploratori, dirigibili, automi a vapore, tecnologie marziane e anacronistiche soluzioni meccaniche, i racconti presenti offrono una panoramica interessante circa le possibili interpretazioni del genere.
Troviamo nomi “storici” come James P. Blaylock di cui viene proposto Lord Kelvin’s Machine – uno scienziato folle progetta di scagliare la Terra nel percorso di una cometa di passaggio – e Michael Moorcock, padrino dello steampunk, con un brano di The Warlord of the Air, collocato in un universo edoardiano alternativo dove volano astronavi e la Grande Guerra non è mai scoppiata.
The Martian Agent, a Planetary Romance, ambientato nell’estate del 1876, Michael Chabon, racconta la vita di due giovani fratelli in fuga dopo l’ammutinamento di George Custer contro la Regina Vittoria, in un mondo dove la Rivoluzione Inglese non è mai avvenuta.
Nel fantasy storico di Mary Gentle, A Sun in the Attic, si racconta la lotta classica tra sicurezza e progresso, mentre in The Steam Man of the Prairie and the Dark Rider Get Down: A Dime Novel, di Joe R. Lansdale, il viaggiatore – sulla macchina del tempo di H.G. Wells - danneggia per caso il continuum spazio temporale, provocando conseguenze assai spiacevoli.
Victoria di Paul Di Filippo, contenuto nella Steampunk Trilogy, è invece una commedia burlesca in cui, per coprire la fuga di una giovanissima regina Vittoria, viene utilizzata una licenziosa salamandra straordinariamente somigliante, affinché prenda temporaneamente il posto di Sua Altezza a Buckingham Palace.
Non manca l’eccezionale Ted Chiang con Seventy-Two Letters: un mondo dove certi nomi impressi su oggetti inorganici (e anche organici, a volte) possono donare movimento e persino la vita.
Anche l’ambientazione di La bussola d’oro di Philip Pullman ha connotati steampunk: mongolfiere, oggetti tecnologici surreali, intrighi, spedizioni in terre lontane e un’Inghilterra ottocentesca.
Più recente è Boneshaker di Cherie Priest, finalista per lo Hugo e il John W. Campbell Awards 2010: ambientato in un mondo chiamato Clockwork Century, mescola steampunk e zombies in una Seattle in versione alternativa.
Prodotto per un target molto young, Leviathan di Scott Westerfeld è invece una rivisitazione infantile dello steampunk, di cui riprende i cliché ad usum delphini: niente vapore, ma motori diesel per mezzi meccanici un po’ Tranformers, e un curioso sistema di propulsione “fisiologico” nelle bio-macchine loro antagoniste.
Il genere ha un notevole potere mutageno e un immediato potere contaminante, generando spinte narrative che si distaccano definitivamente dal modello Tolkeniano.
La forza vapore anima i sotterranei di altre diramazioni, una sorta di “organismi diabolicamente modificati” che, sempre negli anni ’90 e seguenti, si chiamano New Weird, Steam Fantasy, Slipstream e forse in altri modi ancora.
Si accentuano il senso del bizzarro e del grottesco accanto al realismo magico, la denuncia politica e le tecnologie futuristiche, le visioni da incubo distopico e gli universi onirici, il mix di generi e ambientazioni.
Alcuni titoli: Perdido Street Station di China Mièville, Veniss Underground di Jeff VanderMeer, Cuore d’Acciaio di Michael Swanwick.
Tutto questo arriva anche in Italia e fa nascere Il Sentiero di Legno e Sangue di Luca Tarenzi, nonché Alice nel Paese della Vaporità di Francesco Dimitri: terreno diverso, frutti diversi, ma da addentare con gusto.
Nel complesso, la percezione è che ogni cosa si mescoli e strabordi dal proprio contenitore, provocando un gran ribollire germinale nel calderone del Fantastico il quale, per rimanere vitale, deve autoalimentarsi ed evolvere in continuazione.
Quale sarà il prossimo – contestato – nome che cercherà di mettere nel tutto un ordine impossibile?
40 commenti
Aggiungi un commentoSe a me il cuoco mi da dell'idiota finisce all'ospedale indipendentemente dal fatto che abbia ragione o torto
Per me il collegamento tra Steampunk e New Weird non è sostanzialmente sbagliato. Un'opera New Weird come il citato "Perdido street station" contiene parecchi elementi steampunk-fantasy (lo ammette anche Sua Grazia). Quindi il vapore Steampunk arriva fin lì, anche se i due generi non hanno un rapporto di affinità diretta.
Lo Slipstream c'entra gia di meno, visto che è legato al Cyberpunk, non allo Steampunk, ed essendo una contaminazione tra fantastico e mainstream è molto difficile che si combinino ucronia steampunk e realtà contemporanea in una sorta di realismo magico trans-temporale. Anche se forse L'Alice di Dimitri si può intendere come un tentativo (non riuscitissimo) di fare qualcosa del genere.
Questa è la lettera originale. Non mi sembra che la traduzione disinvolta di Kinzica travisi più di tanto questo passaggio. Si dovrebbe parlare di Steampunks, è vero, invece che di Steampunk.
L'articolo di Kinzica non è perfetto, è vero, molti punti sono discutibili. Ma continuare a richiederne l'adeguamento a chissà quale ortodossia Steam mi sembra assurdo. Soprattutto considerando che qui non si parla del Filioque ma di "c@$$ate".
Quello che manca in questo articolo, inteso come un'infarinatura per principianti, non come uno scritto specialistico, verrà integrato da mille altri scritti, diffusi sul web.
Aspetto lo Steampunk for dummies del Duca, confidando nelle sue capacità.
- l'assassino
...e tu finisci giustamente in galera, ma non prima di aver spremuto il libretto di risparmio e venduto casa tua per la tariffa dell'avvocato e il risarcimento dei danni al cuoco. Nel mentre, il tuo articolo sui bigné continuerà a disinformare le persone che lo leggono.
Bell'affare! D:
Ancora discutete di sesso degli angeli? Avete tempo da perdere... mica siamo qua a rastrellare le foglie secche nell'uragano...
Hai un'idea un po' teorica della legge italiana.
Per tornare sul tuo discorso precedente trovo assurdo che il saccente di turno si debba permettere di offendere chi ha comesso un errore, è evidente che abbiamo idee molto diverse sul modo di rivolgersi alla gente
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