Inizierei l'intervista con un ricordo personale quando, ormai dieci anni or sono, vi contattai per acquistare il vostro primo demo, To Oak Woods Bestowed, che proprio ora riproponete nell'edizione limitata del nuovo album. Riascoltandolo adesso, alla luce di quanto siete maturati musicalmente, mi porta a chiedervi cosa è avvenuto nel percorso artistico degli Elvenking da allora a oggi.
(Aydan) Ti dirò la verità, proprio il fatto che il nostro demo fosse presente all’interno dell’edizione speciale di Red Silent Tides è stata l’occasione per noi stessi di riascoltare quel lavoro ormai datato. Ed è stato uno strano balzo nel passato. Riascoltarlo dopo tanto tempo ha creato in noi sentimenti contrastanti. Da una parte la sorpresa ed un po’ di ilarità nel riascoltare quelle strutture un po’ immature e così forzatamente complicate, tipico di giovani musicisti che vogliono dimostrare il proprio valore andando ad intricare le strutture di una canzone all’inverosimile. Dall’altra un sacco di bei ricordi e il profumo dell’entusiasmo con cui si viveva la musica a quei tempi di ore e ore di suonate in sala prove. Riascoltandolo mi rendo conto di tutta la strada che abbiamo fatto in questi anni e di come siamo cresciuti, come musicisti e come compositori, di pari passo con la nostra crescita come persone.
Red Silent Tides, che in alcuni brani come Those Days e What's Left Of Me presenta anche forti venature hard rock, mi sembra riportare l'ascoltatore a sonorità più vicine alla vostra proposta musicale precedente a The Scythe (2007) in cui avete voluto, invece, sperimentare un approccio assai più aggressivo, pur non tralasciando le aperture acustiche e folk tipiche del vostro sound. È così?
(Aydan) Chi conosce gli Elvenking sa che siamo una band in costante evoluzione, alla ricerca delle sonorità che in ogni occasione sappiano sposare le emozioni che vogliamo trasmettere. Se qualcuno cerca una band che proponga lo stesso stile e la stessa canzone album dopo album è meglio che lasci stare gli Elvenking. Chi invece cerca una band che sappia muoversi all’interno di diverse coordinate, mantenendo fede al proprio suono di base, ma ogni volta cerchi qualcosa che possa sorprendere e risultare fresco, allora gli Elvenking potrebbero fare al suo caso. Così The Scythe risultava un lavoro oscuro e molto heavy proprio perché legato ad un concept specifico che richiedeva determinate atmosfere. Red Silent Tides è l’esatto opposto, è romantico, passionale, melodico. E in alcuni casi alcune sfumature 'hard rockeggianti' ci hanno aiutato a sottolineare alcuni stati emozionali che volevamo descrivere in musica.
Potete raccontarci qual è stato il processo di composizione di Red Silent Tides?
(Aydan) Abbiamo cominciato a lavorare ai nuovi brani dopo il ciclo di concerti a supporto di The Scythe, credendo di essere pronti per un nuovo album. Poi abbiamo avuto l’idea di proporre alla AFM di uscire con un EP di 5-6 pezzi in versione acustica, giusto per spezzare un po’ il ritmo, e per magari sviluppare quel lato che in The Scythe non aveva avuto molto spazio. Non eravamo sicuri di quale potesse essere la reazione della AFM alla nostra proposta ed invece sono stati proprio loro a proporci di trasformare quell’idea in un vero e proprio e album e da lì è nato Two Tragedy Poets. Questo naturalmente ci ha obbligato a lasciare le prime idee composte per un album elettrico da parte per un po’ e ci ha dato modo di riascoltarle quasi un anno dopo a mente fresca, più critici e pronti a valutare quali effettivamente fossero valide e quali invece da scartare. Da lì abbiamo ripreso il filo e portato a termine la composizione di Red Silent Tides. Devo dire che la parentesi dell’album acustico ci ha influenzati parecchio e questo penso si possa sentire all’interno dell’album.
1 commenti
Aggiungi un commentograndi elvenking meritano più successo di quello effettivo...ce li invidiano nel mondo ma in itaila nelle radio non passa una canzone
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