“Sono assolutamente consapevole” esordisce Viggo Mortensen, l’attore che interpreta Aragorn nella trilogia de Il Signore degli Anelli durante un’intervista rilasciata al New York Times, “di essere stato uno di quello attori che ha vissuto quasi in ristrettezze per diversi anni. Molte volte mi sono seduto e ho pensato "Ci ho provato per un po’, adesso basta; meglio darci un taglio e cominciare a darmi una mossa per fare qualcosa di più realistico”.

Ora, sembra proprio che, il non più giovanissimo attore, raggiunta la labile e spesso pericolante condizione di star possieda i mezzi per saperla conservare o... rinunciarvi senza particolari remore o rimpianti.

Parlando di lui così si esprime Peter Jackson, il regista del film: “... una delle cose che ha affascinato Viggo riguardo ad Aragorn è proprio il fatto che lui non è soltanto un eroe d’azione. A suo modo Aragorn è un puro, proprio come Viggo. In lui c’è una certa riluttanza a voler assumere il ruolo di re al quale è destinato e, in qualche modo, questo rispecchia la riluttanza di Viggo a essere una star cinematografica”.

E’ diventata leggendaria la reticenza a parlare di sé preferendo, con un certo imbarazzo per gli intervistatori, argomenti di portata più generale.

Dopo aver interpretato ruoli che non meritano di essere ricordati in film che lo meritano ancora meno, Mortensen si è fatto notare per il suo livello interpretativo, anche se in parti marginali, in alcuni film come Soldato Jane, Un Delitto Perfetto e Una Passeggiata sulla Luna, il successo è stato travolgente e non gli resta che sfruttare la cresta dell’onda dopo anni passati come onesto mestierante; nel suo prossimo film Hidalgo, interpreterà il ruolo di Frank T. Hopkins, icona del West americano e si presuppone che sarà un altro successo, almeno oltreoceano.

Mortensen sembra, tuttavia, ambire a tempi più quieti in cui coltivare, sempre a scopo professionale, i suoi molteplici interessi che spaziano dalla pittura alla fotografia, passando per la poesia.

Perché no? Potrebbe essere anche il momento, per lui, di mettersi a leggere accuratamente Il Signore degli Anelli: secondo Jackson che lo scelse, con il cuore in gola e le ore contate a riprese già avviate, dopo essersi reso conto che il precedente Aragorn (l’attore Stuart Townsend) era troppo giovane, la parte venne accettata dopo una lunghissima conversazione telefonica durante la quale il regista dovette descrivere a Viggo il complesso personaggio che avrebbe dovuto interpretare che per lui era del tutto sconosciuto.

L’apprezzamento del figlio adolescente di Mortensen che descrisse il ruolo al padre come “Troppo figo per rinunciarci” oltre ad una frettolosa lettura della storia del suo personaggio durante il viaggio verso la Nuova Zelanda completarono una così ben riuscita compenetrazione. Scoprì che gli piaceva il personaggio, in particolare la sua inquietudine interiore. La stessa giovinezza di Mortensen somiglia a quella di un ramingo apolide, Figlio di padre danese e madre americana è vissuto in Sud America con frequenti puntate nella patria paterna.

Dice di Aragorn: “Nel personaggio esistono moltissime connessioni con i protagonisti dei miti norreni, alcuni dei quali sono proprio danesi”.

Mortensen non nasconde di nutrire una particolare predilezione per il personaggio Aragorn: “E’ una persona che non manca né di coraggio né di compassione per gli altri e che sa anche cosa sia la paura... ha la consapevolezza di essere al servizio di un bene comune più grande... quello che mi piace della storia è che non è la storia di un singolo eroe ma quella di un eroismo collettivo, nella quale ogni personaggio porta a termine le proprie sfide per trovare il proprio percorso”.

Quale che sia il suo destino cinematografico Mortensen è comunque pronto ad affrontare serenamente qualsiasi situazione, anche rinunciare a recitare se questo significasse dover rinunciare ad essere se stesso.

“La vita è troppo breve” dice “e so che non mi sentirei realmente felice o utile per qualcuno se il fatto di essere un attore di successo assumesse un ruolo preponderante nella mia vita”.