Con l’arrivo degli ebook il mercato editoriale sta vivendo forti cambiamenti: cosa ne pensa dell’evoluzione del libro verso la forma elettronica?
Altra domanda complessa: lasciatemi iniziare con un esempio personale. Il mio editore americano ha recentemente chiuso la produzione di una collana di tascabili. Al loro posto stanno facendo una nuova edizione di cartonati a copertina rigida (hardcover), seguiti da un’edizione in omnibus, ovvero un formato in cui vengono raccolti due o tre libri alla volta. Al momento in questa forma non è ancora uscito nessun libro di Shannara, sembra più un esperimento che altro. Vedremo come andrà. In ogni caso per quanto riguarda Shannara, in America ho sempre venduto meglio hardcover che paperback.
Ora, quello che è successo è che le vendite degli hardcover dei miei ultimi libri non sono calate, mentre le vendite degli ebook sono cresciute moltissimo. Cosa significa? Credo che al momento non ci sia risposta. Stiamo guardando a un mercato ancora molto fluttuante, con grosse variazioni tra autore e autore e tra generi diversi: manca ancora una decisione univoca su quali piattaforme saranno utilizzate per gli ebook, gli standard non sono definiti, ci sono moltissime potenzialità che non sono ancora state esplorate. Gli ebook sono qui per restare? Sicuramente. I giovani lettori cresciuti davanti a un video già li preferiscono alla carta. Ma ci sono ancora cose da risolvere, come la grafica; gli ebook non sono in grado di proporsi come alternativa ai libri illustrati, per esempio, e questa – nel mio campo – è una questione piuttosto grossa. E’ un momento molto interessante [per l'editoria, n.d.r.], credo che non ci sia nulla di definito al momento: vedremo cosa farà il mercato e quale sarà il risultato finale.La mia opinione è che succederà come già in passato, quando i vinili sono stati sostituiti dalle cassette e poi dai cd, e i dvd hanno rimpiazzato le vhs. Anche la distribuzione cambierà radicalmente, lo sta già facendo. Tutto il mercato prenderà forme diverse da quelle attuali, molte delle quali al momento ci sono sconosciute: siamo nella preistoria di un cambiamento molto importante in ambito mediatico. Penso a tutto quello che grandi autori di fantascienza hanno anticipato su ciò che succederà con chip e simili per quanto riguarda la comunicazione, e credo che ci troviamo solo all’inizio di qualcosa di molto grande.
Leggendo il suo sito ufficiale – a proposito, il suo sito è veramente ben fatto! E’ pieno di informazioni, riferimenti aggiornati… Spesso si trovano un sacco di immagini ma informazioni utili zero.
Oh, grazie! Cerchiamo di non lasciarlo “invecchiare”, io ci lavoro circa una volta al mese per rispondere alle domande che mi arrivano dai lettori, e il mio webeditor è sempre attento alle novità fantasy. In generale cerchiamo di tenerlo sempre aggiornato.
Beh, sul sito c’è una pagina in cui parla in dettaglio dei tentativi fatti finora per portare su grande schermo i libri di Shannara e, senza ripeter tutto, basti dire che al momento non c’è nulla di fatto. Ora che finalmente Lo Hobbit si farà pensa che, come già è stato per il Signore degli Anelli, sarà una spinta propositiva per portare altro fantasy letterario al cinema? C’è qualche novità su questo fronte?
Mi piacerebbe vedere i miei libri al cinema, ma solo se fosse un lavoro ben fatto. Un mio amico scrittore ha trovato la definizione perfetta: avere il tuo libro trasportato su grande schermo è come avere tuo figlio rapito da un culto: non sai mai in che mani ti ritroverai, incognita che fa parte del mondo dello spettacolo, quindi non puoi fare altro che sperare che chiunque compri i diritti sappia fare un buon lavoro. Peter Jackson l’ha fatto con Il Signore degli Anelli e, a meno che non si faccia lo sgambetto da solo per chissà quale ragione, possiamo pensare che farà lo stesso anche con Lo Hobbit. Ma dopo Il Signore degli Anelli, e con l’esclusione di Harry Potter, la maggior parte dei film fantastici visti da allora sono stati piuttosto mediocri. Non mi viene in mente nulla di davvero notevole. Visivamente Avatar è stupefacente, ma a livello di storia non era nulla di speciale. Quindi, quando avremo qualcosa di davvero buono?… Non so, perlomeno per quanto riguarda il fantastico.
Credo che la passione personale conti molto: Jackson è un ottimo professionista, ma è soprattutto un fan del lavoro di Tolkien ed era sinceramente interessato a un risultato finale rispettoso del libro. I produttori di The Dark is Rising o della Bussola D’Oro non erano personalmente interessati al materiale originale, e nei film era evidente.
Vero. Molti dei risultati migliori ottenuti da Hollywood arrivano quando qualcuno ha una visione molto personale, la passione di cui parlavi ora, e il potere – quest’ultimo è fondamentale – di controllare l’uso che viene fatto del materiale originale. Com’è stato per George Lucas, per esempio: devi poterti assicurare che il tuo lavoro sia rielaborato senza che 18.000 persone ci mettano le mani, lo facciano a pezzi, lo riscrivano per metà! La sensazione costante che comunica l’industria di Hollywood è di gente che dice: “Oh, quel tal libro è splendido! Tizio o Caio ha scritto una storia grandiosa, vero? Ma sai cosa? Noi possiamo fare di meglio: miglioriamolo!” Giuro, viene voglia di prenderli a testate… Comunque, al momento nessun libro è opzionato per il cinema, è tutto tornato sul mercato, quindi aspettiamo e vediamo. Lo faranno trent’anni dopo la mia morte, come per Tolkien, e a quel punto il risultato finale non sarà più un problema mio ma dei miei figli e di mio nipote. Ci penserà lui.
Ma quanto controllo creativo può mantenere l’autore sul suo lavoro una volta venduti i diritti per il cinema?
Molto poco. Puoi far sentire la tua voce, in teoria, ma loro conoscono il sistema e sanno come aggirarti. Come dice il mio agente, ti lasciano a braghe calate: è una lotta impari, semplicemente. Devi trovare gente che condivide la tua visione, la passione per quello che stai facendo. Qualcuno di affine, con cui puoi avere un rapporto a livello personale: una cosa molto rara. Quindi, insomma, vedremo come andrà. Io non sono contrario all’idea per principio, anzi mi sto guardando intorno.
A dir la verità ho parlato con una società di giochi di ruolo proprio qui a Lucca. Sembrano interessati a fare un gioco di ruolo di Shannara - cosa che non è mai stata fatta – e mi sono detto, perché no? Se sono interessati, se si dimostrano capaci e con il background necessario, possiamo almeno parlarne. Vedremo.
4 commenti
Aggiungi un commentoè un'intervista bellissima. non è che c'è pure una terza parte, e una quarta, e una quinta, e...?
accidenti come vi invidio!
L'editor citata da Brooks in quest'intervista è Judy-LYnn del Rey. Per chi è interessato a lei e al marito Lester ho dedicato questo articolo:
http://www.fantasymagazine.it/approfondimenti/13421/lester-e-judy-lynn-del-rey-la-nascita-della-fanta/
Letto nei giorni scorsi: articolo interessante
un intervista davvero bella c'è poco da obiettare!
e noto che nemmeno a brooks è piaciuto molto avatar
molto interessante il retroscena della collaborazione lucas-brooks
e soprattuuto ho apprezzato molto i consigli finali
grazie anche a voi Chiara ed Emanuele per averci permesso con la vostra intervista di "ascoltare" il modo di lavorare di un grande scrittore come terry brooks
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