Lei ha citato George Lucas: anni fa avete collaborato alla realizzazione della novelizzazione della sceneggiatura de La Minaccia Fantasma, il primo film della nuova trilogia di Star Wars. Quanto è stato vincolato alla sceneggiatura originale? Ho notato che nel libro ci sono scene che nel film non compaiono, e mi domandavo se sono sue creazioni o se si tratta di scene tagliate dal montaggio finale del film.
Anni prima avevo fatto la novelizzazione di Hook: Capitan Uncino, un’esperienza orribile che avevo deciso di non ripetere mai più. Poi mi chiamarono dicendo che Lucas voleva me per Star Wars: La Minaccia Fantasma. Inizialmente non ero convinto, ma continuavo a pensarci: volevo veramente rifiutare un’opportunità simile? Mh… Quindi decisi di incontrarlo di persona per avere l’occasione di parlare del progetto in dettaglio. Per capire esattamente cosa mi sarei trovato ad affrontare, insomma. Mi portarono allo Skywalker Ranch, mi diedero da leggere la sceneggiatura, partecipai ad alcuni incontri di produzione e parlai con un responsabile della Industrial Light & Magic per capire che tipo di materiale di produzione avrei potuto consultare; immagini, modelli, ecc. Il tutto fu molto soddisfacente, e alla fine io e George ci trovammo per una chiacchierata informale, come noi adesso, e oltre tre ore volarono via. Gli dissi che non capivo perché avesse scelto me, visto che non scrivo fantascienza, e lui rispose: “Neanch’io! Ma scrivo storie d’avventura, e anche tu”.
Lucas disse che voleva che approfondissi il personaggio di Anakin Skywalker. Disse che non aveva avuto modo di filmare quanto avrebbe desiderato, non nel modo in cui avrebbe voluto. Disse: “Puoi scrivere qualcosa sul suo background, in modo da fare più luce su quello che seguirà?”. Volevo accettare, ma mi interessava sapere che tipo di vincoli creativi avrei avuto: posso togliere qualcosa? “Certo!” Posso aggiungere qualcosa? “Se hai materiale da aggiungere prego, fai pure”. All’epoca stava ancora girando il film, e specificò che se volevo potevo tenere anche le parti della sceneggiatura che sarebbero state tagliate dal film – perché qualche taglio dell'ultimo minuto capita sempre. Fu assolutamente disponibile, su tutta la linea. Gli spiegai che avrei potuto avere la necessità di cambiare i suoi dialoghi, visto che un romanzo non è vincolato ai dialoghi quanto un film. L’unica istruzione che mi diede fu “non rovinare il mio lavoro”, cosa che mi sembrò ragionevole. Inoltre, lui avrebbe avuto l’ultima parola su qualunque cosa avessi scritto, visto che il via libera alla pubblicazione dipendeva da lui.
Fu un progetto breve, ci misi circa novanta giorni. A metà stesura, però, mi accorsi che c’erano troppe domande senza risposta sul background degli Jedi, dei Sith, ecc., così lo chiamai – mi aveva detto di farlo, se avevo domande – chiedendogli qualche dettaglio in più da inserire… Dopodiché non parlai più per mezz’ora perché George partì con un monologo. Mi riversò addosso un’incredibile quantità di informazioni sull’universo di Star Wars: fu incredibile perché mi dimostrò quanto avesse studiato ogni dettaglio, e quanto profondamente fosse coinvolto nel mondo che aveva creato. Così ho scritto il libro, e George non ha cambiato una virgola. Ha corretto la terminologia, visto che io avevo scritto “pistola a raggi” e nave spaziale invece dei termini corretti – non ne sapevo niente – ma a parte quello non toccò nulla. Mi ha dato campo libero e la libertà che mi serviva per far funzionare la sua creazione in forma di racconto, che per me avrebbe dovuto essere una spalla naturale del film. Il risultato finale mi piace molto, e anche la risposta all’epoca mi sembrò molto positiva.
Ammetto che mi stupisce, Lucas è noto per essere molto attento all’uso che si fa del suo materiale creativo, con una forte esigenza di controllo.
Beh, nessun altro ha avuto un’esperienza simile alla mia, tutti quelli che conosco e che hanno scritto i libri successivi dicono di aver avuto linee guida molto strette. Forse si sono pentiti di avermi lasciato fare, non so. Sai, io e Lucas ci eravamo già incrociati in passato: il mio primo libro e il primo libro di Star Wars furono seguiti dalla stessa editor, così all’epoca lei parlò a me di lui e a lui di me. All’epoca non sapevo nulla di Star Wars. E’ stata una di quelle cose che capitano una volta.
4 commenti
Aggiungi un commentoè un'intervista bellissima. non è che c'è pure una terza parte, e una quarta, e una quinta, e...?
accidenti come vi invidio!
L'editor citata da Brooks in quest'intervista è Judy-LYnn del Rey. Per chi è interessato a lei e al marito Lester ho dedicato questo articolo:
http://www.fantasymagazine.it/approfondimenti/13421/lester-e-judy-lynn-del-rey-la-nascita-della-fanta/
Letto nei giorni scorsi: articolo interessante
un intervista davvero bella c'è poco da obiettare!
e noto che nemmeno a brooks è piaciuto molto avatar
molto interessante il retroscena della collaborazione lucas-brooks
e soprattuuto ho apprezzato molto i consigli finali
grazie anche a voi Chiara ed Emanuele per averci permesso con la vostra intervista di "ascoltare" il modo di lavorare di un grande scrittore come terry brooks
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