Le fate sono tra noi. No, niente di favolistico. Non sono le fatine buone della Disney. Nell'universo narrativo ideato da Stefano Fantelli, la loro esistenza è nota dal 1974, anno in cui sono migrate nel nostro mondo. Alcune sono vampire e si nutrono di esseri umani. Tutte, anche quelle non vampire, appartengono a una "sorellanza" che ha un nemico: Il Brujo, un poeta e stregone bolognese che le combatte, affiancato da un gruppo di personaggi molto eterogeneo. Ci sono Mela e Angelo, angeli caduti tutt'altro che asessuati, un fantasma di nome Hemingway (si si forse è proprio quello, o forse no chissà), Beaugeant, un nano attore porno. E con una porno attrice, fata vampira in incognito di nome Jessi Orfeo avranno a che fare i nostri personaggi in alcuni episodi. Ma non solo.
Pur presentando tanti episodi, molto diversi dal punto di vista grafico, ci sono molti elementi ricorrenti. Tante sparatorie, tante descrizioni feticistiche di armi da fuoco (Altieri docet?), tanto sangue che scorre. Per fortuna non manca un po' di ironia al progetto. Non troppa però.
Siamo più sul versante horror che sul versante urban fantasy. Non manca una certa varietà nelle creature che popolano questo universo narrativo. Non solo fate e angeli, ma anche creature verminose e demoni dagli aspetti più inaspettati.
Insomma non sappiamo se ci sia l'Inferno dopo la morte. Ma nel progetto di Fantelli e company è il nostro mondo che gli assomiglia tanto.
A introdurre gli episodi un ottimo cappello di Gianfranco Staltari, che risolve il problema degli spiegoni con uno pseudo articolo. Pseudo solo perché è scritto come calato nell'universo narrativo.
Nel mondo reale è invece l'introduzione di Gianfranco Manfredi che compie da par sua una disamina dei contenuti del volume veramente pregevole.
I diversi episodi sono disegnati in modo molto diverso l'uno dall'altro. Io posso dire che preferisco il tratto pulito di Dario Viotti, ma non difettano nel senso del cartooning e nella capacità narrativa per immagini tutti gli altri: Salvo Coniglione (suggestiva la creatura verminosa!), Emilio Lecce, Onofrio Cirillo, Simone Camilloni, Pietrangelo Minelli, Rossano Piccioni, Francesca Ciregia, Massimiliano Gallo, Annapaola Martello, Valeria Favoccia, Dorotea Gizzi, Matteo Anselmo.
Io credo che un grosso merito sia da attribuire al lavoro di "regia" di Fantelli, coadiuvato in alcuni episodi dall'ottimo Staltari. Una matrice comune che porta ordine nell'apparente caos di tanta difformità stilistica, e alla fine i pur diversi approcci grafici non rendono il prodotto disorganico, anche se rimane eterogeneo visivamente.
La copertina di Giuseppe Palumbo vede il Brujo in posa plastica circondato dalle schegge del suo mondo impazzito (immagini nelle schegge di Viotti). La copertina è realizzata professionalmente, ma è anche qui una questione di gusti, non amando particolarmente il tratto di Palumbo, gli preferisco le immagini della quarta di copertina di Dario Viotti e Valerio Nizi.
Il volume è dedicato alla memoria di Giovanni Buzi.
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