– Già, a proposito di sangue… – Amelia trasse un profondo respiro, cercando il coraggio di dire qualcosa che sapeva non mi sarebbe piaciuto. Dal momento che “sentii” di cosa si trattava prima ancora che lei aprisse bocca, fui in grado di prepararmi alle sue parole. – Hai pensato che… Sookie, so che non hai chiesto il mio parere, ma credo che faresti meglio a non accettare altro sangue da Eric. Voglio dire, so che lui è il tuo uomo, ma devi pensare alle conseguenze. A volte, capita che una persona venga trasformata accidentalmente… non è una cosa precisa come un’equazione matematica. –
Anche se apprezzavo la sua preoccupazione, Amelia aveva appena invaso quello che era un territorio privato.
– Non ci scambiamo il sangue – precisai. Non molto, almeno. – Lui attinge solo un sorso da me nel… ecco, nel momento di maggiore trasporto. – Ultimamente, purtroppo, Eric stava avendo molti più “momenti di maggiore trasporto” di quanti ne avessi io. Continuavo a sperare che la magia della camera da letto tornasse a funzionare, e se esisteva un uomo capace di effettuare un risanamento sessuale, quello poteva essere solo Eric.
Amelia sorrise, il che era stato ciò che volevo ottenere.
– Almeno… – cominciò, poi si volse senza finire la frase, ma quello che stava pensando era Almeno hai voglia di fare sesso.
In realtà, non mi sentivo tanto di fare sesso quando di dover continuare a tentare di goderne, ma quella era decisamente una cosa di cui non volevo discutere. La mia capacità di abbandonare il controllo, che è la chiave per fare sesso in modo piacevole, era stata disintegrata durante la tortura, quando mi ero trovata a essere del tutto impotente, e potevo solo sperare di riuscire a recuperare anche in quel campo. Sapevo che Eric percepiva la mia mancanza di abbandono, e mi aveva chiesto più volte se ero sicura di voler fare sesso. Quasi ogni volta, io avevo risposto in senso affermativo, sulla base della teoria dell’andare in bicicletta: certo, ero caduta, ma ero disposta a tentare di nuovo.
– Allora, come sta andando la vostra relazione? – domandò Amelia. – A parte i momenti di trasporto, intendo. – Ormai avevamo caricato tutto sulla sua macchina, e lei stava tergiversando, per rimandare il temuto momento in cui sarebbe infine salita in auto e se ne sarebbe andata.
Soltanto l’orgoglio mi impediva di scoppiare in lacrime.
– Penso che le cose stiano andando davvero bene – replicai, facendo uno sforzo immane per apparire allegra. – Ma non sono ancora certa di quali siano i miei sentimenti effettivi, e di quali siano quelli indotti dal nostro legame. – In un certo senso, era piacevole poter parlare del vincolo soprannaturale che mi legava a Eric, come pure della normale attrazione uomo-donna che ci univa. Prima ancora che riportassi tutte quelle ferite durante la Guerra dei Fae, fra me ed Eric si era instaurato quello che i vampiri definiscono un legame di sangue, dovuto al fatto che ci eravamo scambiati il sangue parecchie volte. Io potevo percepire dove Eric si trovasse e quale fosse il suo stato d’animo, e lui poteva fare lo stesso con me. Inoltre, Eric era sempre presente in modo vago in un angolo della mia mente… una cosa che somigliava un po’ all’accendere un ventilatore o un filtro per l’aria per fornire un lieve ronzio di fondo che aiuti a prendere sonno. (Per me, era un bene che Eric dormisse durante il giorno, perché potevo starmene per conto mio almeno per una parte del tempo; possibile che lui provasse la stessa cosa la notte, quando io andavo a letto?) Non era come se sentissi delle voci nella mente… almeno, non più del solito… ma se mi sentivo felice, dovevo fare un controllo per essere certa che fosse davvero un mio stato d’animo e che non fosse invece Eric a essere felice.
Lo stesso valeva per l’ira. L’ira era spesso presente in Eric, una rabbia controllata e accuratamente sopita, che soprattutto di recente covava sotto la cenere. Forse lui la stava recependo da me, considerato che negli ultimi tempi ero io stessa piena di rabbia. Senza volere, ero appena scivolata nel mio abisso di depressione e mi ero del tutto dimenticata di Amelia.
Che provvide a riportarmi alla realtà.
– Questa è solo una grossa scusa – dichiarò in tono pungente. – Suvvia, Sookie! O lo ami, o non lo ami. Non continuare a rimandare di riflettere sulla cosa accusando di tutto il vostro legame. Se lo detesti così tanto, perché non hai ancora studiato un modo per liberartene? – Poi notò la mia espressione, e la sua irritazione si dissolse spontaneamente. – Vuoi che lo chieda a Octavia? – domandò, in tono più pacato. – Se c’è qualcuno che può saperlo, quella è lei.
– Sì, mi piacerebbe scoprirlo – annuii, dopo un momento, poi trassi un profondo respiro e continuai: – Suppongo che tu abbia ragione. Sono stata così depressa che ho continuato a rimandare qualsiasi decisione, come pure di mettere in pratica quelle già prese. Eric è una persona speciale, ma lo trovo un po’… sopraffacente. – Eric aveva una forte personalità, ed era abituato a comandare. Inoltre, sapeva di avere davanti a sé un tempo infinito.
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