7.Barrie può essere considerato l'alter ego di Peter Pan e non viceversa?
Paolo:“I poeti son gente che non cresce mai”: dietro questa affermazione di Barrie c’è il suo doloroso segreto, quello di un uomo che soffrì molto sul piano affettivo, prima a causa della madre, che dopo la morte dell’amatissimo figlio maggiore si chiuse nella depressione e fece mancare il suo amore a James, e poi per il fallimento del suo matrimonio e dell’impossibilità- come disse- di una “seconda chance”. Quello che gli fu negato in amore lo cercò nell’arte meravigliosa dello scrivere, nella creatività, nella fantasia, nella contemplazione della bellezza, specie la bellezza della condizione pura e piena di stupore dell’infanzia. Barrie e Peter Pan sono pertanto l’uno l’alter ego dell’altro, in un legame molto stretto.
8. Le varie trasposizioni cinematografiche e il cartoon del '53 hanno dato un'immagine distorta di Peter Pan o ne hanno dato diverse chiavi di lettura comunque coerenti con l'intento di Barrie?
Chiara: Il mio parere è che le diverse versioni cinematografiche di Peter Pan abbiano fornito diverse chiavi di lettura, coerenti con i diversi significati dell’opera stessa, anche se non so se tutte contemplate coscientemente dall’Autore. Come indicato nel saggio, la versione della Disney ha sicuramente impregnato l’immaginario collettivo,ma la caratterizzazione dei personaggi è abbastanza vicina al testo di Barrie anche se risulta distorta la figura addirittura malinconica di Uncino trasformato in un personaggio comico; in cambio però ci ha dato una meravigliosa versione del coccodrillo. Per quanto riguarda la versione di Spielberg, che è quella più lontana dall’originale, in quanto ne costituirebbe un ipotetico “seguito”, è quella che, secondo me, ha colto più in profondità le tematiche nascoste nell’opera di Barrie ed ha provato a svilupparle.
9. Chi è oggi, o chi è stato, l'erede di Barrie?
Paolo: Barrie è stato un personaggio assolutamente unico, ed è interessante notare che- a differenza di altri capolavori di Fantasy, Peter Pan non ha avuto imitatori, semmai ha dato luogo a innumerevoli variazioni sul tema, ha ispirato musicisti, registi, artisti vari, ma L’Isola che non c’è resta un unicum. Lo scrittore con l’animo più simile a quello di Barrie, e con la stessa fantasmagorica capacità di fascinazione e allo stesso tempo dotato di semplicità infantile, a mio avviso è Michael Ende, l’autore della Storia Infinita.
10. A oggi, perché le nuove generazioni dovrebbero appassionarsi alle avventure di Peter Pan?
Chiara: Credo che un’opera come Peter Pan sia affascinante per tutte le generazioni, perché parla all’inconscio collettivo; infatti Peter è diventato una figura archetipica: studiata dagli psicologi e dagli psicanalisti, utilizzata come simbolo a volte positivo a volte negativo dell’eterna giovinezza: parla alla psiche di ciascuno di noi. Mi ha colpito come sia stata reinterpretata nel romanzo di un giovane Autore di fantasy: Francesco Dimitri, citato nel nostro saggio; a riprova del fatto che il mito non muore mai ma riappare in forme e vesti diverse a seconda del tempo.
Più semplicemente potremmo dire che finché ci saranno dei ragazzi ci sarà desiderio di avventura e di magìa; al di là della tecnologia utilizzata per esprimerle. Come madre e come insegnante credo di poter dire che tutti continuiamo a sognare la nostra Isola che non c’è, e questo vale anche per i bambini delle nuove generazioni.
11. Generoso, profondo nei contenuti, dotato di umorismo, di una forte moralità. Che cosa in fondo ha bloccato quest'uomo? Perché le proprie esperienze, invece di aprirlo alla vita sembrano averlo frenato? Perché secondo lei non è riuscito ad andare oltre, a realizzare la propria felicità?
Paolo: In qualche modo Barrie era un vero anti-conformista, che non temeva i giudizi della società, essendo a posto di fronte alla sua coscienza. La sua assidua amicizia con Sylvia e i suoi figli (i bambini che gli ispirarono le figure dei protagonisti di Peter Pan) non era stata strettamente conforme alle regole, e si prestò ovviamente a dicerie e pettegolezzi, ma a Barrie non importò, perché a lui stava a cuore qualcosa di più importante. Il suo anticonformismo lo rendeva sicuramente solo, anche se non gli mancarono mai gli amici e la buona compagnia, e malinconico. Barrie era un uomo fondamentalmente malinconico, che aveva la percezione della tragicità del vivere, il senso del fallimento. Tuttavia la sua malinconia non si tradusse mai in cieca disperazione, ma tenne vivi- anche nelle sue opere- quegli ideali che gli uomini “vincenti” spesso dimenticano.
12. Cos'è la speranza per Barrie? E qual è stata secondo lei la sua speranza più grande?
Paolo: Barrie ci invita a ritornare alla purezza delle origini, alle origini della propria vita, quando l’anima era limpida, e alle origini dell’umanità, quando l’uomo si abbandonava fiducioso a Dio. Attraverso la storia di Peter Pan Barrie ha voluto rendere omaggio alla fantasia, che è qualcosa dove si può trovare ristoro quando i pesi della vita diventano troppo opprimenti. Per Barrie la speranza non è solo uno sguardo rivolto al futuro, un futuro sempre troppo incerto, ma anche al passato, al ricordo pieno di gratitudine per ciò che di bello abbiamo incontrato nella vita. La speranza sta nella memoria, che come Barrie scrisse, “è ciò che ci consente di avere le rose a dicembre”.
3 commenti
Aggiungi un commentoGran bella intervista, brava Cris!
Grazie Mari.
Per me è stata un'esperienza altamente formativa, direi quasi catartica
Nel saggio si parla di simboli psicologici?
Potete farmi qualche esempio di simboli presenti in Peter Pan e che cosa rappresentano? (Sempre seguendo questo saggio, naturalmente...)
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID