Dal 3 di febbraio troviamo in libreria La contessa nera (The Countess, 2010) secondo romanzo della scrittrice americana Rebecca Johns.
Con questo volume, venduto in tutto il mondo e acquistato dalla Garzanti dopo una agguerrita asta, l’autrice ci narra la vita romanzata della contessa Erzsébet Báthory, una figura storica che forse si può definire la prima serial killer della storia. La leggenda la descrive come una contessa sanguinaria: padrona spietata, torturatrice di centinaia di giovani donne, assassina crudele.
L’autrice ha scritto questo romanzo dopo aver effettuato un accurato studio della sua storia e ne scaturisce anche un'indagine psicologica profonda e veritiera di un'anima oscura, sospesa tra le luci e le ombre della vita.
Erzsébet Báthory (1560 – 1614), conosciuta anche come Elisabetta Bathory, soprannominata la Contessa Dracula o Contessa Sanguinaria fu una leggendaria serial killer ungherese, considerata la più famosa assassina seriale sia in Slovacchia che in Ungheria. Lei e quattro suoi collaboratori furono accusati di aver torturato e ucciso centinaia di giovani donne.
Nel romanzo, la contessa narra la sua storia con le sue stesse parole scrivendo a suo figlio; descrive la sua infanzia, il suo grande amore per il padre e la sua disperazione quando questi morì, il suo rassegnarsi quando fu data in matrimonio al conte Ferenc Nádasdy.
Questi era un uomo freddo, scostante e spesso lontano per combattere i turchi, lasciando alla moglie il compito di condurre gli affari famigliari e l’educazione dei figli.
Nel richiedere rispetto e obbedienza da parte delle servitù, emerge una parte nascosta del carattere della contessa, le crudeli punizioni inflitte alle serve e la sparizione di molte le avvalse appunto il nome di Contessa Sanguinaria. Una figura che ha dato vita a vari romanzi e molti film.
L’autrice
Rebecca Johns insegna al dipartimento di inglese della DePaul University, a Chicago, e scrive su giornali e riviste tra cui «Harvard Review», «Chicago Tribune», «Cosmopolitan». Il suo primo romanzo, Icebergs, è stato finalista dell'Hemingway Foundation/PEN Award per romanzi d'esordio e ha ricevuto il Michener-Copernicus Award.
La quarta di copertina
Ungheria, 1611. L'alba illumina l'imponente castello di Csejthe. Nella torre più alta, una donna completamente vestita di nero è sveglia da ore. Il suo sguardo austero è rivolto verso una feritoia nel muro che mostra solo un piccolo squarcio di cielo. Quello squarcio di cielo è l'unica cosa che scorgerà per il resto della vita. Murata viva in quella stanza fino alla morte: così ha decretato il conte palatino. Ma la contessa Erzsébet Báthory non ha nessuna intenzione di accettare supinamente il destino che le viene imposto. Non l'ha mai fatto nella sua vita.
Fin da bambina Erzsébet è stata una ribelle, innamorata solo dei libri e delle folli corse con il suo cavallo, sorda ai severi insegnamenti della madre sulle arti femminili. Ha solo sei anni quando, nella sua dimora tra i freddi monti della Transilvania, assiste ad atti di violenza indicibili. Atti che la segnano nel profondo e che non dimenticherà mai. Neanche quando, appena adolescente, è costretta a sposare l'algido e violento Ferenc Nádasdy. Un uomo sempre lontano, più interessato alla guerra e alle scorribande che a lei. Erzsébet è sola, la responsabilità dei figli e dell'ordine nel castello di Sárvár è tutta sulle sue spalle. Spetta a lei gestire alleanze politiche e lotte di potere. Lotte sanguinose, piene di sotterfugi e tranelli, che fanno emergere la parte più oscura della contessa, un'anima nera. Strane voci iniziano a spargersi sul suo conto. Sparizioni di serve torturate e uccise, nobildonne svanite nel nulla. Chi è davvero la donna imprigionata tra le gelide pietre di Csejthe? È solo vittima di una cospirazione per toglierle il potere? O il male è l'unico modo per Erzsébet di sopravvivere in un mondo dominato dagli uomini?
Rebecca Johns, La contessa nera (The Countess, 2010)
Traduzione Claudia Marseguerra
Garzanti, collana Narratori Moderni, pagg. 321, euro 18,60
ISBN 978-88-11-67034-6
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